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LIBRI E RECENSIONI. ABRAHAM B. YEHOSHUA - IL TUNNEL

MEMORIA E TENTATIVI DI AVVICINAMENTO

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A 82 anni, Abraham B. Yehoshua continua a lottare, letteralmente e letterariamente, con noi, e a pubblicare romanzi che non presentano vere novità stilistiche e che magari non sono in grado di competere coi suoi capolavori, ma che rimangono di ottimo livello.
Era il caso de La comparsa del 2015, ed è il caso di questo nuovo Il tunnel, dove peraltro riappare in un "cameo" Noga, il personaggio protagonista del romanzo precedente.

Yehoshua affronta qui un tema non facile, quello della senilità e della connessa perdita di memoria, peraltro ispirandosi a qualcosa di realmente accaduto a un suo amico scrittore (alcuni pensano sia Kenaz, non ho conferme in questo senso).
Lo fa attraverso il personaggio di Zvi Luria, un ingegnere in pensione, che scopre una macchiolina nel suo cervello, piccola ma insidiosa, perché destinata progressivamente a cancellarne le capacità cognitive, iniziando dalla memoria per i nomi.
Zvi è accudito e accompagnato in questa sua battaglia contro l´oblio dalla moglie Dina, che lo esorta a mantenersi attivo per contrastare il deperimento del proprio cervello. Questo è il deus ex machina del romanzo, con il protagonista che torna (non retribuito) al proprio mestiere affiancando un altro e giovane ingegnere nei lavori di progettazione di una strada nel Sud di Israele, a uso militare.

Come forse si capisce dai cenni di trama, abbiamo il classico mix di Yehoshua tra privato e pubblico, da una parte le pagine, tenere e divertite, dedicate al rapporto marito/moglie (ricordiamo che quella reale dello scrittore è da poco scomparsa), dall´altra le tematiche diciamo politiche, il rapporto tra Israele e Palestina, le contraddizioni del caso, la necessità di mantenere alte le attenzioni "militari" nei confronti del vicino musulmano.

La materia viene qui affrontata con un taglio, non nuovo per l´autore israeliano, spiccatamente ieratico e denso di simbolismi (mai fastidiosi, però, mai troppo esibiti). La scrittura elusiva con
quell´uso sapiente del tempo presente e dell´articolo indeterminativo laddove il lettore si aspetterebbe quello determinativo, tutto il peso "metaforico" del tema della perdita di memoria e della strada vicina al confine sensibile tra i due stati, lo stesso status del Tunnel del titolo (destinato a essere scavato in una collina) come tentativo (probabile) di collegare due diverse e antagoniste culture e religioni, Yehoshua insomma non rinuncia, nell´ambito di un tradizionale romanzo di personaggi, a redigere un suo "stato dell´arte" della situazione israeliana.

In tutto questo, il libro scorre molto bene, ha pagine realmente godibili e altre che evocano con sensibilità reali sofferenze (quelle dedicate ad esempio al figlio di Noga e ai suoi tormenti di orfano di padre) ed è praticamente privo di punti morti o particolari cadute di tensione.

A 82 anni, come dicevo prima, Yehoshua é ancora solidamente con noi, narratore di razza, e non sembra aver intenzione di fermarsi. E a me piace così.

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Informazioni sul libro

Abraham B. Yehoshua - Il tunnel
Traduzione di Alessandra Shomroni
Ed. Einaudi 2018
344 pg.
Attualmente in commercio

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