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LIBRI IN USCITA A INIZIO NOVEMBRE. MCEWAN, MALLO, WRIGHT, HAN KANG E ALTRI

LIBRI IN USCITA 

Ian McEwan – Quello che possiamo sapere (Einaudi, 4 novembre)

Ian McEwan

Come sempre una sorta di evento il nuovo romanzo di McEwan, uscito in Italia poco dopo la pubblicazione in inglese, un McEwan qui vagamente distopico e che in parte vuol dare la sua “take” sul climate change (il romanzo è per gran parte settato in un ventiduesimo secolo post-catastrofe climatica), anche se emergono molti altri aspetti, e d’altra parte McEwan non è certo scrittore ideologico o manicheo.
Recensioni in patria – nel complesso – solo “mixed”, senza unanime entusiasmo (che invece avevo riscontrato per il precedente Lezioni).
Quoziente lista: 10 su 10
Incipit: Il 20 maggio 2119 presi il traghetto della notte da Port Marlborough e nel tardo pomeriggio arrivai al piccolo attracco nei pressi di Maentwrog-under-Sea che serve la biblioteca Bodleiana nella Snowdonia. Era una giornata primaverile, tiepida e senza vento e il viaggio era stato tranquillo, anche se, come è facile immaginare, dormire seduti su una panca in doghe di legno è un supplizio.
 
Earl Thompson – Tattoo (Gramma Feltrinelli, 4 novembre)
La letteratura americana offre spesso recuperi interessanti: qui Earl Thompson, scrittore morto relativamente giovane nel 1978, senza aver potuto completare una sua "saga" autobiografica di cui Tattoo è il secondo (lungo) capitolo dopo A garden of sand (tradotto in italiano in tempi remoti). Arriva in Italia adesso con un po’ di fanfara e la traduzione di Tommaso Pincio; il momento descritto nella propria biografia è quello di un’adolescenza ribelle o anticonformista, e di un tentativo di arruolarsi nell'esercito – quindi direi in sintesi un romanzo di formazione. Voce cruda, giovanile e un po’holdeniana (non so dire quanto per influenza del traduttore).
Quoziente lista: 5 su 10
Incipit: Che la Germania si fosse arresa fu un vero colpo per il ragazzo, l’ennesima boiata che andava a frapporsi tra lui e la gloria. Da Pearl Harbor in poi non aveva calpestato una sola crepa nell’asfalto, il rituale segreto dagli echi pagani con cui contava di garantirsi che la guerra non sarebbe mai finita.
 
Angela Flournoy – La casa dei Turner (Keller, 29 ottobre)
L’esordio (nel 2015) di una allora molto giovane scrittrice viene ora tradotto in italiano, mentre il suo secondo romanzo, The Wilderness, è stato nella longlist del National Book Award del 2025 (non so se e quando sarà tradotto).
Sembra una classica saga familiare polifonica, legata alla casa e alla famiglia del titolo (nera) e ambientata perlopiù a Detroit. Stile direi classico e tipico di questo tipo di storia che richiede un certo respiro. Trovo le copertine di Keller troppo frivole (sempre per il tipo di romanzo che “racchiudono”) ma insomma, è questione a sua volta frivola, di gusto.
Quoziente lista: 5 su 10
 
Alexis Wright – Meritoria (Il Saggiatore, 7 novembre)
Il Saggiatore ci ha abituato ai libri-impresa, di grandi dimensioni e contenuto spesso sperimentale: è questo il caso anche di Meritoria (in originale Preiseworthy, la città immaginaria dove è ambientata la storia) della scrittrice australiana aborigena Alexis Wright. Meritoria è una distopia dal carattere apocalittico, visionaria e unita ad elementi di saga familiare. Sono quasi 700 pagine, il prezzo non arriva a 30 euro che per l’editore sembra anche poco. Stile interessante, epico, evocativo, favolistico e postmoderno allo stesso tempo.
Quoziente lista: 9 su 10
 
Han Kang – Il libro bianco (Adelphi, 4 novembre)
Nuova uscita italiana della scrittrice sudamericana Premio Nobel per la letteratura nel 2024. Questo libro, del 2016, è quindi precedente a Non dico addio, e in questi casi io mi chiedo perché l’editore, evidentemente, non avesse deciso di tradurlo in prima battuta e lo faccia “solo” sulla scorta del Nobel. La risposta potrebbe essere nella sua natura tra autobiografia “frammentaria” e riflessione etereo-saggistica sul colore bianco, qualcosa insomma di a prima vista molto diverso e meno denso rispetto agli altri libri della scrittrice. A dire il vero, mi paiono numerosi anche gli spazi bianchi sulla pagina.
Quoziente lista: 2 su 10
Estratto: È stato molto tempo fa.
Prima di firmare il contratto d’affitto, ero tornata a vedere la casa.
La porta di ferro, che in origine doveva essere bianca, col tempo era scolorita.
 
Olivia Laing – Specchio d’argento (Il Saggiatore, 7 novembre)
Conosciamo, o almeno conosco, la Laing per i suoi saggi narrativi come Viaggio a Echo Spring (sugli scrittori alcolisti) e Città sola (sull’arte) che ho trovato interessanti nelle premesse e suggestivi in alcune pagine, ma nel complesso freddini e talvolta eccessivamente nozionistici. Ma questo libro è un'altra storia, o meglio È una storia, un romanzo, fiction, ambientato in Italia e nell'ambiente cinematografico (a Venezia e poi a Cinecittà) e incontrando addirittura la parabola, gli ultimi mesi o momenti, di Pier Paolo Pasolini. Lo stile mi sembra riconoscibile (protagonista “lo sguardo”, piuttosto paratattico, ricco di immagini che combinano interiore ed esteriore) e magari senza nozionismo scorre meglio, funziona di più.
Quoziente lista: 7 su 10
 
Augustín Fernández Mallo – Il libro di tutti gli amori (Utopia, 7 novembre)
In Trilogia della guerraa lo spagnolo Mallo, poeta e scrittore (come Lerner, a cui secondo me assomiglia), mi era sembrato uno tra gli scrittori contemporanei più validi ed eccitanti. Arriva adesso, sempre per Utopia, questo nuovo "ogetto" (in originale del 2022). Come e forse di più di trilogia sembra essere un romanzo ibrido e composito, di storie a incastri, tra narrativa, saggio-riflessione e poesia. La miscela può produrre un risultato eccellente o ferale, dall'estratto che ho letto (forse non del tutto rappresentativo) potrebbe sembrare un mix tra DeLillo e Teju Cole.
Quoziente lista: 9 su 10
 
Nicola Manuppelli – Gatsby. Lezioni fuori rotta su un classico americano (Jimenez, 7 novembre)
Manuppelli, ottimo traduttore e direi anche ottimo americanista “di fatto” affronta, racconta, tematizza Il Grande Gatsby, con un libro che, premessa dell’editore “Non vuole essere un saggio accademico” ma “Un racconto critico su come si legge il romanzo”.
Quoziente lista: 5 su 10.

 

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