QUARTO PODERE
Cittadino Cane è una novella di Giordano Meacci, scrittore italiano altamente talentuoso - forse tra i più talentuosi - e magari proprio per quello discretamente poco prolifico, il suo ultimo romanzo risale al 2016 ed era Il cinghiale che uccise Liberty Valance, libro non perfetto ma dalla lingua e dalle intuzioni eccezionali, finalista al Premio Strega di quell'anno.
Cittadino Cane è breve, circa novanta pagine e specificando meglio la definizione di genere data sopra, direi che si tratta di una novella-pamphlet che ricostruisce la parabola di Carlo Cane, politico trasformista, cinico, a tratti violento, in una serie di "scene" cha vanno dall'infanzia "rurale" del protagonista, fino all'era della decadenza, passando per alcuni gustosi incontri di alto livello (Berlusconi - particolarmente godibile -, Putin).
L'ovvio riferimento nel titolo è a Quarto potere di Welles (Citizen Kane in originale) mentre nel toscanismo del protagonista e nel luogo natale si potrebbero riconoscere elementi della biografia di Matteo Renzi, ma (per fortuna) ci si ferma lì. Il libro è predisposto per essere di dimensioni contenute, ritmato, satirico ma con una forte componente umana, sottolineata dalla scrittura brillante e a tratti lirica, preziosa (ma priva di preziosismi) di Meacci. Se il tema non è nuovo - la solitudine del "conducator" una volta che nani, ballerine, sostenitori, oppositori, familiari, falsi e veri amici si sono ritirati - il modo di trattarlo è tutt'altro che manicheo, non siamo insomma davanti al Portaborse di Moretti ma a un personaggio più ricco di sfumature, meno "parabolico" (pur nella parabola, mi scuserete l'apparente contraddizione). E l'autore si ferma al punto giusto, prima che il racconto, su dimensioni più ampie e privo della potenza del mezzo cinematografico, diventi una normale storia a tesi, ideologizzata e politica (un po' come quegli insipidi instant-romanzi usciti ai tempi della discesa in campo di Berlusconi).
Cittadino Cane è quello che è, un libro che nasce a vocazione minoritaria, una novella - come dicevo - in epoca di romanzi, per un editore dal nome fuori dal tempo (o da questi tempi) come "industria & letteratura" e nel suo ambito è una notevole prova di bravura d'autore, che fa sperare in un pronto ritorno di Meacci anche in formati più lunghi.
Voto: **** / 7+
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