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ILDEFONSO FALCONES - OVVERO UNA COSA DIVERTENTE CHE VORREI RIFARE QUANTO PRIMA

UN BRUNCH E UN BLOGGER ALLA SUA PREMIERE

editore Longanesi



Allora, ho festeggiato ieri – Domenica 24 Novembre – a Milano la mia premiere da Blogger; in settimana mi era arrivato da Longanesi un (inaspettato e gradito) invito a partecipare a un brunch con un ristretto gruppo di Blogger e giornalisti, insieme al bestsellerista spagnolo Ildefonso Falcones.

Ora, mi era chiaro già prima, ma partecipando mi è diventato ancora più evidente come in quel consesso fossi:

1. L´unico non esercitante un mestiere gravitante nella sfera dei lavori culturali
2. L´unico non residente in Italia

Per questo motivo sarebbe fin troppo facile fare l´osservatore ironico alla Foster Wallace (lui peraltro si penti di alcune cattiverie contenute nel famoso pezzo sulla crociera)…l´esterno, il non integrato.
E infatti non lo faccio.
Una sola cosa: ho fatto un po´di tappezzeria (cribbio, sembrava vi conosceste tutti!) e poi stanco di mangiare paella da solo mi sono presentato qua e là. Mi scuserete se sono sembrato un po´sconclusionato, era un tentativo di battere la timidezza

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Ildefonso Falcones. Un primo (forse rimarchevole, forse voluto?) risultato dei responsabili di questo evento è stato che mi sono interessato (forse anche altri?) di uno scrittore a cui in circostanze normali non mi sarei avvicinato.
Uno scrittore di Best Seller. Che nel Brunch si è rivelato di risposta pronta e simpatico.
Mi ero preparato, e sto leggendo il libro (La regina scalza), mi pare finora discreto/buon intrattenimento, ma ne parlerò eventualmente a lettura finita. Io non disdegno il mainstream e va bene, ciononostante o proprio per questo si sono creati durante il Brunch tre mini-cortocircuiti che vorrei raccontarvi.

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 Le domande sulle ingiustizie e le donne.
Nei libri di Falcones – ambientati nel passato, nella storia spagnola – vi sono naturalmente ingiustizie, differenze di classe, discriminazioni varie. E figure femminili forti. Per cui sono arrivate un paio di domande in questo senso, su ingiustizia, ruolo della donna, discriminazione. A cui Falcones ha anche risposto a tono, ecco. Ma erano le risposte del Falcones uomo, credo, piu´che del Falcones scrittore, in quanto non penso ci sia nella sua opera uno sforzo di vera teorizzazione di queste problematiche. Ve ne è una rappresentazione, ecco. Il cortocircuito – ma forse è un mio limite – deriva dal fatto che mai mi sarebbe venuto da chiedere a un Falcones, a un bestsellerista, un´opinione o un parallelismo sulle ingiustizie e le discriminazioni nella storia.

Ps: E voi direte: e allora fai le tue domande, invece di criticare quelle degli altri! 

Creare un Bestseller
Si parlava delle donne; ho anche pensato (e sto pensando): questo libro lo consiglierei a mia madre, a mia moglie – per i loro momenti di intrattenimento e letture leggere.  Furbo – in un mondo dove le lettrici forti sono di più dei rispettivi lettori – puntare su figure femminili tanto larger than life.
Ecco – furbizia? Ma Falcones dice che prima di vedersi accettato il manoscritto del primo “La cattedrale del Mare” ha subito una decina di rifiuti, si è visto letteralmente “neanche aprire” dalle agenzie letterarie (ha anche aggiunto – candidamente -  che ha scritto pure cose ambientate nella contemporaneità, ma che non gli vengono  pubblicate).
Perché scrivo questo? 
Oh, guardiamoci intorno – è l´epoca dell´invidia, dei Richard Tull che odiano il loro simile senza talento che però vende milioni di copie.
Molto spesso c´è tra gli aspiranti scrittori – tra alcuni di loro – una visione del bestsellerista simile a quella che il reporter competente e un po´sfigato di Dentro la Notizia aveva nei confronti di William Hurt. Il diavolo. Come se il bestseller fosse già da sempre dentro di loro, cosi come i rapporti privilegiati con case editrici e (certamente) editor di talento che gli scrivono il libro – e un certo punto fosse semplicemente uscito di forza dalla loro testa come Atena da quella del padre Zeus (si vede che mi sto impegnando?)

Ecco, a me pare che Falcones abbia parlato con sincero amore per la scrittura, per la storia – per i propri temi insomma. Non sono uno psicologo, ma non ci vedevo particolare calcolo (a dire il vero, più stupore per il proprio successo).
Cartina tornasole: gli chiedono quali scrittori gli piacciono, e vengono fuori “solo” riferimenti diciamo “bassi” (pop?) – Manfredi, Perez Reverte.
Non è che i bestselleristi scrivono quindi bestseller fedeli alla linea che ogni scrittore si propone (o dovrebbe fare):  scrivere cose che desidererebbe leggere. Leggono altri bestseller – altri feuilleton – e quindi sono più adatti a scriverli.
In questo senso (ora divento maligno) l´atteggiamento di molti aspiranti scrittori di successo con le loro giaculatorie sullo scadimento dei gusti (a volte parzialmente giustificate, intendiamoci) diventa una profezia autoavverantesi. Non leggi bestseller popolari? E allora mai sarai in grado di scriverne uno.

Per la cronaca, l´Informazione di Martin Amis ha venduto si stima 50.000 copie (ma Amis era stato bravo a farsi dare un anticipo milionario).

Ognuno di noi è il Dan Brown di qualcuno
Un partecipante chiede con fare ironico (e suscitando ilarità) “Falcones, ci dia un parere non diplomatico su Dan Brown e sui suoi romanzi storici” (citazione non letterale). Ecco – l´ironia e l´ilaritá stavano credo a sottolineare che – insomma c´è un gap di qualità tra Falcones e Dan Brown - neanche da paragonare. Io questo non posso giudicarlo perché non ho mai letto Brown.
La cosa che mi è venuta in mente – che volevo urlare (ma non l´ho fatto per non essere buttato fuori e dover quindi rinunciare al goloso buffet)...

“Ok, ironizziamo pure, ma guardate che ognuno di noi – anzi ognuno di voi scrittori è il Dan Brown di un altro scrittore!”

Al brunch sono volati riferimenti alti – per descrivere Falcones (Dickens…e fin qui ci siamo…addirittura Verga...). Quando ignaro la settimana scorsa ho chiesto in Rete mi si è parlato di Dumas (credo ci stia) e Follett. Peró curiosamente chi lo paragonava a Follett lo faceva con un tocco di quel fare ironico e un po´dispregiativo con cui ieri Dan Brown è stato paragonato a lui. Insomma

Follet: Falcones = Falcones: Dan Brown

Questa è un´osservazione fine a se stessa, ma acquista anche un po´di ulteriore significato (chiaramente con tutti i limiti che ho) alla luce dell´egregio lavoro fatto da eFFe eFFe sui Book Blogger (I book Blogger su Recensireilmondo)
Credo sia l´invito stesso a una conferenza ristretta, il sentirsi in maniera microbica, quasi insignificante ma altrettanto vera un privilegiato (in quel contesto) a renderci complici con l´oggetto stesso della conferenza, tanto che la mia arguta domanda su dove finisce (se c´è) la separazione tra Best Seller e libro di qualità mi è rimasta sulla lingua (complice anche un po´di timidezza).

Ps: Falcones ha risposto che quelli di Dan Brown sono secondo lui romanzi esoterici e non storici e che di questo secondo lui è in primis consapevole Brown stesso.

Miscellanea
So chi è Stefano Mauri ma non ne conoscevo il volto; ebbene quando è entrato a un certo punto il magnetismo, l´atmosfera e la dinamica di gruppo mi hanno suggerito “questo è il capo”
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Aspetto positivo: ai tempi in cui abitavo ancora a Milano frequentavo a volte eventi e ambienti culturali e qualche volta predominava un birignao pseudo-intellettualistico sinceramente autoreferenziale (tipo questa frase che ho appena scritto). Ieri invece sentivo segni di una vera e inesausta passione per la lettura, per la letteratura. Bene così (o forse sono invecchiato io)
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La Paella era molto buona
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Ma se un editor é in grado di scrivere un romanzo di successo perché i romanzi non vengono fatti scrivere direttamente all´editor (cioè capisco nel caso di Fabio Volo che ci mette la faccia in quanto famoso di suo, ma per quanto riguarda es. Enrico Brizzi e il Jack Frusciante? Mica era famoso Brizzi, ai tempi)

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