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LE ANTICIPAZIONI. LIBRI IN USCITA DAL 18 AL 22 APRILE. LOCKWOOD, KENNEDY TOOLE, FONTANA E ALTRI.

I LIBRI IN USCITA DI QUESTA SETTIMANA



Come di consueto, una rassegna dei libri più interessanti in uscita.

Patricia Lockwood - Nessuno ne parla (Mondadori, 19 Aprile)


Libro finalista del Booker Prize 2021, il primo di fiction di una poetessa, comunque tradotta da noi con un precedente memoir; il romanzo è da una parte ben piantato nella nostra attualità, giocato su un versante decisamente moderno (molta dell'azione si svolge nel "portale", una sorta di super-social che sembra comprendere tutti quelli del nostro tempo), dall'altro caratterizzato da una prosa spesso alta e lirica, che - ovvio - ci ricorda la vocazione originale della Lockwood. Mi pare una sfida interessante.

John Kennedy Toole - La Bibbia al neon (Marcos Y Marcos, 21 Aprile)


Tra gli irregolari e sfortunati della letteratura USA Kennedy Toole sicuramente riveste un ruolo importante, essendo stato insieme a Faulkner uno dei due soli scrittori a vincere un Premio Pulitzer per la Fiction postumo. Ma Faulkner lo vinse da autore famoso (e già premiato anni prima), Toole da scrittore che in vita non era neppure riuscito ad arrivare alla pubblicazione. In ogni modo, insieme a Una banda di idioti, questo è uno dei due suoi romanzi pubblicati, scritto da ancora quasi adolescente, una storia di formazione picaresca che ha anche dato il titolo a un noto disco degli Arcade Fire. Torna ora per Marcos Y Marcos, che lo aveva già pubblicato qualche anno fa - la traduzione è rimasta la stessa.

Giorgio Fontana - Il mago di Riga (Sellerio, 21 Aprile)


Nuovo romanzo per Giorgio Fontana, che torna allo storico (contemporaneo) dopo le atmosfere intimistiche di Un solo paradiso e l'ampia saga "italiana" di Prima di noi.
Qui il protagonista è lo scacchista sovietico Michail Tal, caratterizzato da uno stile spettacolare e da una vita movimentata e relativamente breve. Sicuramente un tema romanzesco piuttosto forte (seppur inconsueto, quasi fuori dal tempo), e Fontana è normalmente bravo nello svolgimento.

Jarred McGinnis - Il codardo (SEM, 21 Aprile)


Un caso letterario nel Regno Unito, si tratta del debutto nel romanzo di uno scrittore disabile, e in effetti il libro parla di un Jarred che dopo un incidente si trova a non poter camminare mai più e a dover "dipendere" da una sedia a rotelle. In ogni modo lo scrittore, il vero McGinnis, non conferma la perfetta coincidenza tra la sua vita e quella narrata nel libro, che è quindi considerabile romanzo e non memoir. La scrittura appare sciolta e con una certa adeguata "altezza-lettore" (prosa un po' colloquiale, common-people) tipica di molti scrittori inglesi.

Jonas Hassen Khemiri - Chiamo i miei fratelli (Einaudi, 19 Aprile)


Khemiri è uno scrittore svedese di origine tunisina ormai regolarmente pubblicato anche in Italia - qui ad esempio avevo parlato del precedente La clausola del padre, ma ancora più riuscito era forse Tutto quel che non ricordo, uscito per Iperborea) - anche se ho sempre l'impressione sia rimasto una cosa per pochi intimi. Questo romanzo avrebbe nuovamente e in potenza gli ingredienti giusti (per ampliare il suo pubblico): ragionevolmente breve, storia con ganci efficaci nella realtà multietnica (svedese ma non solo), in un'azione che si svolge in una giornata si parla infatti di un attentato a Stoccolma e di un ragazzo scuro di pelle che entra in un loop di paranoia o senso di colpa ingiustificato". Peraltro Khemiri - e in qui mi ricorda un po' Nevo - ha una scrittura mai banale ma molto scorrevole e molto "aperta". Vedremo i risultati.

Beppe Sebaste - Una vita dolce (Neri Pozza, 21 Aprile)


Sebaste è un discreto irregolare/riservato/nascosto tra gli scrittori italiani, tanto da essere ormai - ho l'impressione - sconosciuto ai più, tanto da essere passato da pubblicare con le major ad auto-pubblicarsi (Fallire del 2015, un "self" distribuito solo tramite Amazon) e a tornare ora alla "grande editoria" con questo libro che sembra comunque seguire la natura auto-fiction, memoriale, dispersiva, riflessiva del precedente autoprodotto. Che era un po' scombiccherato e divagante (credo sia lo stile dell'autore) ma anche buono, per cui darò un'occhiata interessata anche a Una vita dolce.

Richard Powell - Don Chisciotte, U.S.A (Marcos Y Marcos, 21 Aprile)


Powell è uno scrittore statunitense che ha conosciuto il successo - anche notevole - soprattutto negli anni '60 e ora in via di riscoperta, lo scorso anno era uscito sempre per Marcos Y Marcos L' uomo di Philadelphia (ai suoi tempi un best-seller), sui modi del romanzo storico/feuilleton, mentre questo ha carattere maggiormente satirico e ha ispirato Il dittatore dello stato libero di Bananas di Woody Allen.


Commenti

  1. Ho già preso Khemiri. PS non riesci a pubblicare Anticipazioni di libri non ancora usciti? Altrimenti dovresti cambiare il nome della rubrica in Appena in libreria o Appena pubblicati. O semplicemente Novità.

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