LA SCIALUPPA DEL RICORDO
Gli anni è un romanzo (o forse un non-romanzo) atipico nella produzione di Annie Ernaux, e proprio per questo funge da grande dichiarazione di “poetica” che abbraccia tutta l’opera della scrittrice francese Premio Nobel. Come per Modiano, ritengo che l’opera della Ernaux possa essere vista come un “unicum”, un grande romanzo in continuità di cui i singoli libri sono i capitoli – ma nella sua produzione Modiano non ha (finora) previsto un manifesto come questo, che ha caratteristiche strutturali e stilistiche piuttosto peculiari. In uno stile torrenziale che esclude la prima persona singolare, sostituita prevalentemente dal noi, a rappresentare un “Io” collettivo che sembra (o vuole) racchiudere l’intera generazione dei nati negli anni '40, di chi ha vissuto insomma gli ultimi ottant'anni di storia francese (una guerra mondiale, un '68, tanti cambiamenti, molte altre generazioni).
Come in Modiano, ma in maniera non elusiva e con altre finalità, il tema è la memoria (collettiva e in questo caso anche individuale): errabonda e ingannevole in quest'ultimo, e sfociante in un’identità indefinita e in ultimo inafferrabile, è invece nella Ernaux legata, quasi aggrappata, a esperienze, nomi, cose: marche, oggetti, programmi televisivi, e ancora uomini politici, cantanti, attori, intellettuali. Questi riferimenti oggettivi mi pare funzionino appunto come appigli a cui l’individuo (parte di una generazione) si aggrappa per mantenere il ricordo e rassicurarsi sulla propria identità, singola (quella della scrittrice, la sua biografia), ma anche come parte di quell'immensa collettività che potremmo chiamare “i francesi” o “Francia”. Ne viene fuori una sorta di (scuserete il riferimento arbitrario ma forse non del tutto azzardato) La meglio gioventù transalpina e granulare e, devo confessare, di non facile lettura, sia per il numero che per la qualità di richiami a una realtà eminentemente francese, ma anche per lo stile in continuo inseguimento di se stesso, affidato alle iterazioni dell’imperfetto e che spazia tra periodi lunghi inframezzati da elenchi a frammenti di “esperienza” che evocano singoli ricordi come flash, come se la scrittrice cercasse disperatamente di “non tenere fuori nulla”.
È un libro assolutamente indispensabile ai cultori della Ernaux, certamente di ottima e ben pensata fattura, ma probabilmente non ideale per iniziare a familiarizzare con l’opera della scrittrice. Probabilmente in quel senso è consigliabile un approccio cronologico, iniziando quindi ad attraversarne l’autobiografia proprio come l’autrice l’ha pensata (per esempio: La donna gelata, o ancora meglio Il posto). Se, come penso, ci sarà soddisfazione, arriverà a un certo punto anche il momento di affrontare Gli anni, e chiudere il cerchio.
È un libro assolutamente indispensabile ai cultori della Ernaux, certamente di ottima e ben pensata fattura, ma probabilmente non ideale per iniziare a familiarizzare con l’opera della scrittrice. Probabilmente in quel senso è consigliabile un approccio cronologico, iniziando quindi ad attraversarne l’autobiografia proprio come l’autrice l’ha pensata (per esempio: La donna gelata, o ancora meglio Il posto). Se, come penso, ci sarà soddisfazione, arriverà a un certo punto anche il momento di affrontare Gli anni, e chiudere il cerchio.
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Informazioni sul libro
Annie Ernaux - Gli anni
Traduzione di Lorenzo Flabbi
L'Orma 2015
276 pag.
Attualmente in commercio
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