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LIBRI IN USCITA DAL 24 GENNAIO

LIBRI IN USCITA

Come di consueto i libri più interessanti in uscita questa settimana.

Colm Tóibín – Il mago (Einaudi, 24 gennaio)


Tóibín - Il mago


Che dire, uno scrittore come Tóibín che “fa” la storia di Thomas Mann, in 500 pagine – quindi col giusto respiro.
In lista? Assolutamente sì, senza aggiungere altro.

Uwe Timm – Come mio fratello (Sellerio, 27 gennaio)

Un romanzo del 2003 di uno scrittore tedesco tra i più quotati in patria; qui, in tempi meno inflazionati, univa romanzo e memoir (con prevalenza di quest’ultimo) nell’indagare – come dice il titolo – la storia del fratello arruolatosi volontariamente nelle SS.
In lista? Direi di sì con un minimo di attenzione, perché Timm non sempre mi ha convinto. Molto bello ad esempio La scoperta della Currywurst, piuttosto noioso invece Un mondo migliore.

Jean Kyoung Frazier – Pizza Girl (Blackie, 24 gennaio)

Un romanzo di formazione, descritto come scatenato e divertente, di una giovane scrittrice statunitense di origine coreana. Ha un'aria un po’ “millennial” (la scrittrice ha meno di trent’anni e parla a persone come lei) ma declinato in modo picaresco/non-Rooney.
In lista? La scrittura mi pare interessante, ma forse no (non ho più trent’anni).

Carlo Emilio Gadda – Giornale di guerra e di prigionia (Adelphi, 24 gennaio)

I già editi “quaderni” del Gadda soldato durante la prima guerra mondiale, in edizione arricchita da sei taccuini ritrovati nel 2019 e non presenti nell’edizione precedente.
In lista? No, ma solo perché di Gadda ho altre cose da leggere e rileggere.

Ocean Vuong – Il tempo è una madre (La Nave di Teseo, 27 gennaio)
Vuong, vietnamita naturalizzato statunitense, è noto da noi soprattutto per il suo romanzo Brevemente risplendiamo sulla terra, ma mi sento di dire che sia primariamente un poeta. Questa è la sua raccolta più recente, e viene portata in Italia da La Nave di Teseo con il “plus” del testo originale a fronte.
In lista? No, ma solo perché non leggo tanta poesia.

William T.Vollmann – Europe Central (Mondadori, 13 gennaio)
Segnalazione doverosa; torna disponibile in Oscar Mondadori il “monumentale” saggio storico/reportage/romanzo di storie di Vollmann, sulle due grandi dittature che hanno contraddistinto l’Europa moderna. Speriamo sia anche un segnale di riorganizzazione e/o ristampa di tutta l’opera dello scrittore, troppi testi sono attualmente indisponibili (ad esempio tutto ciò che era stato pubblicato da Alet).
In lista? No, ma solo perché ce l’ho già.

Marco Drago – Innamorato (Bollati Boringhieri, 24 gennaio)

Il ritorno alla narrativa Marco Drago dopo alcuni anni di produzione radiofonica (quindi di scrittura, ma in altra forma). Il titolo spiega tutto, la storia di un’ossessione amorosa che “dura una vita”; e i temi tipici dell’autore: musica, provincia, amicizie, disillusione.
In lista? Sicuramente, mi fido di Drago.

Stefan Boskovic – Il ministro (Bottega Errante, 24 gennaio)
Da uno scrittore montenegrino, un libro vincitore del Premio Europeo per la letteratura del 2020, una storia dove la politica (protagonista è, appunto, un ministro del paese balcanico) si unisce al personale e al ritratto del Montenegro attuale.
In lista? Di sicuro, mi piace l’editore, mi fido, mi piace lo “spunto” della storia.

Norman Mailer – Un sogno americano (La Nave di Teseo, 27 gennaio)
Altra riedizione, qui nel contesto del lavoro che La Nave sta facendo su Mailer. Un romanzo del 1965, la discesa di un personaggio “esemplare” (un uomo di successo – come si fa notare nella presentazione del libro personificazione del sogno americano) nella violenza e nel “degrado”.
La traduzione è quella di Capriolo, la stessa della prima edizione italiana anni ’60 (forse si poteva fare lo sforzo di ritradurre).
In lista? Credo di sì.

Giorgio Falco – Il paradosso della sopravvivenza (Einaudi, 24 gennaio)

Nuovo romanzo, molto interessante, per Falco, dopo il memoir di Ipotesi di una sconfitta. Si parla di “corpo” (il protagonista è un ragazzo obeso chiamato il “ciccione”), di relazioni malate, in modo inusuale o non canonico potrebbe anche essere interpretato come romanzo di formazione.
In lista? Sì.

Txani Rodriguez – Gli ultimi romantici (Arkadia, 27 gennaio)

Una scrittrice basca per un romanzo breve che fondamentalmente racconta la storia di una solitudine (quella della protagonista, divisa tra lavoro in fabbrica e viaggi immaginari – o meglio sempre cancellati) che si trasforma in qualcosa di diverso.
In lista? Credo di sì, per interesse nella collana spagnola di Arkadia e in questa storia.

Enrico Brizzi – L’inattesa piega degli eventi (Theoria, 6 gennaio)
Breve segnalazione per questa riedizione Theoria del romanzo di Brizzi, una distopia calcistica, secondo me il suo romanzo migliore e tra i migliori usciti negli ultimi vent’anni in Italia in assoluto.
In lista? No, solo perché ce l’ho già.

Pietro Scanziani – Libro bianco (Utopia, 27 gennaio)
Per Scanziani, scrittore svizzero-italiano, va benissimo la definizione “da riscoprire”: perché dopo l’oblio, lo sta facendo e credo ancora lo farà Utopia. Mi dispiace sempre evocare categorie un po’ usurate, ma Scanziani è stato e rimane (finora) “oggetto misterioso” davvero interessante, tra realismo, surreale e una ricerca della spiritualità (ma nel senso puro di “ricerca”, senza assertività, senza soluzioni preconcette) che mi pare delinei tutta l’opera.
In lista? Sì, o questo oppure Entronauti, riedito nel 2022.

Pétér Nádas – Storie parallele Vol. 3 (Bompiani, 25 gennaio)
Terzo e ultimo capitolo, tre volumi separati, per questa monumentale saga familiare che percorre la storia recente ungherese, quindi europea. Nádas è un po’ un eterno candidato al Nobel, scrittore sicuramente importante, poco letto.
In lista? Sì, perché ho i primi due (non letti…).

Régis Jauffret – 1889 (Clichy, 24 gennaio)
Da Jauffret – da noi ha ricevuto attenzione soprattutto per le sue Microfictions – un romanzo (potenziale) bomba che parla del concepimento di Hitler; proprio così, si parte da quel momento e si arriva al battesimo del futuro Führer. Un esercizio di determinismo (che Jauffret ha commentato in alcune interviste) e un romanzo che in Italia viene pubblicato prima che in Francia.
In lista? Assolutamente sì:

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