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LIBRI E RECENSIONI. MIRI YU - TOKYO. STAZIONE UENO

GIAPPONE UNDERGROUND


Tokyo. Stazione Ueno è un romanzo del 2014, National Book Award nel 2020 per i libri in traduzione, della scrittrice coreano-giapponese (letterariamente giapponese, ecco) Miri Yu. Come altri autori, ci sono stati diversi tentativi di portarla in Italia (Marsilio, Feltrinelli, Atmosphere) e ci prova ora un editore nuovo e interessante, 21lettere, con una copertina coloratissima e fumettosa che - devo dire - non rispecchia particolarmente le atmosfere desolate e malinconiche del romanzo (ma è coerente con l'iconografia dell'editore stesso).

Per alcuni aspetti di critica sociale, per gli scenari spesso urbani (una Tokyo divisa tra ostentazione di sé e miseria nascosta) e per un certo tipo di poetica "degli ultimi" assocerei questo libro a Tokyo Soundtrack di Hideo Furukawa, alla quale lo accosta anche il passaggio frequente dal registro realista a toni evocativi, immaginifici e poetici, e un uso anti-retorico dei motivi ricorrenti della narrativa giapponese (anche di quella come ce la immaginiamo noi occidentali): i riti e le tradizioni, il rapporto con la natura, la contrapposizione metropoli/campagne (che poi può anche essere letta come contrapposizione tra il profano del progresso e della modernità e il sacro dei templi e - appunto - delle tradizioni religiose).

In Tokyo.Stazione Ueno vediamo il concludersi della parabola esistenziale di un personaggio che ha dedicato la propria vita al lavoro, mettendo tutto il resto in secondo piano, ritrovandosi a un certo punto (al punto nel quale inizia il libro, motivo per cui non ritengo che queste poche righe costituiscano uno spoiler) parte di una nutrita popolazione di senzatetto residenti nel parco di Ueno, a Tokyo. L'atmosfera di delusione, disfacimento esistenziale, disperata frenesia del "produrre" e del "fare" e la sostanziale assenza di qualsiasi reale spiraglio di benessere (esistenziale) rischierebbero di far passare in secondo piano alcuni tocchi sapientemente ironici e soprattutto i rapidi ritratti di giapponesi qualunque, quasi sempre in forma di vivido dialogo, che l'autrice propone come contrappeso realistico della vicenda principale, contraddistinta da tratti (volutamente) stilizzati e fortemente simbolici. L' effetto complessivo - va ammesso - è riuscito e (ma) a tratti soffocante.

Prescindendo un po' da Murakami visto come "avamposto occidentale" (o adattato al gusto occidentale) della narrativa giapponese, quel non molto che ho letto della letteratura del paese, quindi anche Tokyo.Stazione Ueno, mi ha portato ai limiti della mia (non trovo termine migliore) comfort zone di lettore. In questo caso, ho usato termini come "desolato"-"malinconico"-"soffocante", e probabilmente questi aggettivi rendono l'idea di un libro quasi oltranzista ma decisamente interessante sia da un punto di vista puramente narrativo che come documento e testimonianza "sociologica" sul Giappone moderno. 

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Informazioni sul libro

Miri Yu - Tokyo.Stazione Ueno
176 pagine
Traduzione di Daniela Guarino
21lettere 2021
Attualmente in commercio

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