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LE ANTICIPAZIONI. ITALIANI. ESOTICI. ANGLOSASSONI.

FOGLIE INGIALLITE, ROMANZI COLORATI


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È in vista l´autunno, dei grandi libri evento ho già parlato, quindi passo a "svuotare" la lista dei desideri con altri libri in uscita in questa stagione, magari non libri-evento (che poi è una definizione diciamo ampiamente discrezionale) ma spero interessanti.

GLI ITALIANI

Dopo il tour de force (molto riuscito) di Le cose semplici, libro complesso, tentativo italiano di romanzo totale, passato troppo poco osservato per il valore che ha, Luca Doninelli torna con La conoscenza di sé. Come tanti compagni di scuderia, lo scrittore bresciano si trasferisce da Bompiani (a cui il passaggio a Giunti finora non sta facendo bene) a La Nave di Teseo. Qui Doninelli torna a un formato più agile con quattro racconti milanesi, dedicati a quattro differenti personaggi femminili. Il mio consiglio spassionato è intanto di recuperare Le cose semplici, nel frattempo io leggo per voi questo.

Con La resistenza del maschio Elisabetta Bucciarelli aveva azzeccato una sua rapida sapida visione sul tema della seduzione, ma soprattutto sulla natura del "maschio" (come da titolo) nei nostri giorni. Libro brillante, all´altezza della tosta autrice. Esce ora per Skira Chi ha bisogno di te, storia che pare nuovamente dedicata al tema dell´innamoramento, degli infingimenti e delle relazioni, incentrato sulla figura di Meri, una ragazza che inizia a ricevere messaggi anonimi da un ammiratore segreto, e delle donne e gli uomini che le girano attorno. Sono indubitabilmente curioso, visto il tiro del precedente, romanzo non particolarmente originale nelle tematiche, ma incisivo e ben giocato, succinto nella migliore accezione del termine (anche qui siamo sul breve, attorno alle 140 pagine).

GLI ESOTICI

Aravind Aviga è un valente scrittore indiano di lingua inglese che con La tigre bianca è riuscito molto bene a riassumere le dinamiche di un paese in trasformazione, facendo sentire meno la mancanza della doppiaV della letteratura del suo paese (Vikram Chandra e Virkam Seth, ambedue assenti da un po´di tempo). Esce ora per Einaudi Selection Day: troviamo anche qui un India arrivista e desiderosa di riscatto - come si suol dire - sotto forma di un padre che vede nelle doti sportive dei figli (in particolare, nel cricket, sport strutturatissimo e già alla base del bel La città invincibile di Joseph O´Neill) la strada per uscire dai bassifondi di Mumbai. Nota a margine: la copertina molto simile a quella del Grande romanzo americano di Philip Roth. Aviga - secondo me - è scrittore in cui credere.

Négar Djavadi é una sceneggiatrice e scrittrice francese di origini iraniane, che con Disorientale (in uscita per E/O) ha avuto risonanza in patria, e ora internazionale.
Si tratta - mi pare - di una sorta di saga familiare intrisa di autobiografia e realismo magico, dove una sorta di alter-ego dell´autrice ritrova il suo passato, le sue storie e quelle della sua famiglia attraverso dei geni della lampada, che la ricongiungono ai suoi ricordi iraniani e alla sua identità (parzialmente) perduta.

GLI ANGLOSASSONI

Anthony Cartwright  è scrittore inglese di quelli che sembrano marcati da una visione proletaria, dai geni di Sillitoe e dalle preferenza calcistiche di un Hornby (ma molto meno pacificato) e di un Peace.
Un paio di anni fa Heartland aveva comunque fatto parlare di sé, esce ora - sempre per 66th and 2nd - Iron Towns. Città di ferro (eh sì, traduzione nel titolo, che la gente è pigra e mica prende il dizionario, se non sa l´inglese), tra sobborghi operai, sogni perduti, calcio da serie minori, andatevi a vedere il riassunto di trama e dite se questo non è un libro che si debba prendere per alimentare rimpianti e speranze. E mi pare abbia anche un bell´endorsement da parte di un certo Jonathan Coe.

Einaudi da qualche tempo sta recuperando tutta la produzione del bravo (ma non eccezionale) Julian Barnes, a fine Settembre esce Prima di me, del 1982, venuto quindi dopo Metroland, e appena prima del Pappagallo di Flaubert, primo vero successo dello scrittore inglese.
Ai tempi Barnes e Amis erano amici, e la trama sembra gradevolmente amissiana o barnessiana con influenze amissiane: un "goffo e noioso professore" incontra la proverbiale ninfetta che ne risveglia appetiti e gioia di vivere, fino all´inevitabile rovesciamento (lei - a sua volta - lo tradisce) e alla trasformazione in commedia nera. Non so se fidarmi di tutto quello che scrive Barnes, ma diciamo che questo incuriosisce sia per il confronto con Amis, sia anche per qualche analogia con la più tarda produzione dello scrittore (il tema delle illusioni perdute, ad esempio, come ne Il senso di una fine):

Sei romanzi mi sembrano abbastanza, per ora, ma ho altre cartucce nella fondina. Stay tuned.

Commenti

  1. Andata per "Le Cose semplici" di Doninelli. Mi intriga quel che scrivi su questo autore

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    1. grazie del commento, libro davvero molto interessante

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