LA PARABOLA DI TOKYO
Il romanzo di Furukawa mi pare che per tono, lingua, immagini, cambi di ritmo, ideologia non possa essere scambiato per nulla di occidentale (mentre Murakami è stato bravo a rendere i propri romanzi i qualche modo internazionali) , c´è evidentemente una tensione "locale" che poi è la scatenante che mi ha indotto a leggerlo, l´idea di conoscere un´altra letteratura, altre voci.
Di fatto si tratta di un lungo apologo (con aspetti distopici) sul Giappone di oggi, che in particolare punta il mirino sui temi della mancata coscienza ecologica e del razzismo, viene infatti immaginata una Tokyo surriscaldata, iper-urbanizzata e tropicale, e intollerante verso gli stranieri, cosa che a sua volta crea una reazione a colpi di sotterranei brulicanti di ribelli, quartieri conquistati dal diverso, torme di genti operose ma clandestine che vivono una esistenza alternativa in una città di fatto parallela.
Il tutto viene raccontato attraverso le parabole di tre bambini-ragazzini-adolescenti: Touta e la sorella diversa Htsujiko, inizialmente naufraghi su un´isola abbandonata (ma non troppo) poi adottati dalla stessa famiglia e infine destinati, con percorsi diffenti, a raggiungere la capitale, e Leni, ragazzo-ragazza addestratore di corvi, tutti e tre ribelli, simboli di una volontà di riconquista di un modo di vivere più sincero e naturale.
E capirete credo dalle mie parole che questo romanzo a tratti affascinante, specie nel descrivere una Tokyo allo stesso tempo credibile e alternativa, alterata (vengono presi luoghi e quartieri esistenti, in qualche modo sacri e certificati dalla realtà, e virati nel senso che dicevo sopra) scopre i suoi limiti proprio nell´eccessivo e didascalico piegarsi a un´ideologia che alla fine appesantisce trama, situazioni e personaggi.
Il discorso dello scrittore è fin troppo scoperto, non necessitava di settecento pagine e specie verso il finale accumula situazioni e scene troppo poco giustificate, solo funzionali a seguire la propria lineare ideologica.
Non se ne contesta la sincerità, si capisce che vengono avanzate e mantenute riflessioni per me inedite, per nulla banali, sul Giappone di oggi, un´urgenza dello scrittore che probabilmente vuole comunicare al mondo intero la propria indignazione, ma dal punto di vista narrativo la cosa, il gioco, reggono a metà (in particolare la prima. avvincente, caratterizzata da un notevole talento visivo), prima di appesantirsi e sfociare nella maniera, nell´ingiustificato, e in una messa in scena potenzialmente interessante ma ambigua dove le "arti" sono destinate a salvare il mondo, ma le armi hanno un ruolo altrettanto importante.
In fine, un romanzo con aspetti interessanti e fascinosi, ma squilibrato e troppo scopertamente ideologico, non è Murakami, per fortuna di tutti e due.
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Informazioni sul libro
Hideo Furukawa - Tokyo Soundtrack
Traduzione di Gianluca Coci
Ed. Sellerio 2018
764 pg.
Attualmente in commercio
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764 pg.
Attualmente in commercio
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