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PAUL LYNCH - IL CANTO DEL PROFETA

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Nonostante il Booker Prize vinto nel 2023, ho inizialmente snobbato Il canto del profeta di Paul Lynch, forse perché la distopia non è uno dei miei generi (o scenari) preferiti, o forse semplicemente perché non si può leggere tutto e subito. Ora lo so: sarebbe stato un errore continuare a "ignorare” questo libro, diventato infatti, tra le novità del 2024, uno di quelli che di più mi ha colpito.
Qual è il segreto di Lynch, cosa rende questo libro tanto impressionante
Intanto, per iniziare dai basicla gestione di stile e ritmo, davvero notevole, insieme a questo, credo che la grande intuizione dello scrittore sia stato il calare la distopia nel suo paese di origine, l’Irlanda, partire da una situazione assolutamente realistica, e mettere al centro una famiglia (o delle famiglie) borghesi. Inoltre, lo sviluppo distopico-politico è assolutamente interno al paese stesso oltre che sostanzialmente realistico: non ci sono muri che brexitianamente devono difendere da un pericolo esterno (vedi Il muro di John Lanchester), nemici “interni” per razza/etnia (vedi alcuni dei temi trattati nella tetralogia di Ali Smith) oppure, ancora, cataclismi naturali (Diluvio di Markley) o epidemie.
Questo, a mio modo di vedere, crea un gancio molto forte in termini di identificazione e di quel “Potrebbe succedere anche a me qualche volta espresso in premessa in romanzi o storie di questo genere, ma non sempre esplicitato (o portato al lettore) in maniera così effiace.
 
In questo senso e contesto, Lynch muove sempre più in là la soglia della tensione e del volgersi della storia “In negativo” (tutto inizia con due poliziotti che in modo cortese chiedono di parlare con un sindacalista) e gioca con l’attesa, non dirò qui se soddisfatta, di una svolta invece positiva e liberatoria. E arrivando a un finale di grande potenza visiva.
Di più, senza spoiler, non si può dire, se non, limitandosi alle prime pagine, che per una volta i “nemici”, i futuri possibili oppressi (ma anche gli oppressori) siamo noi, sono le persone normali e benintenzionate, e ovviamente tutto questo è già stato raccontato in molti libri sulla nascita delle peggiori dittature (il nazismo, in primis), con la differenza che in quel caso la realtà storica ci ha soccorso e detto come sarebbe andata a finire.
 
Un libro quindi, credo si sia compreso, di grande potenza, sottigliezza, e se vogliamo anche grande effetto “di intrattenimento” (pur non essendo ovviamente un romanzo che nasce per quello). E andrò di certo a recuperare altre cose di Lynch.

Voto: 8

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Informazioni sul libro
Paul Lynch - Il canto del profeta
Traduzione di Riccardo Duranti
66th and 2nd 2024
288 pag.
Attualmente in commercio
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