UNA ANNATA...MENO BUONA
Chiaramente é mio dovere dedicare un capitolo a parte al celeberrimo giallo che viene dal Nord. D´Orrico nel recensire (abbastanza negativamente) Nesbo nell´ultimo Lettura del Corriere parlava di un filone che si sta esaurendo, cosa che sarebbe pure fisiologica.
Con Mankell ritiratosi dalle scene (o meglio, ritirato il suo eroe Wallander, tornato nel 2013 con un resto di magazzino che i più non hanno apprezzato particolarmente), l´eroe di Leif Persson che pure lui ci ha lasciato e la successione di Stieg Larsson affidata (dal 2015) al biografo di Ibrahimovic, chiaramente la scena risente di un po´di stanchezza. Non é un brutto segnale che gli scrittori ritengano comunque di prendersi un po´di respiro, di abbandonare la serialità a tutti i costi.
E a parte "articoli" che non tratto come la Läckberg (troppo commerciale) e Nesser (che comunque riprenderò), rimane appunto quello che affido a queste non molte righe.
Parlavamo di Jo Nesbo e in effetti sta per uscire (Marzo da Einaudi) e direi FINALMENTE il vero inizio della saga di Harry Hole. Da noi l´inizio é stato appunto per forza di cose identificato con "Il pettirosso" ma era per il semplice motivo che Il Pipistrello ancora non era stato tradotto. E prima del Pettirosso ce ne é un altro ("Scarafaggi" o "Blatte" sarebbe la traduzione letterale del titolo).
E in effetti chi ha letto Nesbo ha visto riferimenti a una indagine precedente, a Sidney che ha un po´definito le caratteristiche principali e le ossessioni del personaggio Hole.
Ed ecco - per esperienza sappiamo come normalmente i primi capitoli di una serie gialla siano più forti, più potenti rispetto al seguito, per cui credo sia da avere.
Sull´ultimo Polizia (non ancora letto), ho sentito pareri contrastanti. A molti lettori é piaciuto, ma D´Orrico gli ha assegnato un 5,5. E D´Orrico é colui che aveva nominato Nesbo miglior scrittore di thriller al mondo. Ora lo ha retrocesso al secondo posto, superato da un francese che non conoscevo - Pierre Lemaitre (toccherà approfondire).
Un altro autore che sta tornando in libreria proprio in questi giorni é Arne Dahl. Dahl non é un primo della classe come Mankell o Persson o Larsson, ma é secondo me un degno continuatore dell´ottimo artigianato di Mankell stesso, un giallo costruito bene, con attenzione ai personaggi, alla trama e poco sensazionalismo all´americana.
La sua nuova opera - Brama- esce questi giorni da Marsilio; chiusa la serie dell´A-Team (11 romanzi, in Italia ne sono usciti "appena" 4) inaugura la nuova serie della Europol, un altro team (che comprende però quasi tutti i componenti dell´A) che indaga (da Stoccolma...) su crimini avvenuti a livello europeo.
Finisco questa breve panoramica con uno dei due capostipiti del giallo svedese, la parte maschile e non più in questa vita della coppia Sjöwall/Wahlöö, come dicevo i fondatori del genere e a leggere le loro storie si capisce quanto siano stati seminali.
Ora sta per uscire uno dei romanzi "solo" di Per Wahlöö, si chiama "L´epidemia", e contiene l´ispettore Jensen, un personaggio che Wahlöö portò avanti per - se ho capito bene - 2 libri.
Questo ha uno spunto catastrofico interessante, se si pensa che é stato scritto nel 1968 e lo si può quindi confrontare con la realtà dei nostri tempi; si immagina un paese europeo dove le persone abbiano perso sempre più interesse per la politica, cresca il numero di alcolizzati, non si facciano più bambini. E a un certo punto un´epidemia pare peggiorare le cose, e cambiare qualche carta in tavola.
Già tutto letto e visto e sentito e filmato? Può essere. Di certo le qualità di scrittura di Wahlöö (insieme a Sjöwall) sono indubbie e i loro romanzi non li ho trovati datati, quindi credo ci sia di che essere interessati.
Qui sotto qualche link utile per collocare quanto scritto sopra:
Il mio speciale sul giallo svedese
Leif Persson e la sua serie
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