ALTRI LUTTI
Nel parlare oggi di Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia, di Michele Ruol, si intersecano diversi temi, uno diciamo esterno e gli altri "interni": quello esterno e più attuale è la presenza nella cinquina dello Strega, senza dubbio un riconoscimento importante sia per lo scrittore che per il lavoro dell'editore (TerraRossa), i due più personali sono invece il nucleo di aspettative che hanno premesso la lettura vedendo quando questo romanzo sia apprezzato nella mia canonica "bolla" e di conseguenza la parziale sensazione di ridimensionamento delle stesse durante e dopo.
Ovviamente, le aspettative del lettore non devono essere aggravanti per l'autore, si dovrà quindi parlare di Inventario non per quello che potevo aspettarmi che fosse, ma per quello che è: un romanzo piuttosto breve sul lutto e sulla sua elaborazione, piuttosto convenzionale nello svolgimento, con quella suddivisione in capitoletti brevi e a volte brevissimi che sembra venire incontro alla esigenze di simultaneità del lettore moderno e coerentemente un uso piuttosto marcato uso di frasi brevi, in parte impreziosite da una lingua affilata e talvolta capace di inserti lirici. Interessante poi come la famiglia protagonista venga "ieraticizzata" con la rinuncia ai nomi propri: sono semplicemente Madre, Padre, Maggiore e Minore.
In tutto questo non c'è ovviamente nulla di male, curiosamente mi sembrano proprio quegli ingredienti che hanno contraddistinto alcuni libri di successo e "da Strega" degli ultimi anni (lutto, viene in mente la D'Adamo, famiglia, figli, la Di Pietrantonio, capitoletti e paratassi, veramente troppi per citarli tutti) e anche questo è un elemento neutro, non un'accusa, una curiosità se vogliamo, una particolarità, un momento in cui il romanzo indipendente si prepara all'agone e comincia a ragionare come quello, normalmente deprecato, major.
Ma finiamo parlando nuovamente del libro, esulando dal contesto e dalle famose aspettative: Inventario ha qualche momento molto ben congegnato, l'incipit che fa sperare di più, una svolta "social" che forse poteva essere utilizzata ancora meglio, alcune discrete verità sui rapporti familiari (si pensi all'educazione erotica del figlio) e altri un po' banali e risaputi, il quasi-scioglimento giallo, una sorta di possibile redenzione finale, alcune chiusure di capitolo un po' sentenziose. È un romanzo nella sostanza più che sufficiente e in alcuni momenti discreto, ben confezionato e, come si suol dire, che si lascia leggere, ma sospetto che questo non suoni esattamente come una lode. Il successo, nonostante questo o forse proprio per questo, arriverà ed è in questo senso del tutto meritato.
Voto: 6.5
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Informazioni sul libro
Michele Ruol - Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia
TerraRossa 2024
208 pag.
Attualmente in commercio
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