QUARTIERE
Di Paolo Vitaliano Pizzato ho disciplinatamente letto La logica del mammifero e Quella solitudine immensa di amarti solo io, sempre apprezzando la scrittura di altissima qualità, elegante, quasi inattuale, e la grande consapevolezza dei propri mezzi e di cosa sia una narrazione.
Ripaferdine (storie di cortile), sua terza prova, conferma e supera quanto già provato e consolidato, consegnandoci un lavoro versatile, colorato e sentito, si tratta in effetti di un inno di amore per il quartiere (o sarebbe meglio dire alla sezione di quartiere) dove Pizzato ha vissuto da ragazzino, case allora popolari sulle rive del Naviglio Pavese, zone che peraltro ben conosco.
Lo scrittore, a sua volta, conosce bene il fogliettone, che ha frequentato con La logica del mammifero, e infatti fa scaturire questo romanzo di quadri o di racconti da un classico espediente, un ingegnere impegnato nei preparativi per l´Expo che viene incaricato di sovraintendere i lavori nella zona, proprio quel quartiere, quella sezione, dove aveva vissuto (vissuto!) ragazzo. L´attrito è tale che al protagonista tornano in mente le storie di quelle corti, di quei cortili (poco più che parcheggi e asfalto costellato di rare aiuole, sparuti alberi), di quelle non molte strade ai margini della metropoli (solo chi conosca bene Milano può immaginare come certe zone centrali risultino allo stesso tempo irrimediabilmente emarginate).
Scaturiscono storie insomma, l´alcolizzato di quartiere, la matta di quartiere, i sogni e gli amori, una serie di racconti separati ma che confluiscono l´uno nell´altro, caratterizzati dalla solita scrittura elevata, ispirata, di Pizzato, e da una nuova affettività, da un atteggiamento in qualche modo maggiormente scanzonato che colora il libro di nuove tonalità, e sia chiaro che i prossimi paragoni sono pensati in maniera elogiativa, passiamo dalla commedia all´italiana (Gregorio Carmen e le donne) vagamente benniana, a scenari quasi da libro Cuore (La donna e i cani), a veri e propri racconti morali che potrebbero ricordare i classici (L´innamorato riflesso in un vetro). Domina comunque una grande godibilità e una perizia superiore nel ricostruire ambienti e caratteri. Da vero innamorato della scrittura, dovete saperlo, Pizzato leviga ogni frase, la rifinisce e la abbellisce di metafore e immagini, per cui in alcune parti anche personaggi che immagineresti umili o poco istruiti parlano come lui vorrebbe, come lui vorrebbe che tutto il mondo parlasse, questa non va letta come critica (o se sì, come non decisiva), ma come avvertenza.
In ultima analisi, dopo la statica ma riuscita ricognizione di una paternità de "Quella solitudine" e il fogliettone movimentato di "La logica del mammifero", questo scrittore arriva alla sua prova finora secondo me più matura e compiuta, e magari il meglio deve ancora venire, i margini ci sono.
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Informazioni sul libro
Informazioni sul libro
Paolo Vitaliano Pizzato - Ripaferdine (storie di cortile)
Ed. Giraldi 2017
206 pg.
Attualmente in commercio
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