LIBRI IN USCITA
Jonathan Lethem - Brooklyn Crime Novel (La Nave di Teseo, 2 maggio)
Ritengo Lethem uno dei migliori scrittori statunitensi in circolazione (lo accosto a Bellow, come accosto Chabon, uno degli altri, a Pynchon, ma anche a Bellow stesso) e questo è un libro che stavo attendendo molto. Il titolo potrebbe un po'tradire, non è un vero e proprio "crime", ma una polifonia di storie che Lethem ha seguito e raccolto. Credo che l'incipit possa dare qualche chiarimento sul metodo.
Quoziente lista: 10 su 10.
Incipit: Una prima storia. L’inizio della nostra indagine.
Due ragazzini bianchi, in un appartamento al primo piano sopra una vetrina di Court Street, tra la Schermerhorn e la Livingston.
I ragazzi, entrambi quattordicenni, armeggiano allegramente con qualcosa intrappolato nelle ganasce di una piccola morsa da banco. Armeggiano con un seghetto da ferro. L’utensile, la morsa, l’intero banco da lavoro appartengono al padre divorziato di uno dei due, un uomo che abita da solo in questo appartamento eccetto nei giorni in cui il figlio viene a trovarlo. Il padre lavora come psicoterapeuta ma la sua aspirazione è creare gioielli. Da qui la morsa e il seghetto. Questa mattina il padre non c’è.
Due ragazzini bianchi, in un appartamento al primo piano sopra una vetrina di Court Street, tra la Schermerhorn e la Livingston.
I ragazzi, entrambi quattordicenni, armeggiano allegramente con qualcosa intrappolato nelle ganasce di una piccola morsa da banco. Armeggiano con un seghetto da ferro. L’utensile, la morsa, l’intero banco da lavoro appartengono al padre divorziato di uno dei due, un uomo che abita da solo in questo appartamento eccetto nei giorni in cui il figlio viene a trovarlo. Il padre lavora come psicoterapeuta ma la sua aspirazione è creare gioielli. Da qui la morsa e il seghetto. Questa mattina il padre non c’è.
Ernest Hemingway - Addio alle armi (Mondadori, 29 aprile)
Qui la novità è ovviamente rappresentata dalla traduzione di Silvia Pareschi, che va ad affiancare quella storica di Fernanda Pivano (parlo delle traduzioni più diffuse, ce ne sono anche altre).
Inoltre è un'edizione speciale in cofanetto, il primo di venti titoli che Mondadori pubblicherà in questo formato "di lusso" per celebrare i 60 anni degli Oscar. Molto curioso di vedere valorizzate le differenze tra la nuova traduzione e la precedente.
Quoziente lista: 7 su 10.
Herman Koch - Ne scriverai? (Neri Pozza, 2 maggio)
Anche Koch (famoso da noi credo soprattutto per La cena) scende nell'agone del memoir, e racconta della sua esperienza col cancro, di come decide di tacerlo e combatterlo e in qualche modo dominarlo (circoscriverlo) con la scrittura.
Quoziente lista: 4 su 10 (sono un po' stanco di memoir, lo sapete).
Mónica Ojeda - Sciamani elettrici alla festa del sole (Alessandro Polidoro, 15 aprile)
Libro "intruso" da aprile perché non lo avevo immediatamente notato, poi ho letto una recensione: la scrittrice è ecuadoriana, piuttosto giovane, il libro sembra unire realismo e magico/sovrannaturale in un'accezione quasi psichedelica. Stile denso. A quanto vedo quella italiana è una delle prime traduzioni per l'estero, bravo l'editore (che la segue e pubblica da tempo).
Quoziente lista: 10 su 10 (già ordinato).
Alessandro Piperno - Ogni maledetta mattina (Mondadori, 29 aprile)
Il sottotitolo di questo nuovo Piperno saggistico è "Cinque lezioni sul vizio di scrivere" e in effetti il libro riprende e ampia i temi di alcuni articoli che lo scrittore aveva scritto per La Lettura. Si esplorano le motivazioni (possibili, eventuali) che muovono alla scrittura, partendo da alcuni grandi (Kafka, Fitzgerald etc), ovviamente anche con un risvolto autobiografico.
Quoziente lista: per il momento no.
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