DUE NOSTALGIE
Un problema fondamentale nel parlare di Due di Enrico Brizzi, che come noto fa da seguito (a trent'anni di distanza) di Jack Frusciante è uscito dal gruppo, è separare la sfera emozionale da quella più puramente critica: quando ho letto il Frusciante avevo 24 anni, ero insomma pienamente nell'età e nel pubblico di riferimento, e credo che per molti che hanno fatto la stessa esperienza il libro sia presto diventato una questione affettiva, senza poi dimenticare che si tratta di un buon romanzo, certamente con dei modelli forti e ben presenti (Salinger, Tondelli) ma anche dotato di una propria prepotente, personale e creativa freschezza. Oltre a questo, Brizzi (mi) ha dimostrato nel tempo di essere un ottimo scrittore, sia nel suo aspetto più familiare e spontaneo (narratore di storie generazionali) che quando affronta imprese più complesse e articolate, vedi la trilogia calcistica che parte con L’inesorabile piega degli eventi (una delle cose migliori prodotte dalla narrativa italiana dell'ultimo vntennio).
La prima volta che ho sentito parlare di questo seguito del Frusciante, ho frainteso: pensavo che Alex e Aidi venissero ritratti trent'anni dopo, ricapitolando, come lo scrittore sa fare, la loro evoluzione o sviluppo, magari nel contesto della storia italiana; confesso che, saputo invece che si tratta di un sequel immediato, una storia che inizia dove finiva il Frusciante, non ho potuto reprimere moti di scetticismo e malcelata ironia. Come gli è saltato in mente?
La prima volta che ho sentito parlare di questo seguito del Frusciante, ho frainteso: pensavo che Alex e Aidi venissero ritratti trent'anni dopo, ricapitolando, come lo scrittore sa fare, la loro evoluzione o sviluppo, magari nel contesto della storia italiana; confesso che, saputo invece che si tratta di un sequel immediato, una storia che inizia dove finiva il Frusciante, non ho potuto reprimere moti di scetticismo e malcelata ironia. Come gli è saltato in mente?
Allo stesso tempo non credevo (e tanto meno dopo la lettura) si trattasse di una pura operazione commerciale: non ho avuto l’impressione che Brizzi debba proporsi in questo modo per cercare di “fatturare”, e d’altra parte il libro – possiamo già dirlo – è andato benino ma certo non ha fatto sfracelli da altissime tirature o best seller e, man mano che sono andato avanti, ho anzi maturato la sensazione che questa sia una storia che il nostro voleva raccontare da tempo, e che in qualche modo la storia come la leggiamo avesse “urgenza” di essere raccontata, tanto che nei momenti più felici mi capitava di dimenticarmi in che anno siamo, e quanti anni abbiamo sulle spalle io e l’autore, e gli altri lettori.
Questo non significa che tutto funzioni: qua e là e soprattutto all’inizio mi pare che lo scrittore esageri con gli effetti speciali, come a volersi arruffianare il lettore scettico ma appunto sentimentale, allo stesso tempo Due mi sembra un libro molto onesto, che lavora bene su quello che vuole essere (un seguito quasi “calligrafico” del Jack Frusciante, appunto), non occhieggia mai o quasi mai in maniera metanarrativa (cioè non fa pesare la presenza di un autore ormai in tutti i sensi maturo) e non coccola altre o diverse ambizioni stilistiche o strutturali o omaggi alle mode del momento.
Si tratta, ovviamente, di un’operazione molto conservatrice, che si rivolge proprio a me, a noi, al pubblico di allora, che sarebbe destinata a essere disprezzata dai giovani lettori di romance o affini se per caso capitasse loro in mano, che lavora sul linguaggio esattamente come faceva il Frusciante, diventando ulteriormente derivativa (un libro che deriva da se stesso, affascinante), che si impianta un po’ quando è Aidi a prendere la parola e dire “io” (infatti la ragazza ha molto meno spazio del vecchio Alex) ma che regala anche pagine di grande riuscita sia nei risvolti picareschi (l’Interrail estivo di Alex e compagni) sia – o forse soprattutto – in uno sviluppo molto interessante e sentito del rapporto coi genitori.
Cosa aggiungere? Penso si sia compreso: come la Reunion degli 883, e molto meglio del revival fazista (da Fabio Fazio) di qualche anno fa, questo ritorno di Jack, Alex e Aidi non può che essere come è e avere il significato che ha. Se per il suo peso generazionale e anche per alcuni aspetti formali-stilistici il primo capitolo è credo destinato a lasciare traccia nelle future storie della letteratura, Due sarà probabilmente elencato per dovere di completezza o derubricato a semplice curiosità. Ma noi, Frusciantiani del tempo in cui aveva senso esserlo, non possiamo che voler bene.
Questo non significa che tutto funzioni: qua e là e soprattutto all’inizio mi pare che lo scrittore esageri con gli effetti speciali, come a volersi arruffianare il lettore scettico ma appunto sentimentale, allo stesso tempo Due mi sembra un libro molto onesto, che lavora bene su quello che vuole essere (un seguito quasi “calligrafico” del Jack Frusciante, appunto), non occhieggia mai o quasi mai in maniera metanarrativa (cioè non fa pesare la presenza di un autore ormai in tutti i sensi maturo) e non coccola altre o diverse ambizioni stilistiche o strutturali o omaggi alle mode del momento.
Si tratta, ovviamente, di un’operazione molto conservatrice, che si rivolge proprio a me, a noi, al pubblico di allora, che sarebbe destinata a essere disprezzata dai giovani lettori di romance o affini se per caso capitasse loro in mano, che lavora sul linguaggio esattamente come faceva il Frusciante, diventando ulteriormente derivativa (un libro che deriva da se stesso, affascinante), che si impianta un po’ quando è Aidi a prendere la parola e dire “io” (infatti la ragazza ha molto meno spazio del vecchio Alex) ma che regala anche pagine di grande riuscita sia nei risvolti picareschi (l’Interrail estivo di Alex e compagni) sia – o forse soprattutto – in uno sviluppo molto interessante e sentito del rapporto coi genitori.
Cosa aggiungere? Penso si sia compreso: come la Reunion degli 883, e molto meglio del revival fazista (da Fabio Fazio) di qualche anno fa, questo ritorno di Jack, Alex e Aidi non può che essere come è e avere il significato che ha. Se per il suo peso generazionale e anche per alcuni aspetti formali-stilistici il primo capitolo è credo destinato a lasciare traccia nelle future storie della letteratura, Due sarà probabilmente elencato per dovere di completezza o derubricato a semplice curiosità. Ma noi, Frusciantiani del tempo in cui aveva senso esserlo, non possiamo che voler bene.
Voto: *** 1/2 / 6.5
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Informazioni sul libro
Enrico Brizzi - Due
Harper Collins 2024
320 pag.
Attualmente in commercio
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