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LIBRI E RECENSIONI. JOAN DIDION - DEMOCRACY

I DETTAGLI MANCANTI

su Recensireilmondo


Parlavo qualche tempo fa di Percival Everett e di una sperimentazione (quella nel suo ultimo romanzo) un po´nata vecchia e stantia.

Appena terminato Democracy di Joan Didion (libro del 1984) posso dire di avere un ottima pietra di paragone, ovvero una dimostrazione di come si sperimenta in maniera sana e soddisfacente per il lettore, anche se poi chiaramente il libro è molto di più, in primis un gran bel romanzo.

In questa storia di nobili moderni, politici e avventurieri la scrittrice entra in prima persona (non dimentichiamo che la Didion fu anche giornalista e reporter) con l´intento credo di mostrare come ogni testimonianza e reportage sia inaffidabile, e che ogni storia sia il risultato di una scelta arbitraria di chi la scrive.
Queste intrusioni dell´autore sono però giocate con leggerezza e senza compiacimento, come dei flash luminosi di verità che aprono un dialogo con il lettore, per accompagnarlo, per renderselo alleato in un´operazione di svelamento della storia (di ogni storia).

Ma bando alle ciance: Democracy è soprattutto un romanzo riuscito, chiaramente con il metodo particolare della Didion, che deve aver influenzato ad esempio la produzione successiva di un Don DeLillo, oltre che (mi dicono) i vari minimalisti/wild ones alla Bret Ellis.
La Didion non racconta tutto, i dialoghi sono spesso franti e interrotti, il metodo elusivo, vanno colmati dei vuoti e immaginati degli sfondi, nel mondo di questa scrittrice la comunicazione è difficilissima o fuorviante, i sentimenti prosciugati, i personaggi rimangono immobili per anni e poi si definiscono attraverso azioni improvvise, più che per la loro interiorità. Lo scavo psicologico inteso come descrizione dei pensieri dei personaggi stessi mi pare praticamente assente.

Questo crea una condizione che chiamerei straniamento iperrealista, un po´come in DeLillo, appunto, dove a furia di vedere scene quasi bidimensionali, personaggi apparentemente senza profondità, dialoghi a volte a senso unico, il lettore viene chiamato (grazie al talento dell´autrice, chiaro) a uno sforzo di creazione e illuminazione, come se l´illuminare le scene, l´immaginare i dettagli mancanti, mettessero chi legge improvvisamente di fronte a squarci di vita vera.

Ho complicato le cose? Forse. E allora, tenete o teniamo conto che la Didion non scrive romanzi tradizionali (ma appunto, nella misura di un DeLillo). Però è una grandissima scrittrice e questo Democracy + Diglielo da parte mia una notevole e consigliatissima doppietta.

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