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JIM LEWIS - FANTASMI DI NEW YORK

STORIE E STORIE

Fantasmi di New York

Sembra essere destino che ogni anno, verso la fine dell’anno, io debba o possa leggere un “romanzo di racconti” pubblicato da SUR, e di livello molto alto. Nel 2023 era successo con Uno shock dell’inglese Keith Ridgway, protagonista Londra, e ora con Fantasmi di New York, dello statunitense Jim Lewis, protagonista…va bene, credo si comprenda dal titolo.
Romanzo di racconti è evidentemente una definizione di comodo: possiamo dire che in entrambi i casi ci sono personaggi che ricorrono nelle varie e singole sezioni del libro e una scelta di scansione temporale che tiene tutto insieme (in parole povere, viene rispettato un certo ordine di inizio, svolgimento e finale), allo stesso tempo e in entrambi i casi lo scrittore si prende determinate libertà di concepire come (il più possibile) a se stanti i capitoli-racconti.
Quando l’esecuzione è di gran livello, come in questi casi, il libro sembra proporre il meglio dei due mondi, la compiutezza in sé del racconto dove viene tenuta ed esperita la giusta tensione in un numero limitato di pagine, e il respiro o il passo più lungo e poderoso del romanzo.
 
I fantasmi di New York sono i personaggi che si muovono nella metropoli, sono gli stessi protagonisti del libro (seppure esistano) ma sono soprattutto le storie raccontate e quelle possibili o potenziali generate nella città e nelle sue strade, qui ritratte soprattutto in notturna (ma non solo). Con una scrittura evocativa, seppur di impronta realistica, sembra che Lewis decidendo di concentrarsi su alcune di queste storie alluda a tutte quelle (a volte appena accennate) che restano fuori o alla (im)possibilità di raccontarle tutte.
L’universo tematico è quello di molto del romanzo americano: amore, malattia, morte, formazione, crisi, da un punto di vista della scrittura Lewis si dimostra uno stilista di qualità davvero eccellente, di scuola Fitzgerald/Salter, e anzi se esiste un perdonabile difetto in questo libro è che lo scrittore, sapendo di essere bravo, si lascia a volte trascinare dalla hybris di voler cesellare la frase perfetta o la similitudine definitiva, il che produce alcuni eccessi di manierismo.
 
Il libro è e resta molto convincente, affascinante e a volte toccante: ci si chiede dove fossero finora scrittori come Lewis (e Ridgway) e forse anche perché Fantasmi di New York non abbia avuto risonanza maggiore.  Resto comunque felice di averlo “scoperto” (o meglio, letto) e di poterlo consigliare con serena convinzione.

Voto: 7/8

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Informazioni sul libro
Jim Lewis - Fantasmi di New York
Traduzione di Francesca Pe'
SUR 2024
354 pag.
Attualmente in commercio
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