LIBRI IN USCITA
Jenny Erpenbeck – Kairos (Sellerio, 5 novembre)
Libro vincitore dell’International Booker Prize di quest’anno, attraverso le vicende di due “innamorati” a Berlino Est viene percorsa la storia recente della ex-Germania Est nei suoi sviluppi e nell'avvicinarsi della disgregazione, un tema fortemente presente nel “magazzino” scrittorio/poetico della Erpenbeck.
Quoziente lista: lo posseggo in tedesco. Quindi 10 su 10.
Jonathan Littell/Antoine D’Agata – Un luogo scomodo (Einaudi, 5 novembre)
Dopo Le benevole (secondo me un capolavoro), Littell ha frequentato soprattutto reportage e giornalismo, tornando solo episodicamente alla narrativa: peccato, dirà qualcuno, ma per esempio questo libro, con le fotografie di D’Agata, sembra molto interessante, raccontando di un viaggio in Ucraina iniziato prima dell’invasione russa (doveva essere un resoconto dai luoghi del massacro degli ebrei ucraini durante la seconda guerra mondiale) e poi completato o rivisto alla luce dei nuovi e altrettanto drammatici eventi.
Quoziente lista: 7 su 10.
Jonathan Coe – La prova della mia innocenza (Feltrinelli, 5 novembre)
Coe ha da tempo perso lo smalto dei tempi migliori, ma continua ad essere una lettura piacevole, con libri in un certo senso “affidabili", nella sostanziale prevedibilità di una satira fattasi ormai piuttosto innocua. Questo nuovo romanzo sembra non fare eccezione: una storia con “ganci” gialli e come di consueto con richiami all'attuale politica inglese (qui la prima ministro “lampo” Liz Truss).
Quoziente lista: 10 su 10 (I Coe tendo a prenderli tutti, e anche a leggerli).
Ottiero Ottieri – Cery (Utopia, 8 novembre)
Riscoperta interessante del penultimo romanzo di Ottieri (nel 1999, ai tempi uscito per Guanda) con lo spunto forte di uno scrittore ricoverato in una clinica per alcolisti e impegnato nella riflessione sulla propria esistenza (e inadeguatezza).
Quoziente lista: 7 su 10.
Radka Denemarková – Ore di piombo (Miraggi, 4 novembre)
Un romanzo “grosso” (più di 900 pagine) e dagli spiccati aspetti sperimentali, dove la scrittrice ceca porta avanti la sua poetica di forte critica ad alcuni aspetti della storia europea e mondiale recenti. Il tema è qui la Cina (paese dal quale l’autrice è stata “bannata” a vita). Peculiare lo stile con personaggi identificati attraverso la loro funzione pubblico/sociale (“Scrittore”, “Studentessa Americana” etc).
Quoziente lista: 9 su 10.
Kaveh Akbar – Martire! (La Nave di Teseo, 29 ottobre)
Libro finalista all’attuale National Book Award, lo scrittore – piuttosto giovane e all’esordio – è statunitense/iraniano, la storia vede un protagonista “sradicato” dal paese di origine e perso tra le dipendenze e la tendenza, appunto, a sacrificarsi per gli altri (il martire del titolo). Stile fluido e in qualche modo “picaresco”, potrebbe ricordare qualcosa del primo Safran Foer.
Quoziente lista: 5 su 10.
Andrea De Carlo – La geografia del danno (La Nave di Teseo, 5 novembre)
De Carlo, che mi fa sempre piacere segnalare, sposa l’attuale tendenza al memoir con una storia che scava nelle origini della propria famiglia, alla ricerca di una nonna “scomparsa” o dimenticata. Per il resto (stile, aspettative etc) è ovviamente un De Carlo.
Quoziente lista: n.d.
William Faulkner – Una favola (La Nave di Teseo, 8 novembre)
Recupero di un Faulkner immagino considerato minore ma ai suoi tempi vincitore del Pulitzer: una storia militaresca ambientata durante la prima guerra mondiale con un messaggio pacifista e una condanna delle assurdità della logiche militari che anticipa un po’ Comma 22 di Haller. Traduzione d’annata di Luciano Bianciardi.
Quoziente lista: 0 su 10 (inizierei e continuerei con i maggiori, ma interessante per i completisti).
Han Kang – Non dico addio (Adelphi, 5 novembre)
L'ultimo romanzo della scrittrice novello premio Nobel per la Letteratura, tradotto dal coreano (specifico perché il famoso La vegetariana era stato tradotto a partire dalla versione inglese): un libro che combina la storia di tre donne a fine anni ’40 con uno degli episodi più sanguinosi del passato recente del suo paese.
Quoziente lista: 4 su 10 (nel caso inizierei da La vegetariana, che devo ancora leggere. Però non so, ho letto bene anche di questo).
Carlo Emilio Gadda – Il castello di Udine (Adelphi, 29 ottobre)
Uso nuovamente la parola “recupero”, questo libro è uscito originariamente nel 1934, il secondo di Gadda in assoluto ed è un mix di diverse cose: racconti, scritti di viaggio, diari di guerra e altre cose ancora. Immagino sia soprattutto per gaddiani appassionati.
Quoziente lista: 0 su 10.
Hanif Kureishi – In frantumi (Bompiani, 6 novembre)
Il diario di malattia (di disastro, di paralisi fisica) di Kureishi, iniziato dopo l’incidente romano che lo ha ridotto in sedia a rotelle cambiandogli la vita per sempre.
Un Kureishi immagino differente da quello dei romanzi, ma – a quanto ho inteso – comunque ricco di umorismo e non certo intento al puro piangere sul proprio pur terribile destino.
Quoziente lista: 6 su 10.
Nagib Mahfuz – Tra i due palazzi. La trilogia del Cairo vol. 1 (Crocetti, 29 ottobre)
Torna in libreria, con la stessa traduzione dell’edizione Pironti del 1996, il primo corposo capitolo della trilogia di Mahfuz, un Nobel per la letteratura forse un po’ dimenticato. Una grande e classica “saga” che unisce vicende familiari e storia egiziana, col grande respiro che è lecito attendersi da “affreschi” di
questa portata.
Quoziente lista: 8 su 10.
Dopo Le benevole (secondo me un capolavoro), Littell ha frequentato soprattutto reportage e giornalismo, tornando solo episodicamente alla narrativa: peccato, dirà qualcuno, ma per esempio questo libro, con le fotografie di D’Agata, sembra molto interessante, raccontando di un viaggio in Ucraina iniziato prima dell’invasione russa (doveva essere un resoconto dai luoghi del massacro degli ebrei ucraini durante la seconda guerra mondiale) e poi completato o rivisto alla luce dei nuovi e altrettanto drammatici eventi.
Quoziente lista: 7 su 10.
Jonathan Coe – La prova della mia innocenza (Feltrinelli, 5 novembre)
Coe ha da tempo perso lo smalto dei tempi migliori, ma continua ad essere una lettura piacevole, con libri in un certo senso “affidabili", nella sostanziale prevedibilità di una satira fattasi ormai piuttosto innocua. Questo nuovo romanzo sembra non fare eccezione: una storia con “ganci” gialli e come di consueto con richiami all'attuale politica inglese (qui la prima ministro “lampo” Liz Truss).
Quoziente lista: 10 su 10 (I Coe tendo a prenderli tutti, e anche a leggerli).
Ottiero Ottieri – Cery (Utopia, 8 novembre)
Riscoperta interessante del penultimo romanzo di Ottieri (nel 1999, ai tempi uscito per Guanda) con lo spunto forte di uno scrittore ricoverato in una clinica per alcolisti e impegnato nella riflessione sulla propria esistenza (e inadeguatezza).
Quoziente lista: 7 su 10.
Radka Denemarková – Ore di piombo (Miraggi, 4 novembre)
Un romanzo “grosso” (più di 900 pagine) e dagli spiccati aspetti sperimentali, dove la scrittrice ceca porta avanti la sua poetica di forte critica ad alcuni aspetti della storia europea e mondiale recenti. Il tema è qui la Cina (paese dal quale l’autrice è stata “bannata” a vita). Peculiare lo stile con personaggi identificati attraverso la loro funzione pubblico/sociale (“Scrittore”, “Studentessa Americana” etc).
Quoziente lista: 9 su 10.
Kaveh Akbar – Martire! (La Nave di Teseo, 29 ottobre)
Libro finalista all’attuale National Book Award, lo scrittore – piuttosto giovane e all’esordio – è statunitense/iraniano, la storia vede un protagonista “sradicato” dal paese di origine e perso tra le dipendenze e la tendenza, appunto, a sacrificarsi per gli altri (il martire del titolo). Stile fluido e in qualche modo “picaresco”, potrebbe ricordare qualcosa del primo Safran Foer.
Quoziente lista: 5 su 10.
Andrea De Carlo – La geografia del danno (La Nave di Teseo, 5 novembre)
De Carlo, che mi fa sempre piacere segnalare, sposa l’attuale tendenza al memoir con una storia che scava nelle origini della propria famiglia, alla ricerca di una nonna “scomparsa” o dimenticata. Per il resto (stile, aspettative etc) è ovviamente un De Carlo.
Quoziente lista: n.d.
William Faulkner – Una favola (La Nave di Teseo, 8 novembre)
Recupero di un Faulkner immagino considerato minore ma ai suoi tempi vincitore del Pulitzer: una storia militaresca ambientata durante la prima guerra mondiale con un messaggio pacifista e una condanna delle assurdità della logiche militari che anticipa un po’ Comma 22 di Haller. Traduzione d’annata di Luciano Bianciardi.
Quoziente lista: 0 su 10 (inizierei e continuerei con i maggiori, ma interessante per i completisti).
Han Kang – Non dico addio (Adelphi, 5 novembre)
L'ultimo romanzo della scrittrice novello premio Nobel per la Letteratura, tradotto dal coreano (specifico perché il famoso La vegetariana era stato tradotto a partire dalla versione inglese): un libro che combina la storia di tre donne a fine anni ’40 con uno degli episodi più sanguinosi del passato recente del suo paese.
Quoziente lista: 4 su 10 (nel caso inizierei da La vegetariana, che devo ancora leggere. Però non so, ho letto bene anche di questo).
Carlo Emilio Gadda – Il castello di Udine (Adelphi, 29 ottobre)
Uso nuovamente la parola “recupero”, questo libro è uscito originariamente nel 1934, il secondo di Gadda in assoluto ed è un mix di diverse cose: racconti, scritti di viaggio, diari di guerra e altre cose ancora. Immagino sia soprattutto per gaddiani appassionati.
Quoziente lista: 0 su 10.
Hanif Kureishi – In frantumi (Bompiani, 6 novembre)
Il diario di malattia (di disastro, di paralisi fisica) di Kureishi, iniziato dopo l’incidente romano che lo ha ridotto in sedia a rotelle cambiandogli la vita per sempre.
Un Kureishi immagino differente da quello dei romanzi, ma – a quanto ho inteso – comunque ricco di umorismo e non certo intento al puro piangere sul proprio pur terribile destino.
Quoziente lista: 6 su 10.
Nagib Mahfuz – Tra i due palazzi. La trilogia del Cairo vol. 1 (Crocetti, 29 ottobre)
Torna in libreria, con la stessa traduzione dell’edizione Pironti del 1996, il primo corposo capitolo della trilogia di Mahfuz, un Nobel per la letteratura forse un po’ dimenticato. Una grande e classica “saga” che unisce vicende familiari e storia egiziana, col grande respiro che è lecito attendersi da “affreschi” di
questa portata.
Quoziente lista: 8 su 10.
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