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LE RECENSIONI.IL TEMPO BAMBINO DI SIMONA BALDELLI. RECENSITO DA ATHENA BRUNA

INFANZIE NON SUPERATE








Ho il piacere e onore di ospitare una recensione di Athena Bruna, che cura il Blog
Il mondo di Athena
e siccome io credo alla collaborazione tra Blogger davvero é una cosa bella che diventi piú ampio il recinto delle voci di Recensireilmondo.
Lei é giovane e insomma é una lettrice avveduta, credete a me, laureata in filosofia, ne sa un sacco, legge un sacco e mi completa bene visto che tanto é cazzaro e divagante il mio stile, quanto il suo é secco e dritto al punto!
Giunti - che non dimentichiamo é il quarto gruppo editoriale italiano - sta iniziando un interessante discorso con la narrativa "giovane" italiana.
Avevo recensito qualche tempo fa 
Come fossi Solo di Marco Magini, nella dozzina dello Strega (io l´ho recensito PRIMA), parere spassionatamente positivo il mio, anche se poi ospitai anche una controrecensione.

Su questo il parere di Bruna é sfaccettato e meno positivo. Leggiamo, leggiamolo insieme.
***



Il tempo bambino è il nuovo libro di Simona Baldelli, scrittrice che s’è fatta notare già nel 2012 al Premio Calvino, autrice anche di Evelina e le fate.
Il tempo bambino è stato presentato come un romanzo assieme delicato e crudo: non si può dire che non sia così.
Protagonista di questo romanzo è un uomo, di circa quarant’anni, che vive riparando orologi. Non ha una vita sociale e soffre di una sorta di invecchiamento precoce. L’uomo, in realtà, è affetto da gravi turbe di origine psicologica. Anche se, data la sua età, dovrebbe essere una persona matura, l’orologiaio è fermo, sospeso nel tempo. Per meglio dire, il suo corpo è andato avanti, la sua psiche è rimasta inchiodata alla sua infanzia. 

La vita da bambino dell’uomo non è stata allegra. La madre è stata palesemente la causa principale di tutti i suoi mali. Donna costretta ad una sorta di matrimonio riparatore, non ama davvero il figlio, che non perde mai occasione di mortificare. Il bambino cresce subendo i soprusi psicologici della madre e, nel contempo, sviluppando una sorta di ossessione/repulsione per la sensualità materna, sempre ostentata. Tutto questo porta il figlio ad avere un rapporto singolare con la sessualità.

Ossessionato dalla madre, che costantemente vede davanti a sé, anche se è ormai morta, ossessionato dal sesso femminile, l’orologiaio non è mai cresciuto: non prova stimoli verso le donne, piuttosto per le bambine. Detto in altre parole, l’orologiaio ha pulsioni che non esiteremmo a definire pedofile, anche se sono assolutamente inconsapevoli. Il suo amore per le bambine proviene principalmente dal fascino che suscita in lui l’infanzia, quella dimensione temporale della persona nella quale egli non è più e di cui sente di essere stato privato. Cerca il contatto con le bambine, da cui esce eccitato fisicamente ed emozionalmente, ma non è mai invadente, perché è solo una persona buona, problematica di certo, che non farebbe del male ad una mosca.

Ecco dimostrato che è assolutamente oggettivo che Il tempo bambino è un libro assieme crudo e delicato: direi che l’ossessione del protagonista per il sesso femminile è irritante, benché sia chiaro che si parla di un personaggio che non esiteremmo a mandare in terapia. Detto questo, il finale purtroppo è decisamente stucchevole, poiché si conclude con un niente di fatto: niente consapevolezza, niente volontà di adoperarsi sul serio per chiudere definitivamente con il passato, nessuna crescita. A tratti la storia sembrerebbe surreale, ma risulta difficoltoso comprendere se l’incontro dell’orologiaio con una bambina che accoglie in casa, e che lui chiama “Regina”, sia stato vero o meno. Ciò che principalmente si comprende è la volontà di Mr. Giovedì, come Regina lo denomina, di regolare una volta e per tutte il suo tempo personale, al quale è stato impedito di procedere normalmente. Ma il finale resta aperto, troppo.

Nel complesso, Il tempo bambino ha il pregio di affrontare un tematica legata ad un disagio di natura psicologica in un modo coraggioso, in virtù dei riferimenti a questa attrazione fisica di Mr. Giovedì per le bambine, che lascia perplessi, anche se non è nemmeno propriamente sessuale. Il romanzo ha però il difetto di sembrare inconcludente, per i motivi sopra indicati: non v’è una svolta, nulla che lasci intendere che la storia, in una qualche maniera, arriva ad un compimento. Pare che Mr. Giovedì sia destinato a soccombere sotto il peso delle presenza materna: ma non ci siamo stufati di questi maschietti irrimediabilmente rovinati da queste femmine ingombranti?

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