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LIBRI E RECENSIONI. DUE LIBRI DI GERALD MURNANE

LA MEMORIA DI


Per potermi aggiornare su Gerald Murnane (forse ricorderete che lo scorso anno il suo nome ricorreva spesso come possibile vincitore del Nobel per la Letteratura), ho subito provato a leggere due libri dell' autore australiano, o meglio, ho prima letto Le pianure, poi, intuendo che potesse trattarsi di un libro non pienamente rappresentativo della produzione della sua produzione, ho preso e letto anche Qualcosa per il dolore. E questo procedimento empirico, con tutti i suoi limiti,  mi ha chiarito le idee su uno scrittore che mi sembra metta al centro della propria azione letteraria il tema della memoria, ma declinandolo in queste due opere in modi e anche dimensioni molto differenti.
 
Le pianure è un romanzo molto breve e che dopo un inizio rapido prende una piega decisamente sperimentale se non ermetica, dove, pur riconoscendo uno stile illuminato e ricco e intenzioni giuste e ambiziose, il lettore rischia di fare molta fatica (io l’ho fatta). Qualcosa per il dolore è invece un romanzo-memoir classico, dove si riconosce la penna dello stesso autore, ma con una struttura differente e appunto più amichevole nei confronti del lettore stesso.
 
Tra i due libri in originale, va detto, passano 25 anni (in Italia sono usciti abbastanza vicini l’uno all'altro), eppure è difficile dire che il Murnane del 1982, quello di Le pianure, sia uno scrittore immaturo. Forse potremmo dire che è uno scrittore auto-indulgente e completamente calato nel suo progetto metanarrativo, dove la vicenda di un cineasta al servizio di una famiglia di possidenti australiani per realizzare un progetto su quelle pianure e su chi le abita, diventa, in modo quasi fin troppo ovvio, la ricostruzione del tentativo (impossibile) di ricostruire, filmare o scrivere quella e forse qualunque storia. Il ritratto della natura e dello spirito delle pianure è qualcosa di impagabile, tanto da evocare per tutta la lettura un’atmosfera di mistero, un'allure spiccatamente mistica e con contorni epici. Però, la storia-non storia si annoda e ripiega su se stessa (un effetto forse voluto), cosa funzionale al progetto di Murnane ma molto meno a un impegno di lettura fluida, pur con tutte le migliori intenzioni del sottoscritto. (Voto a Le pianure: 7).
 
Qualcosa per il dolore è fondamentalmente un memoir, ma visti i riflessi autobiografici che troviamo nei romanzi-romanzi di Murnane, sarà forse bene non fissarsi su definizioni troppo rigide, anche perché tra i “metodi” dello scrittore (un metodo quasi proustiano, direi, ragionando un po’ di grana grossa) c’è quello di mettere in discussione i ricordi della persona che narra, e più propriamente di valorizzare quelle fallacie della percezione/memoria tipiche di quando il percettore è bambino o adolescente, e il narratore ormai adulto si confronta con quelle impressioni rimaste vivide. Qualcosa per il dolore è anche una storia allo stesso tempo spiritosa e nostalgica, imbevuta di amore per la propria terra, di umana pietas e, ovviamente, di irriducibile passione per i cavalli (molto belle le pagine più tecniche e quasi documentali sulle corse e sugli ippodromi, e sulle loro liturgie).
Voto a Qualcosa per il dolore: 7.5.
 
Nelle differenze tra i due libri, che ho cercato di descrivere, si nota la presenza di una mano e di una poetica forti. E mi sembrano la mano e la poetica di uno scrittore di grande valore. Continuerò.

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Informazioni sui libri

Gerald Murnane – Le pianure

Traduzione di Roberto Serrai

Ed. Safarà 2019

129 pag.

Attualmente in commercio

 

Gerald Murnane – Qualcosa per il dolore. Memorie dal mondo dell'ippica.

Traduzione di Roberto Serrai

Ed. Safarà 2024

270 pag.

Attualmente in commercio


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