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LIBRI E RECENSIONI. ARNON GRUNBERG - TERAPIE ALTERNATIVE PER FAMIGLIE DISPERATE

UOMINI (E DONNE) SOLI

Terapie alternative per famiglie disperate - Arnon Grunberg - copertina

Dopo il già notevole Il libero mercato dell´amore, l´olandese Arnong Grunberg conferma con questo Terapie alternative per famiglie disperate di essere una voce davvero interessante, peculiare, della europea contemporanea, una sorta di McEwan ancora più cinico e disilluso (mi quasi-autocito, perdonerete), dallo sguardo entomologico ma non completamente disperato, e ricco di uno humor paradossale, e, anche esso, cinico.

Non facciamoci fuorviare intanto dal titolo italiano, che pur riferendosi a una espressione che nel libro esiste (le Terapie alternative), suona secondo me un po´tristanzuolo, un poco da commedia postmoderna alla Auslander o alla Shteyngart (non a caso cito scrittori di origine ebree, come Grunberg), meno lapidario dell´originale Moedervlekken, ovvero, semplicemente "Nei".

In questo romanzo Grunberg  sfoggio, oltre all´occhio "analitico" che dicevo prima, puntato su comportamenti e sofferenze umane, anche di un notevole talento nell´elaborare la trama, al cui centro stanno lo psichiatra Kadoke, parte di un´unità di crisi per la prevenzione dei suicidi, e la madre senile. Dapprima assistiamo a un episodio, riguardante proprio una delle badanti della madre, che un po´scompiglia le carte, come se il romanzo dovesse cimentarsi con il tema dell´abuso, reale o presunto, dell´uomo dominatore sulla donna-oggetto-debole, argomento che con un certo margine di approssimazione era quello portante dell´altro romanzo.

Poi le cose cambiano e Kadoke, uno scientista della sua professione, un teorizzatore della sofferenza umana e della impossibilitá di eliminarla completamente, si prende decisamente il centro del romanzo insieme alla madre, con qualche sorpresa e un numero sorprendentemente alto di scene incisive e dialoghi benissimo congegnati e per nulla artificiosi, pur nel prepotente tono surreale di alcune delle situazioni. A un certo punto, nel libro si intrufoleranno, inaspettati e struggenti, perfino amore e tenerezza.

Durante la lettura mi sono chiesto più volte cosa ci volesse dire o suggerire Grunberg, per concludere che questo scrittore, come si suol dire, mostra ma non dimostra, mi pare portare avanti un suo discorso potente su convenzioni, politicamente corretto, umanità/empatia e cronica mancanza della stesse, fallacia dei veri sentimenti, straniamento dell´uomo al proprio prossimo, e qui anche una ricognizione profonda e in parte inedita dei meccanismi del disagio mentale.

Emergono con forza tre ritratti, quello di Kadoke, uomo solitario, rimuginante, ma non anaffettivo, quello indimenticabile della madre e un terzo, femminile, che non rivelerò, e che si riferisce a quella tenerezza sopra nominata. E lei, il terzo personaggio, la porta realmente nel romanzo, oltre ogni aspettativa, pagina dopo pagina, impercettibilmente o quasi.
Aggiungo, ricollegandomi alle origini di Grunberg, che alcune sezioni mi sono sembrate avere un´arguzia, una profondità, una ieraticità, se passate il termine, che mi ha ricordato alcune pagine o inclinazioni di Yehoshua.

Mi pare un peccato che, specie dopo la sua dislocazione dal gruppo Mondadori-Rizzoli, molto di quello che fa Bompiani sembri essere ignorato o passi sostanzialmente sotto silenzio, specie in riferimento alla estera, dove invece mi sembra che l´editore milanese curi un proprio percorso, in particolare sugli scrittori europei, di grande interesse.

Di questo percorso fa parte anche Grunberg e questo libro è per me decisamente da consigliare.

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Informazioni sul libro

Arnon Grunberg - Terapie alternative per famiglie dispeate
Traduzione di Giorgio Testa
Ed. Bompiani 2019
423 pg.
Attualmente in commercio 

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Nota: va detto a favore di chi sta ignorando anche questo libro, di Bompiani etc. che Grunberg è stato tradotto abbastanza nel nostro paese, da diversi editori, e senza mai riuscire ad arrivare a un certo "Status". Non cambierà, ma va bene, continuo a sperare.

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