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LE ANTICIPAZIONI. ISHIGURO. JAUFFRET. KNAUSGARD. SANDGREN. KINSKY. PERSUAD. SZALAY. YU. LOWRY. GENOVESI. BRIZZI. VACCARI. BARLOCCO.

PRIMAVERA E LIBRI


Siamo in una fase di discreto affollamento dei calendari editoriali e ho pensato di fare il punto su alcune uscite attuali o delle prossime settimane.

Confermiamo intanto la data di uscita definitiva di una delle uscite importanti di questa stagione, il nuovo romanzo di Kazuo Ishiguro, Klara e il sole, in libreria dall'11 Maggio in Einaudi. Come già detto in altre "puntate" sembra un po' la versione di Ishiguro e con robot femmina di Macchine come me, dello scrittore-collega inglese Ian McEwan.

Altra anticipazione credo importante anche perché inaspettata è il secondo volume delle Microfictions di Régis Jauffret, che porta con sé anche una storia editoriale particolare. In effetti il primo Microfictions pubblicato da Clichy nel 2019 e vincitore del premio Goncourt è uscito sul mercato francese con il titolo di Microfictions 2018, mentre il volume, altrettanto corposo (mille pagine), in arrivo adesso è l'originario e primo Microfictions pubblicato in francese nel 2007. Se siete confusi, sappiate che inizialmente lo ero anche io, penso semplicemente che la storia italiana del libro sia stata guidata dalla vittoria del premio con l'urgenza di uscire in tempi brevi con il libro vincitore. Certamente parlare di Volume 2 per questo che arriva ora non aiuta a fare chiarezza, ma va bene, sempre di Microfictions (quindi di un "organizzazione" di micro-racconti di massimo due pagine) si tratta.

Continuando in ambiti internazionali e in "serie" di libri, segnalo il completamento per Feltrinelli della tetralogia delle stagioni di Karl-Ove Knausgard con In primavera (già uscito) e In estate (a fine Luglio) a completare questa nuova opera in volumi, meno corposa rispetto alla saga autobiografica di La mia lotta. Confesso che devo ancora leggere il primo In autunno, terrò tutti aggiornati.

Rimango in Scandinavia per La famiglia Berg di Lydia Sandgren (Mondadori), un librone di 800 pagine, saga-familiare svedese con una classica retrospettiva su una vita e sulle sue giravolte, un grande successo in patria e a prima vista un libro scorrevole (come spesso stilisticamente sono le saghe familiari) ma non banale.

Rimanendo in Europa, un nuovo memoir narrativo (ormai genere tipico sia del periodo che dell'editore) per Il saggiatore, Sul fiume della tedesca Esther Kinsky, ambientato a Londra ma forse ambientato "ovunque" (perché si spazia appunto nei ricordi della protagonista). L'editore nel presentarlo ha tirato fuori il paragone (impegnativo) con Sebald. 
Dalla Trinidad e Tobago arriva invece Ingrid Persuad, sta per uscire per E/O il suo Love after love, un romanzo che potrebbe sembrare tra l'esotico e il sentimentale (fondamentalmente una storia di relazioni e protezione) e organizzato in maniera polifonica ma con un occhio alla scorrevolezza (che non significa necessariamente, anche qui, che si tratti di un libro banale). Insomma potrebbe essere un libro da classifica, ma anche da lettori diciamo raffinati.
Continuando con la letteratura di lingua inglese, segnalo la pubblicazione per Liberlibri di Primavera di David Szalay, un recupero del 2012 per uno scrittore che ha avuto successo di pubblico e critica con gli ultimi Tutto quel che è un uomo e Turbolenza. Sembra una storia d'amore "disperso" (quelle storie dove sembrano unirsi due solitudini senza vera speranza di creare qualcosa di duraturo) scritto con il classico stile laconico ma ficcante dell'autore.
E per finire con l'inglese un classico e un premiato. Il primo è Malcom Lowry (Sotto il vulcano, per intenderci) di cui esce per la prima volta in traduzione italiana (di Marco Rossari, per Le comete di Feltrinelli) il romanzo incompiuto La mordida, con tanto Messico, tanto alcol e tanti turbamenti e allucinazioni, insomma tanto Lowry con il fascino (e i limiti?) dei romanzi incompiuti.
Il premiato è Chinatown interiore di Charles Yu, National Book Award per la fiction nel 2020, appena uscito per La Nave di Teseo (che sta facendo un mercato piuttosto aggressivo sui titoli dei grandi premi americani). La copertina e il titolo dicono molto di un romanzo che ha appunto quelle atmosfere, con protagonista un attore di origine cinese relegato appunto a quei ruoli di caratterista, lo stile ha un "taglio" molto moderno e uno stile vivace, sembra molto interessante.

Mi pare giusto finire con gli italiani, fin qui non presenti. I primi due sono ascrivibili al mainstream ma sono bravi e ci sono affezionato pur tra gli alti e i bassi delle loro ormai lunghe carriere, Fabio Genovesi torna a Maggio per Feltrinelli con Il Calamaro gigante che sembra un terzo favola (d'altra parte i toni favolistici stanno prendendo piede da tempo nella sua narrativa), un terzo romanzo d'avventura alla Stevenson e un terzo apologo ecologista. Appena pubblicato da HarperCollinsItalia è il nuovo di Enrico Brizzi, La primavera perfetta, una classica storia brizziana di sentimenti, destini, famiglie, caduta-redenzione (il protagonista è il manager in disgrazia del fratello, campione di ciclismo) che dovrebbe appassionare o almeno incuriosire i "fan" dell'autore (io sono uno di loro).

Atmosfere e premesse completamente diverse per un libro che aspetto con grande curiosità visto anche il valore molto elevato del precedente Un marito. Parlo di Michele Vaccari e del suo nuovo Urla sempre, primavera, romanzo distopico con cui tra le altre cose l'autore "fa i conti" (trasfigurandola) con l'esperienza del G8 a Genova. Il libro esce a fine Aprile per NN e pure la confezione mi pare strepitosa, potrebbe essere tra i libri italiani importanti della stagione.

Chiudo con un altro autore genovese, che non è un classico ma alla luce di Un negro voleva Iole, tra i miei libri dell'anno nel 2020, dovrebbe forse esserlo. Marcello Barlocco, scrittore maledetto, irregolare, praticamente dimenticato, ci viene riproposto da Giometti & Antonello che con la pubblicazione del romanzo Veronica, i gaspi e il Monsignore prosegue con un lodevole tentativo di riscoperta. Anche in questo libro sembrano prevalere - ed è bene che sia così - le atmosfere surreali e spesso inquietanti - ma calate in un contesto realistico - che ho riscontrato nei racconti (davvero di alto livello).

Bene, mi pare di essermi messo in pari, anche se le uscite continuano, quindi stay tuned, come di consueto.




Commenti

  1. Rubrica ricca. Il libro di Charles Yu devo passare a ritirarlo. La nave di Teseo ha già pubblicato il romanzo di Rumaan Alam, "Il mondo dietro di te", che era nella shortlist: ho visto che ne abbiamo la stessa opinione. Per Mondadori a inizio anno è uscito "La storia di Shuggie Bain" di Douglas Stuart, altro titolo della cinquina finale (il livello della shortlist del National Book Award è "un po' diverso" da quello dello Strega, ma IMHO).

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    1. Quello di Yu mi sembra interessante anche come struttura. Shugghie Bain devo ancora leggerlo, mi pare più tradizionale. Il livello credo pure io sia diverso ma è anche vero che pure nei premi americani non sono solo capolavori, anche se spesso la "Bolla" si entusiasma (in buona fede, eh) e li tratta come tali

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