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LIBRI E RECENSIONI. STEFANO CORBETTA - LA FORMA DEL SILENZIO

LE CONSEGUENZE DEL VUOTO

La forma del silenzio - Stefano Corbetta - copertina 


Dopo Le coccinelle non hanno paura e Sonno bianco arriva con La forma del silenzio il terzo romanzo di Stefano Corbetta, il primo per la major Ponte alle Grazie. Rispetto ai primi due ho riscontrato da una parte il proseguimento di un percorso, soprattutto tematico, dall´altra un´ulteriore evoluzione specie nell´ organizzazione e nella gestione della trama e del ritmo.

Come nei precedenti al centro si trova un trauma, una malattia, qui più precisamente un difetto di fabbricazione (la sordità di Leo, il bambino co-protagonista della vicenda), esplorati nell´effetto che essi producono sulle relazioni familiari e sul modo in cui le persone, diciamo i sani, i normali, i superstiti, vedono se stessi ed entrano in un rapporto di negoziazione con l´assenza, con la voragine che si apre nelle loro esistenze (questo vuoto, questo buco, mi sembra in particolare il nucleo alla base degli ultimi due romanzi).

Nella storia della sparizione di Leo, della vita emozionalmente sospesa della sorella Anna, della resistenza strenua della madre Elsa e attraverso la comparsa di un personaggio che pare custodire un segreto importante, Corbetta innesta un montaggio parallelo molto ritmato muovendo il romanzo ai confini del vero e proprio page-turner con contorni quasi (quasi!) da giallo e thriller psicologico. In questo, il libro mantiene un encomiabile equilibrio: la cattura del lettore tramite gli elementi di trama e il loro dispiegamento nel libro non va a discapito dell´elemento diciamo riflessivo e del cuore pensante del romanzo, che è poi - mi pare - l´esplorazione del silenzio del titolo, quello propriamente detto dei sordomuti come Leo, e quello creato dalla rarefazione dei sentimenti e dal timore di essere feriti. A questo si aggiungono uno sforzo documentale molto incisivo nel trattamento delle conseguenze della sordità (i personaggi si esprimono talvolta nella lingua dei segni) e una scrittura che rimane spiccatamente analitica e visiva, con frequenti aperture liriche e paesaggistiche (siamo di nuovo in un sud milanese brumoso, funzionale agli sviluppi del libro) e con un livello davvero alto nelle parti dialogate.

La combinazione di libro di trama - quelli che esigono una lettura rapida per arrivare alla fine e allo scioglimento - e romanzo di temi, ambienti e relazioni necessita di ottima tecnica e buon controllo sulla propria scrittura. A Corbetta, con La forma del silenzio,è riuscito un colpo di questo tipo, un romanzo che ho finito in un giorno, il suo migliore finora (e avevo apprezzato molto gli altri due) e simbolicamente un ottimo inizio per l´ultima parte dell´anno editoriale alla ripresa lavori dopo la breve pausa estiva.

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Informazioni sul libro
Stefano Corbetta - La forma del silenzio
Ed. Ponte alle Grazie 2020
240 pag.
Attualmente in commercio

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