UNA NUOVA STAGIONE
Ho abbracciato quest´anno il principio della pausa estiva; ora con Agosto, forse un po´in anticipo rispetto agli altri anni, riprendono le uscite interessanti, alcune delle quali (non tutte) ho provato a radunare qui, concentrandomi sulla letteratura estera.
John Freeman - Dizionario della dissoluzione (Black Coffee, 14 Ottobre)
Freeman è un critico letterario, saggista e diciamo ideologo della nuova letteratura americana, prima come editor di Granta, poi in proprio con la sua rivista Freeman´s. Non mi soffermo qui su quello che emerge dalle sue scelte antologiche per la rivista stessa.
Questo saggio-dizionario (lo è veramente, con ventisei parole "chiave" scelte dall´autore) è fondamentalmente nato come risposta politica e civile all´elezione di Trump nel 2016. In tempi di nuove elezioni negli Stati Uniti, potrebbe essere utile recuperarlo (per inciso le prime due parole sono "Agitate" e "Body").
Lina Wolff - Gli amanti poliglotti (Codice, 30 Settembre)
La Wolff è una scrittrice svedese, che dopo varie traduzioni in inglese e in tedesco arriva ora anche in Italia con questo romanzo, una sorta di commedia surreale e lotta tra i sessi in ambiente diciamo letterario. Tutti i critici che ne parlano sono abbastanza concordi a giudicare assurda la triangolazione della trama (una donna conosce un uomo via Internet, lo incontra e a parte scazzarci e farci sesso scopre che lui è l´unico depositario del manoscritto di uno dei più grandi scrittori dei loro tempi). Compare anche, come oggetto di dibattito tra i due, Houllebecq. La scrittura è moderna, ritmata, laconica. Insomma: stranissimo e per i miei gusti irresistibile, almeno per metterlo nelel varie liste e guardarci dentro
Camilo José Cela - La famiglia di Pascal Duarte (Utopia, 17 Settembre)
Due eventi in un libro, Cela è stato Premio Nobel per la letteratura nel 1989 ma in Italia è pubblicato poco e frammentariamente, Utopia è un nuovo e giovane (per età anagrafica di chi ci sta dietro) editore nato durante il primo lockdown, e che si propone di "raccogliere alcune tra le voci più rappresentative della narrativa e della saggistica contemporanee, europee e straniere, in traduzione italiana" (tra gli italiani, esce quasi in contemporanea a questo Bontempelli).
Mica poco! Questo è l´esordio di Cela, del 1942, dove fin dalla forma epistolare pare richiamarsi "in negativo" la traduzione del romanzo picaresco spagnolo, calato nella realtà spagnola del diciannovesimo secolo.
Chris Offutt - il fratello buono (Minimum Fax, 29 Agosto)
Minimum Fax sta ripercorrendo (pubblicando) tutta la produzione di questo autore americano, da quello che potrebbe essere più tradizionalmente considerato Gothic-noir (ad esempio: Country Dark) alla memorialistica (Mio padre, il pornografo).
Il fratello buono è un romanzo del 1997, diciamo sul filone originario gotico-rurale.
Ta-Neishi Coates - Il danzatore dell´acqua (Einaudi, 22 Settembre)
Conosciamo Coates come saggista, in particolare sui temi razziali, in questo senso fondamentale il pamphlet Tra me e il mondo.
Questo è il suo primo e molto atteso romanzo, e questa storia di schiavismo, fuga e liberazione, screziata di lirismo e realismo magico, sembra ricondurre a La ferrovia sotterranea di Whitehead, ma ancora di più ai capolavori di Toni Morrison e James Baldwin (faccio nomi che la critica americana ha fatto). Non so se sia il libro per me, ma é stato un libro acclamato in patria e credo se ne parlerà.
Karl-Ove Knausgard - In autunno (Feltrinelli, data da definire, in Ottobre)
Eh sì, Feltrinelli non ci lascia a secco e dopo l´enorme saga autobiografica de La mia lotta) pubblica anche il cosiddetto "quartetto delle stagioni" con cui Knausgard ha continuato il suo percorso, sempre in termini di memoir, qui più intimo e diaristico. Ogni libro ha il titolo di una stagione e ognuno è dedicato a uno dei suoi (allora quattro) figli. Le dimensioni sono più contenute rispetto all´opera precedente, siamo tra le 200 e le 300 pagine per ogni volume.
Sono molto curioso, anche perché da quanto ho visto e capito lo stile e l´atteggiamento sono un po´più potabili, meno radicali, rispetto a La mia lotta e magari potrebbero attirare più lettori o - detta in un altro modo - respingerne meno, anche se non credo cambieranno i destini editoriali di Knausgard in Italia.
Finisco qui, penso e spero che ci rivedremo presto con altri libri, alcuni italiani qui non compresi. Stay tuned.
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