CENTRAL EUROPE
Martin Pollack (1944-2025) si è da tempo imposto come una sorta di "testimone di testimoni", cronista delle vicende europee del novecento. In questo c'è anche una chiara istanza personale, un padre comandante delle SS (tema che ricorre in questo libro), ma i reportage dello scrittore austriaco non si fermano all'elaborazione di questa eredità, ma contribuiscono a tracciare una mappa in movimento (storico) dell'Europa centrale e delle tragedie, guerre, rimozioni, dimenticanze che ne hanno contraddistinto l'evoluzione, prima di quel periodo di relativa pace che pare durare fino ai nostri giorni.
Se Paesaggi contaminati era un'opera più organica, Topografia della memoria è di fatto una raccolta di saggi, articoli e interventi, ma l'effetto è altrettanto forte (o forse di più). C'è l'indubbio interesse per ciò che si racconta, anche oltre il dato autobiografico (che d'altronde nel libro non prevale) e poi ci sono le due caratteristiche peculiari dello scrittore: il prediligere episodi poco conosciuti e in particolare esplorare il ruolo delle "persone comuni", delle masse spesso pavide o consenzienti, e lo sguardo neutrale, la scrittura trattenuta e lontana da effetti speciali ed eccessi di emotività, lontano (l'approccio dello scrittore) anche da giudizi diritti: un modo per lasciare la scelta al lettore. E scegliere rimane semplice, necessario e un po' perturbante (la domanda è ovvia: io, cosa avrei fatto?).
Al di là del singolo libro, l'opera di Pollack sembra (a me) configurarsi come un Lebenswerk unitario, un unico grande libro di libri (o reportage di reportage), per cui il consiglio è di recuperare ciò che meritoriamente l'editore Keller ha portato in Italia, sempre sperando che venga tradotto ciò che ancora non lo è stato. In questo modo, ci insegna lo scrittore, si cura la memoria.
Voto: 7.5
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