SCRITTURE PER VINCERE
Si sta parlando molto in questi giorni (siamo nel Luglio 2024*) di L'età fragile, ultimo romanzo di Donatella Di Pietrantonio e vincitore del Premio Strega. Proprio questo riconoscimento esalta la dinamica di schieramenti, muro contro muro, tra estimatori e detrattori, entrambi senza appello: non va dimenticato che si tratta di una scrittrice con una certa reputazione anche letteraria, con un libro come L'arminuta che sembrava aver messo d'accordo (come si suol dire) pubblico e critica. Ha vinto perché è bravissima, sembrano dire i primi! Chi vince lo Strega non può esserlo, replicano i secondi!
Come spesso succede in questi casi, L'età fragile è (per me) un prodotto di grande medietà, certamente non un brutto libro, e neanche un capolavoro o un romanzo che resterà negli annali e nelle storie della letteratura.
Astutamente, la scrittrice mette insieme due direttrici principali, entrambe di sicura presa commerciabile: temi à la page come la violenza sulle donne, i post-adolescenti in fase NEET, la dinamica metropoli/provincia, e una trama, quella principale, fondamentalmente thriller a partire da un vero fatto di cronaca. Da un punto di vista del ritmo e della tenuta, è proprio la parte "criminale" a essere la più convincente, la pagina è veloce, leggibile, avvincente; il punto è che però il libro non può e non vuole essere un vero thriller, e non potendo inventare la scrittrice non può neppure portare la storia in territori realmente disturbanti in termini di “poetica del male" (senza spoiler: inventarsi un colpevole meno prosaico e scontato).
Per il resto mi pare che siamo di fronte a un romanzo della provincia (coerentemente con la poetica dell'autrice) e come dicevo a un discorso sulla donna probabilmente sincero ma portato avanti lasciando spazio a vari stereotipi (la donna guida, l'uomo al massimo si impegna ma non riesce, non comunica, è assente - e poi ancora il pastore torvo e ritirato dal mondo, l'affarista cinico, il "pastore" di nuova generazione e sapiente, avanguardia del tema ecologista che fa capolino nell'ultima parte del libro).
Un libro costruito per piacere? Non ci sarebbe niente di male, il ritmo e la scrittura agile, come si confà fortemente paratattica, accompagnano il lettore attraverso un paio d'ore di lettura sostanzialmente gradevole, e anche pensando al Premio Strega il romanzo è molto meglio di altri che negli ultimi anni hanno vinto o ci sono andati vicini (Desiati, Postorino).
Dopo la lettura rimane più chiaro il modo in cui il critico G.Simonetti ha liquidato (per così dire) L'età fragile: in effetti la strada scelta porta (cito quasi letteralmente la sua più autorevole voce) ai premi letterari e alle alte tirature. Difficilmente alla (grande) letteratura.
*Pare pleonastico, ma è per chi leggerà questa pagina fuori dal contesto temporale in cui è stata scritta
Voto: ***1/2 / 6.5
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Informazioni sul libro
Donatella Di Pietrantonio - L'età fragile
Einaudi 2023
192 pag.
Attualmente in commercio
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