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RECENSIREPOESIA. MARIA BORIO - DAL DESERTO ROSSO

L'ULTIMA ANTROPOLOGIA 


Recensione di Valentina Murrocu

Maria Borio è poeta, saggista e cura la sezione poesia di “Nuovi Argomenti”; ha scritto i libri di poesia “Vite unite” (in XII Quaderno di poesia contemporanea, Marcos y Marcos, 2015), “L’altro limite” (Pordenonelegge-Lietocolle, 2017) e “Trasparenza” (Interlinea, 2019), oltre ai saggi “Satura. Da Montale alla lirica contemporanea” (Serra, 2013) e “Poetiche e individui” (Marsilio, 2018). “Dal deserto rosso” (Stampa 2009, 2021) è la sua ultima plaquette, uscita nei quaderni de La collana, a cura di Maurizio Cucchi.

A segnare i testi che compongono la plaquette è la continua tensione tra rivendicazione di un disagio, in primo luogo privato e che diviene collettivo («Non ho, non io, non sento – cerco/la schiena, stringo le ginocchia»; «sono un punto solo nel deserto rosso:/oggi è questa la mia dimensione»; «il rosso ha riempito lo spazio, vuoto, neutro senza uscita, e tutti sono come me») e un tentativo disperato di apertura all’altro o, al contrario, di allontanamento dallo stesso («Le persone in una forma sospesa su un deserto cinetico, /rotazione impazzita, materia liquida, più levigata»; «Pensarsi è unirsi»; «Osservi le persone, allontani un sentimento – /il deserto rosso, la scena, fermo-immagine»; «la tenerezza è un tessuto rigenerato»); una tensione, un conflitto interno al soggetto che emergono con violenza come da un sonno allucinato («Ho sognato tanti corpi, /i codici, i caratteri, la logica del profitto ancora impressi/nelle rughe» «In un sonno lunghissimo, mentre il silenzio intorno/alla zona rossa si allarga, ho sognato di essere un delfino»; «Così ha detto, così ho spinto, la polizia e tutti, /mani nel lattice, bocca nel cotone – forse/una divisa da restauro»)

Ne deriva un soggetto che pare implodere e fratturarsi di continuo nel dialogo con il suo doppio (l’altro, appunto) e una postura quasi sempre alto-tragica («quando tutto il dolore si cancella non c’è più mistero»; «forse non è/una stagione, ma l’ultima antropologia»; «la nostra specie, tutto il bene e il male») mentre la trama dei versi accoglie termini o espressioni disparate e che vengono prese in prestito (anche) al linguaggio della tecnica («deserto cinetico», «rotazione impazzita», «cortocircuito»). Allora, il tentativo dell’autrice di unire il momento biografico alla riflessione sul mondo, risulta riuscito, posto che la poesia è una forma di conoscenza: «È arrivata ma non dice niente della verità»; «e se vuol dire/passaggio forse dentro di noi esiste un filtro/un transfert violento»; «ma prima non c’era né verità – né solitudine»; «Ti scrivo e da questa stanza sussurro che se un punto/non ha dimensioni è perché le ha unite tutte in sé»; «“verità” e “verità”, “eroismo spoglio…” – e lei è solo una persona, e contempla, adesso.»

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Informazioni sul libro

Maria Borio - Dal deserto rosso
28 pagine
Edizioni Stampa 2009. 2021
Attualmente in commercio

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Valentina Murrocu (1992) è laureata in Storia e Filosofia presso l’Università degli Studi di Siena. La sua raccolta poetica d’esordio, “La vita così com’è” (Marco Saya Edizioni, 2018) è stata segnalata al 33° “Premio di poesia e prosa Lorenzo Montano”, edizione 2019. Ha vinto la II edizione del “Premio Letterario Nazionale Gianmario Lucini” per l’inedito. Suoi testi inediti sono apparsi su Nuovi Argomenti, partage du sensible e Poesia del Nostro Tempo. Collabora con Poesia del Nostro Tempo e Recensireil mondo.

 

 

 

 

 

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