UN LUTTO
La luce difficile dello scrittore colombiano Tomás González è un romanzo breve e di raffinata, toccante fattura, arriva in Italia per La Nuova Frontiera tredici anni dopo l’uscita in spagnolo, accendendo la speranza (noi lettori siamo incontentabili!) che seguano altri libri dell’autore.
Si raccontano, con ammirevoli pudore e compostezza, le ultime ventiquattro ore di vita del giovane Jacobo: dopo un incidente siede su una sedia a rotelle e viene tormentato da dolori insopportabili, e si decide per un’eutanasia a Portland. La sua famiglia allargata lo segue a distanza (via telefono) da New York. Il narratore alterna questa vicenda al racconto del suo presente in Colombia, pittore di successo anziano e in navigazione nei propri ricordi.
Una storia semplice per un’esecuzione impeccabile e, come dicevo, allo stesso tempo toccante ma composta, dove il controllo dell’emotività non va a scapito della partecipazione e non si trasforma mai in freddezza o distacco (né tantomeno cinismo). Perché González ha grande tecnica e assoluta padronanza dello strumentario dello scrittore, dai colori più accesi e movimentati delle pagine “colombiane” al realismo nitido di quelle newyorkesi, all’uso moderato ma calzante dell’ironia, fino al talento nel restituire in pochi tocchi fisicità e carattere dei personaggi.
Parlando di uno scrittore colombiano, il pensiero andrebbe spontaneamente a Garcia Marquez, e nel romanzo ci sono alcuni tocchi di sogno e decente magia, ma rimanendo in Sudamerica vengono piuttosto in mente i “dissidenti” (si fa per dire) del realismo alla Vásquez e, cambiando paese, alla Saer.
Un libro di grande valore e una scoperta importante di questo 2024: da non perdere se si crede nella scrittura che sa evocare emozioni potenti e allo stesso tempo trattenute. E il gusto della speranza anche nel dolore.
Si raccontano, con ammirevoli pudore e compostezza, le ultime ventiquattro ore di vita del giovane Jacobo: dopo un incidente siede su una sedia a rotelle e viene tormentato da dolori insopportabili, e si decide per un’eutanasia a Portland. La sua famiglia allargata lo segue a distanza (via telefono) da New York. Il narratore alterna questa vicenda al racconto del suo presente in Colombia, pittore di successo anziano e in navigazione nei propri ricordi.
Una storia semplice per un’esecuzione impeccabile e, come dicevo, allo stesso tempo toccante ma composta, dove il controllo dell’emotività non va a scapito della partecipazione e non si trasforma mai in freddezza o distacco (né tantomeno cinismo). Perché González ha grande tecnica e assoluta padronanza dello strumentario dello scrittore, dai colori più accesi e movimentati delle pagine “colombiane” al realismo nitido di quelle newyorkesi, all’uso moderato ma calzante dell’ironia, fino al talento nel restituire in pochi tocchi fisicità e carattere dei personaggi.
Parlando di uno scrittore colombiano, il pensiero andrebbe spontaneamente a Garcia Marquez, e nel romanzo ci sono alcuni tocchi di sogno e decente magia, ma rimanendo in Sudamerica vengono piuttosto in mente i “dissidenti” (si fa per dire) del realismo alla Vásquez e, cambiando paese, alla Saer.
Un libro di grande valore e una scoperta importante di questo 2024: da non perdere se si crede nella scrittura che sa evocare emozioni potenti e allo stesso tempo trattenute. E il gusto della speranza anche nel dolore.
Voto: 7.5
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Informazioni sul libro
Tomás González - La luce difficile
Traduzione di Lorenzo Ribaldi
La Nuova Frontiera 2024
144 pag.
Attualmente in commercio
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