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LIBRI E RECENSIONI. BOOTH TARKINGTON - TRE NOVELLE PER URBAN APNEA

OBLIO IMMERITATO


Il motivo che mi aveva spinto a leggere un autore decisamente fuori moda come Booth Tarkington era la nota di costume che accompagnava la doppia vittoria del Pulitzer per la Fiction da parte di Colson Whitehead, solo Falukner, Upidke e appunto Tarkington sono infatti riusciti a vincere per due volte quello che viene considerato come il più prestigioso premio letterario americano.

Se di Updike si sa quasi tutto e di Whitehead molto, di Tarkington si sono invece in sostanza perse le tracce. Autore di grande successo commerciale ai suoi tempi, lo si conosce - nel caso - soprattutto perché il suo romanzo I magnifici Amberson è diventato un celebre (e bel) film di Orson Welles.
La novella da me letta qualche tempo fa mostrava certamente un capace autore di costume, dalla penna agile, alle prese con una storia edificante e natalizia un po' dickensiana; gradevole, ma niente di più.
Ho avuto poi la casuale fortuna di trovare tre ulteriori racconti tradotti raccolti in un maneggevole volume dagli amici di Urban Apnea. Essi confermano in effetti la natura di Tarkington - almeno di quello breve - come bozzettista di talento, ma, ampliando la palette di situazioni in cui lo scrittore si cimenta, aggiungono ingredienti, sapore e una certa profondità rispetto al "modello" che descrivevo sopra.

Se il primo Il concerto di primavera riprende i toni pastello ed edificanti già citati, in maniera forse più sapida specie grazie all'empatica ambientazione in una cittadina di provincia nella pigrizia afosa di un giorno estivo, si trovano sfumature diverse e più drammatiche in Gli alieni (il sogno americano di due immigrati e la rovina incombente sotto forma di cinismo dei politici) e in La banconota da cento dollari (la storia "archetipica" del riscatto cercato nel gioco d'azzardo).
Tarkington mostra di conoscere bene le sue cittadine, le ville, i contesti urbani, i bassifondi in cui si muove e mi pare che la sua maggiore capacità sia appunto la descrizione veloce ed efficace di personaggi e ambienti. Poche pennellate, dialoghi semplici, tic linguistici, un abito, una stanza proletaria, un bicchiere di latticello e sembra di ritrovarseli davanti agli occhi, come in certi film americani tra gli anni trenta e i cinquanta. 
In questo modo si comprende il successo di Tarkington tra i suoi contemporanei - è come assistere alla pratica del giornalismo di costume messa in mano a uno scrittore vero e abile a evitare ovvietà o scorciatoie (ad esempio nel patetismo) - e si capisce anche perché questa materia tutto sommato semplice e univoca (quadri esemplari privi di vere "complicazioni" all'interpretazione) non abbia mantenuto ai nostri tempi l'urgenza e lo standing di altri suoi contemporanei, e senza arrivare a Fitzgerald pensiamo a uno scrittore tutto sommato simile nelle premesse e nel tipo di produzione come John O'Hara.

Eppure la penna è buona, i racconti scorrono veloci e gustosi e a me è venuta la curiosità di scoprire il Tarkington romanziere (è disponibile in italiano il suo Alice Adams, purtroppo non I magnifici Amberson), che è già di più di quanto mi aspettassi prima della lettura. 

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Informazioni sul libro
Booth Tarkington - Il concerto di primavera. Gli alieni. La banconota da cento dollari
Traduzioni di Chiara Messina, Dafne Munro, Giorgia Valenti
Ed. Urban Apnea 2020
138 pag.
Attualmente in commercio 

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