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LIBRI E RECENSIONI. NOTED/UNNOTED NUMERO 1

NOTED/UNNOTED NR.1


L'idea di questa rubrica mi ronzava in testa da tempo, ma si è concretizzata grazie al gentile invito di un amico. In effetti oltre ai libri letti ci sono anche quelli in lettura, va considerato il fatto che non sempre metto le recensioni subito dopo aver finito il libro,ci sono gli arrivi, gli acquisti, le liste, tutte cose che escono (per fortuna!) un po' dalla normale logica delle rubriche del blog.

Questo si propone quindi di diventare uno spazio-lista di aggiornamento leggero e discorsivo su letture in corso (o non ancora recensite), arrivi e segnalazioni, libri in lista, con qualche puntata nell'ambito musicale.

Il titolo è rubato da una rubrica di Rockerilla. Prendiamolo come un omaggio. L'immagine a corredo è provvisoria, dal web, ma libera da diritti.

Per quanto riguarda le Letture, come molti vado spesso in parallelo su più libri. Sto ad esempio leggendo Viaggio a Echo Spring di Olivia Laing (Il Saggiatore), sul tema dell'alcolismo dei grandi scrittori. Nonostante l'indubbio interesse (per me) dell'argomento, come già nel primo libro dell'autrice Cittá sola trovo qualcosa che non mi convince appieno, e qui una certa trascuratezza nell'editing (non so se già nell'originale o nella traduzione) non migliora le cose.Sembrerebbe un'occasione perduta con alcune pagine interessanti, ma non ho ancora finito.
Poi La collagista di Francesca Mazzucato (Arkadia), libro breve e intenso, moderno nella struttura centripeta, nel filone memorialistico e divagante che sta prendendo piede "forzando" i modi del romanzo, molto classico nella cura e nella lavorazione della lingua, delle frasi.
Un libro che mi sto trascinando e che trovo deludente è Grandi illusioni dell'inglese Graham Swift (Neri Pozza), che sembra un po' un Barnes (quello fuori forma) ulteriormente depotenziato. Forse ha scritto di meglio, vista la fama.
Lettura principale ed entusiasmante è invece Autunno di Ali Smith (Big Sur), primo della quadrilogia delle stagioni destinata a completarsi con Estate, in arrivo questa estate (non a caso). Non dico altro perché voglio godermi la recensione.
Una nota brevissima sulla rilettura di Sotto il vulcano di Malcolm Lowry (Feltrinelli) nella mia edizione molto vintage con la traduzione di Giorgio Monicelli (e non la nuova di Marco Rossari). Si cambia, come lettori, e devo dire che ai tempi l'evidente arcaismo (pur con un suo fascino antico) di questa traduzione non ricordo mi avesse disturbato o rallentato, ora sento al contrario un certo tipo di stridore, di fatica, e ci si potrebbe qui imbarcare nel più ampio discorso delle traduzioni e della necessità di rivederle e rinnovarle, laddove - se ci pensate - la lingua dell'originale rimane sempre la stessa.

Per quanto concerne gli Arrivi, sono venuto in possesso (qualcuno direbbe finalmente) di Tina. Storie della grande estinzione opera collettiva curata da Matteo Meschiari e Antonio Vena, pubblicata da Aguaplano e di cui si è parlato molto (per la struttura, per le ambizioni, per il tipo di tematiche diventate poi ancora più urgenti e attuali) e su cui potrò ora farmi un'idea mia.
Due opere di critica: la prima è la monumentale antologia di saggi Il romanzo del nuovo millennio, curata da Giuseppe di Giacomo e Ugo Rubeo per Mimesis editore. I saggi sono quaranta, di livello universitario (parlo di chi li ha scritti) e ve ne dico tre per farvi capire la portata: Il romanzo tedesco dell'ultimo trentennio, Ciò che è un romanzo e altro non è, è un romanzo (considerazioni sul romanzo bulgaro moderno) e Narrativa francofona del Maghreb. Una sorta di mappamondo del romanzo, uno di quello che chiamo testi sacri.
Poi il secondo, Fuga dalla rete di Luca Pantarotto (Milieu) che esplora i rapporti tra Internet, new- e social media e letteratura, in particolare quella americana, di cui Pantarotto (che è un gran divulgatore, e sa divulgare perché conosce) è uno specialista. 
E ancora una faccenda per me anche affettiva: uno dei primi autori emergenti che ho recensito è stato Simone Delos con la sua raccolta di racconti (delicati, sentimentali, onesti) Ventuno. Ora ho tra le mani il nuovo L'anatomia della sirena (Bertoni) e verificherò stato delle cose, progressi, evoluzioni.

Per Lista dei desideri: ci è entrato l'inglese Adam Foulds con Ai margini del sogno (Bollati Boringhieri), una storia di rapporto fan/star quasi alla Misery ma qui virata satira/costume/potenziale fiaba amorosa. Ho letto recensioni convincenti.
Poi la riedizione dei racconti di Thom Jones nell'antologia Il treno notturno che raccoglie per Minimum Fax il "meglio" della produzione di questo scrittore da noi non molto conosciuto e che si muove in territori di epica dal basso alla Denis Johnson / Munro che trovo molto interessanti. Aggiungiamo che in Italia i suoi libri sono attualmente fuori commercio, questo esce invece il 4 Marzo.
Da Pantarotto ho intanto ricavato uno spunto, un'opera fortemente satirica sul tema della rete che avevo trascurato all'uscita, ovvero Io odio Internet di Jarret Kobek, uscito per Fazi.
Mentre giravo nel catalogo dell'editore Playground ho notato La madre di tutti i dolori di Richard McCann insieme "romanzo di racconti" e storia evolutiva dei rapporti e i sentimenti in una famiglia  americana nel dopoguerra. Mi fa pensare a un "classico nascosto", vedremo.
Infine, Luna di miele di Chuck Kinder (Fazi) per un unico e validissimo motivo, Kinder è il Grady Tripp del Wonder Boys di Michael Chabon e questo romanzo è la versione molto rivista e molto tagliata di quello (appunto Wonder Boys) alla base del bel libro di Chabon. 

Finiamo con la musica. Due miei nuovi "giocattoli" sono una tetralogia/enciclopedia pop di Brian Woodbury dal titolo unitario di Anthems and Antithets di cui finora sono usciti i primi tre capitoli (in tutto settanta canzoni, eclettiche variazioni sul formato pop/rock). Se vi è venuto in mente 69 Love songs dei Magnetic Fields, ecco, è un riferimento abbastanza plausibile.
Poi la versione in vinile di The Best of Dropkick. I Dropkick sono la mia band del 2019-21, sono una sorta di Teenage Fanclub meno vari (hanno un solo songwriter, il leader Andy Taiyor, contro i tre dei Fannies) ma attualmente fanno secondo me musica più viva e superiore rispetto ai loro colleghi e compatrioti (scozzesi). Sono dei pazzi scatenati, da quando li seguo (autunno 2019) sono usciti il nuovo album e questo best of, l'album del progetto collaterale The boys with the perpetual nervousness e quattro dischi di inediti di Taylor dalle sue Lockdown Sessions (durante la prima fase della pandemia, Taylor ha fatto numerosi e validissimi concerti-diretta Facebook, con chitarra e backing track dove il nostro si faceva i cori e suonava praticamente...tutto (e bene). In tutto direi una settantina di canzoni inedite e tutte di un livello davvero buono, con puntate nell'ottimo/straordinario - parliamo di musica semplice, potremmo sintetizzare in "settanta modi di dare significato ai soliti quattro o cinque accordi".
Trovate questa musica su Bandcamp, qualcosa dei Dropkick anche su Spotify.

Bene, finita la prima puntata, spero vi piaccia. Ci risentiamo.

Commenti

  1. Un mio amico aveva un quadernetto dove teneva tutto sotto controllo. Essendo un consumatore compulsivo si trattava essenzialmente di segnarsi quello che comprava. O i film che vedeva al cinema (anche quello un acquisto, insomma). Ci teneva molto, al suo quadernetto, per motivi ignoti ai più. Poi l'alluvione glielo portò via nel 1994 e da allora non ha più nessun quadernetto e dice che alla fine sta bene lo stesso. E' il mio dentista. Potrebbe però fare un blog in cui oltre che di denti parla di quello che compra, come negli anni 80-90.

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    1. devo dire che anche io uso taccuini e quadernetti. per ora, per fortuna, senza alluvioni. Marco

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  2. Bella, bella: mi piace molto questa rubrica nuova. E poi ci sono tutte le riflessioni accanto ai titoli, non posso chiedere di più. Grazie!

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  3. grazie, sono molto felice che ti piaccia. Marco

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