LIBRI IN USCITA
Colm Tóibín - Long Island (Einaudi, 14 gennaio)
Forse il primo libro "di nome" a uscire nel nuovo anno: questo è anche il seguito di Brooklyn, del 2009, con la medesima protagonista, Ellis Lacey, qui bloccata e infelice nel luogo del titolo.
Quoziente lista: n.d. (immagino di dover leggere Brooklyn, prima).
S.J. Naudé - Padri e fuggitivi (e/o, 9 gennaio)
Naudé viene definito, a 55 anni, "astro nascente della letteratura sudafricana", la cosa è meglio comprensibile alla luce della carriera sbocciata tardi (il primo romanzo è stato pubblicato nel 2015; ai tempi Naudé scriveva in afrikaans, è poi passato all'inglese). I nomi che vengono citati, in primis Galgut e Cotzee, sono ovvi; questo sembra un romanzo "moderno" con il suo intersecarsi di personale (una storia d'amore e sesso gay) e sociale, e con un continuo straniamento (almeno così immagino) geografico.
Due righe dal romanzo: "La mostra è una retrospettiva di Agnes Martin, la pittrice minimalista americana, alla Tate Modern Gallery. Sono settimane che Daniel aspetta di vederla, rimandando ogni volta. Quello è l'ultimo giorno e il museo chiude di lì a un'ora. È un fervido ammiratore della serie di Martin, dalle variazioni quasi impercettibili. Dei colori e delle dimensioni che cambiano ogni pochi anni, ma solo di una sfumatura o di pochi centimetri".
Quoziente lista: 7 su 10.
Imre Kertész - Dossier K. (Feltrinelli, 14 gennaio)
Opportuna ripubblicazione (una ripubblicazione, d'altra parte, è sempre "opportuna") di quella che è di fatto l'autobiografia, sotto forma di intervista, di Kertész, considerato o considerabile tra i massimi scrittori mitteleuropei, peraltro testimone dei lager e Premio Nobel.
Forse non "quello" da cui iniziare per chi non lo conosce.
Quoziente lista: 5 su 10.
Nadia Terranova - Quello che so di te (Guanda, 14 gennaio)
Non sarà semplice liberarsi dal giogo di auto-fiction e memoir: qui Nadia Terranova percorre la storia di una sua bisnonna, e la presentazione parla, coerentemente, di "mitologia familiare".
C'è da dire che lei è scrittrice di grande valore e due passi pubblicati su Tuttolibri dell'11 gennaio lo confermano, seppure non fugando tutti i miei dubbi (sul leggere un ennesimo memoir).
Quoziente lista: n.d.
Goran Markovic - Il trio di Belgrado (Bottega Errante, 15 gennaio)
Subito un bel colpo dalla sempre vivace Bottega Errante: Markovic è serbo e credo più conosciuto come regista e drammaturgo, questo libro è una sorta di collage/cut-up storico su un periodo della storia jugoslava sotto Tito, e porta come protagonista lo scrittore inglese Durrell, ai tempi spia inglese a Belgrado.
Due righe dal romanzo: "Il comitato direttivo del British Council, composto da: sir Ronald Adam, presidente, sir Malcolm Robertson e Dorothy Kimberly, ha effettuato in data 20 gennaio 1948 un colloquio con il signor Lawrence Durrell, insegnante di lingua e letteratura inglese presso la sede di Buenos Aires. Motivo del colloquio è stato il licenziamento del signor Durrell dal British Council in Argentina e il suo rientro in Inghilterra. Il direttore della sede di Buenos Aires, signor Peter Clifford, si è deciso a tale gesto dopo una serie di mancanze ravvisate nel lavoro e nel comportamento del signor Durrell."
Quoziente lista: 8 su 10
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