AUTO-FICTION. RELOADED
Dopo Un uomo di passaggio e Nel mondo a venire attendevo con aspettative piuttosto alte Topeka School, nuovo romanzo di Ben Lerner, per capire se e come sarebbe proseguita l´evoluzione che avevo visto avvenire nel Lerner romanziere (lui nasce infatti come poeta, essenzialmente).
Ed è stato questo il caso: anche in questo libro Lerner si conferma voce forte e personale della letteratura americana, quindi nelle condizioni ideali per raccogliere idealmente il testimone, quando sarà il momento, dai grandi scrittori della generazione precedente.
Topeka School prosegue il discorso auto-fictionale dei due libri precedenti. Torna il personaggio di Adam Gordon, alter-ego dell´autore e già utilizzato in Un uomo di passaggio, e si palesano nuovamente scenari, situazioni e personaggi appartenenti alla vita reale di Lerner. Ma non si tratta di un memoir. La pretesa non è infatti quella di raccontare tutta la verità, già a partire dal pudico (ingannevole) cambio di nome, ma di mischiare le carte, di lasciare il lettore nel dubbio, di intraprendere e portare a termine una narrazione non lineare più tipica appunto della fiction pura che dei modi del memoir (semplifico un po´).
Se Nel mondo a venire era un brillante romanzo che parlava del "doing of" del romanzo stesso, quindi con un forte elemento meta-letterario, qui troviamo più "vita" che "letteratura" e questo tutto sommato consola sulle intenzioni di Lerner, che non paiono quelle di diventare un manierista di un possibile nuovo filone post-moderno colto e autoreferenziale.
Topeka è la città dove lo scrittore e il suo personaggio hanno frequentato la High School. La vicenda principale vede Gordon brillantemente impegnato a vincere tornei di retorica, e allo stesso tempo ben integrato nel mainstream della scuola. Parallelamente si seguono le vicende a tratti dolenti dei genitori, ambedue psicologi, e quella del disadattato Darren, il classico not popular guy da scuola o college americano (devo dire che la quarta di copertina forse esagera il peso di Darren nella vicenda, ma non fa niente).
In questo contesto Lerner ci parla di destino, tare familiari, opzioni e scelte di vita, porta avanti in controluce un affascinante parallelo tra seduta psicologica e narrazione (in effetti la psicologia mi pare essere una narrazione, una rivelazione del sé) ma anche un riferimento, non portato forse alle estreme conseguenze, tra l´arte della retorica come la pratica Gordon nelle apposite competizioni e gli ultimi sviluppi politici americani e non solo; quella tendenza a separare completamente l´efficacia di un discorso dai suoi contenuti, o, in termini più semplici, l´utilizzo sistematico di fake news e semplificazioni fallaci nel dibattito politico di questi tempi.
Devo dire che sono diverse le cose che Lerner non porta alle estreme conseguenze in questo romanzo, tanto da far pensare che potrebbe arrivarne uno nuovo che vi si collega direttamente. La mia notazione non suoni negativa: si evitano sbrodolamenti, e non è male per una volta chiudere un libro con qualche voglia insoddisfatta.
Da un punto di vista della qualità della scrittura e della gestione dei vari piani temporali e narrativi, Lerner mostra di agire ormai da maestro. Se su di me l´impatto di Topeka School è stato meno dirompente rispetto a Nel mondo a venire è perché in buona sostanza Un uomo di passaggio mi era sembrato un libro solo "interessante" e non mi aspettavo particolari progressi e anche perché ho sviluppato e mantengo con cura un mio particolare apprezzamento per le derive metaletterarie e i romanzi che parlano di sé stessi. Fatta la tara alle mie preferenze personali, Topeka School è un esempio di ottimo romanzo spurio e moderno e una conferma di uno scrittore che sta diventando (un) grande, se non lo è già. Consigliato.
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Informazioni sul libro
Ben Lerner - Topeka School
Traduzione di Martina Testa
375 pag.
Ed. Sellerio 2020
Attualmente in commercio
Attualmente in commercio
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