CUPE VAMPE Ogni libro ha una sua storia, una oggettiva (quella del libro e del suo autore) e una soggettiva (quella del lettore che lo prende e lo legge). Ero al Salone di Torino qualche anno fa ed ero passato dallo stand di Zandonai per chiedere informazioni su un altro testo. Sono stato accolto con grande gentilezza e un paio di consigli, da me accettati a scatola chiusa. Uno era questo, Melancolia della resistenza dello scrittore ungherese László Krasznahorkai : e meno male che la scatola è rimasta chiusa, perché se avessi capito magari sfogliando, facendomi un´idea di quanto questo romanzo sia simbolico, allegorico, se vogliamo anche politico, probabilmente avrei pensato - no, no, non fa per me. Romanzo a tesi. Romanzo-metafora. Non voglio. Nel frattempo io sono piú saggio, Krasznahorkai ha vinto il Premio Nobel per la letteratura 2025, Zandonai ahinoi ha lasciato il mercato editoriale e Bompiani ha opportunamente preso a pubblicare l'ungherese. E sono ...
LE PARTI E IL CRONISTA Di Valentina Murrocu Prima dell’oggetto è un libro di Marco Giovenale , uscito nel 2025 per déclic : si tratta di brevi prose, microstorie non convenzionali collocabili a margine della narrazione comunemente intesa. A una prima lettura, non è chiaro quale sia l’oggetto né il soggetto di alcune delle prose, dal momento che contorni, circostanze e chiuse sbordano, risultano fuori fuoco. Una chiave di lettura utile a chi si avvicini a questo testo, specialmente perché emerge una chiara rottura con la poesia, anche quella dello stesso autore (penso in primo luogo a Shelter e Cose chiuse fuori ), ci è fornita dall’esergo a p.9 «[…] cogliere a distanza di migliaia di chilometri le cose nascoste, chiuse dentro i muri, pericolose»: il punto di vista è quello del cronista, del fotografo, del narratore esterno alle vicende; a dire il vero, obiettivo fotografico, storia, narrazione sono di volta in volta mescolati. È come se l’oggetto del discorso si rompesse, le pa...