FUORI MARGINE
Interferenze di Sandra Branca è un libro di poesie e prose
uscito a luglio 2024 per déclic, libro che bene si inserisce nel solco delle
scritture di ricerca. Come da titolo, i testi che lo compongono sono accomunati
dalla presenza di quelle che l’autrice chiama interferenze: non si tratta di
accensioni momentanee del senso o delle proustiane intermittenze del cuore, ma
di spaccature fuori margine, scarti o input nell'ordinaria trama degli
eventi, siano esse dettagli («il nero dello specchio», «il bianco lasciato tra
una parola/e l’altra» o gesti, pensieri («Un ricordo di sfalda e sfinisce/aggrapparsi
a un’immagine ancora»; «cosa sono ora che più non sono/un essere umano»; «Frammentati,
un sistema preso a pezzi/una dimensione per volta; a chi il pensiero/a chi il
sesso, a qualcuno il difetto o il gesto»).
La frammentazione dichiarata dall'autrice coinvolge e investe il rapporto
conflittuale con gli altri, visti come estranei o prolungamenti della voce che
dice io e altrettanto ambivalente è il rapporto con il proprio sé, con le
convinzioni, i ricordi, le scelte o le sospensioni nel giudizio. Tuttavia, una
simile frammentazione non riguarda soltanto la serie di eventi, gesti,
dettagli, voci e percezioni riportati sulla pagina, ma la stessa trama del
verso, continuamente spezzato, frantumato e la struttura delle brevi e incisive
prose, il discorso spezzato, ossessivo, ripiegato su sé stesso. Lo stile è
alto-tragico, sebbene il dettato accolga vicende quotidiane, a prevalere è la
paratassi, il lessico accoglie termini che vanno da input a fatture, da collage
a scapola, da paraurti a superficie.
Uno dei meriti dell’autrice è senz'altro aver reso conto delle dinamiche che regolano la contemporaneità, a partire dal già menzionato rapporto con sé stessi e con gli altri, specialmente quando incomunicabilità e conflitto lasciano uno spazio per il ragionamento, per la rivendicazione della propria esistenza, per l’arte: «qualcosa resta impigliato per strada. quasi è la parola che inonda con niente lo scarto. l’arrivo è sempre sfibrato, slabbrato, scucito». Per via di questo disincanto o consapevolezza dell’autrice e gli elementi sopra elencati, Interferenze è un bel libro.
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Ed. déclic 2024
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Seguono due testi:
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Le voci in stazione si accumulano
in un modo che ti sovrasta in uno spazio
che non sai contenere. La torre è troppo alta
le mura si sono moltiplicate. Non sappiamo
parlare, intendo con questo entrare disarmati
nel vuoto, superato il primo inganno elementare.
L’impressione di riconoscersi è un fossile da cui
soffi via la terra la polvere. Una voce sola
lampeggia: non superare la linea gialla.
(p.11)
*
[il dispositivo esegue i comandi, il dispositivo è fuori
controllo. il dispositivo risponde in modo sicuro, non
è tormentato dal dubbio, non deve compiere alcuna
scelta. il dispositivo non ha ripensamenti, non ha
emozioni, sentimenti, opinioni. il dispositivo esegue un
comando alla perfezione, considera tutte le variabili,
è sempre gentile. il dispositivo può raccogliere
informazioni, può esserti utile. il dispositivo è snello,
perfetto, non sogna, si spegne. non cade nel lapsus,
non chiede, risponde. il dispositivo non si irrita, non si
stanca, non muore, a volte si blocca. se va in tilt non è
lui, sei tu. salva, cancella tutto. tu sei qui.]
(p.67)
*
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