IL POSTMODERNO DAL VOLTO UMANO In tempi diversi da questo, avevo definito Richard Powers un postmoderno dal volto umano, mi pare opponendolo a Pynchon. Avevo sbagliato, perché sono scrittori che partono da presupposti piuttosto diversi, pur avendo alcuni punti in comune: architetture spesso ambiziose, afflato umanistico-scientifico e non ultima una certa e sempre presente passione civile e un diffuso - diciamo così - scetticismo per i poteri costituiti. Ma Powers è fondamentalmente un romanziere realista e tradizionale, Pynchon no, per questo il mio paragone era fuori bersaglio e (ma) anche per questo per me Powers ha un volto più umano di Pynchon, perché forse la singola immagine o scena o idea è meno ambiziosa e ricca e geniale rispetto al Grande Scrittore Nascosto, ma l'insieme mi risulta più amichevole. In altri termini: lo leggo meglio e mi ci perdo meno. Powers è stato pubblicato in Italia (non tutto, e tra poco ci arriviamo) senza mai avere grandi fortune, e restando di ni
LIBRI IN USCITA IN PRIMO PIANO C ormac McCarthy – Stella Maris (Einaudi, 26 settembre) Il secondo dei due ultimi (in tutti i sensi) romanzi di McCarthy, un libro che è una sorta di prequel di Il passeggero, e specifico “una sorta di” perché si tratta di opere molto difficilmente riassumibili come romanzi tradizionali. Abbiamo già sentito molte versioni: due capolavori, due opere di un McCarthy ormai senile, oppure diverse combinazioni (c’è chi ha rifiutato in toto Il Passeggero, ma “esaltato” Stella Maris). La cosa migliore è leggerli: sapendo appunto che si tratta di opere piuttosto sperimentali e sfuggenti. Quoziente lista: ho già il libro Benjamin Labatut – Maniac (Adelphi, 29 settembre) Labatut ha avuto una discreta affermazione anche in Italia con Quando abbiamo smesso di capire il mondo, un libro che si situava opportunamente (era il secondo anno di Covid) tra divulgazione scientifica e saggio narrativo. Non sembriamo essere troppo distanti da quelle ambientazioni anche con q