UK WRITERS NEXT GEN
Ho voluto qui fare una lista a partire da una mia rapida analisi della più recente selezione di "Migliori scrittori britannici" curata dalla rivista Granta, che la pubblica ogni dieci anni (è una roba molto seria: in quella 2013 c'erano per esempio Zadie Smith e David Szalay, nella prima, 1983, Martin Amis, Barnes, McEwan...ah, che nostalgia).
Vengono considerati in questa edizione (2023) scrittori nati non prima del 1985 e di cittadini o residenti nel Regno Unito.
Per semplicità e altre ragioni credo naturali, dei 20 scrittori ho incluso solo quelli finora tradotti in italiano. Ciò non esclude ovviamente che siano interessanti anche gli altri.Non ho tratto alcuna conclusione, credo poco interessante, dalla suddivisione di genere o di origine degli scrittori considerati, anche perché, come detto, ne ho considerato solo una parte.Per chi ha più libri tradotti in italiano, ho messo sempre il più recente tranne nel caso della Catton.
Ora, la parola ai libri.
Ora, la parola ai libri.
Eley Williams - Il dizionario del bugiardo (Neri Pozza, 2022)
La Williams è una scrittrice inglese, "Lecturer" di scrittura creativa in un'università londinese. Questo è il suo romanzo di esordio, di grande raffinatezza tematica (incontriamo in pratica un redattore editoriale con la zeppola che deve compilare la lettera S di un'enciclopedia).
Lo stile: prevedibilmente, visto il tema, piuttosto eloquente e ricercato. Non sovraccarico.
I paragoni: Dickens, Nabokov (ohibò).
Quoziente mio interesse: 5 su 10.
Altro: -
Olivia Sudjic - Una vita non mia (Minimum Fax, 2017)
Scrittrice inglese (nata a Londra), questo è il suo primo romanzo, che vede una protagonista in viaggio dall'Inghilterra a New York alla ricerca delle proprie radici, e poi uno sviluppo dove prende piede il tema del "doppio".
Lo stile: essenziale, fortemente paratattico (in effetti come ti aspetteresti da questo tipo di storia, per questo tipo di scrittrice e in combinazione con l'editore).
I paragoni: Murakami, Donna Tartt, Patricia Highsmith (!).
Quoziente mio interesse: 5 su 10 (sarebbe superiore ma è quasi 500 pagine).
Altro: nel frattempo sono usciti in originale altri due lavori della scrittrice, per ora non tradotti.
Anna Metcalfe - Crisalide (NN, 2024)
La scrittrice è nata in Germania ma è a tutti gli effetti inglese. Anche lei insegna scrittura creativa. Questo suo romanzo di esordio affronta in modo "problematico" il tema della presenza social delle persone, attraverso la storia di una ragazza che decide di esistere solo su di essi, ritirandosi da quella che chiamiamo vita reale (ma non è una NEET in senso tradizionale).
Lo stile: anche qui domina la paratassi, con l'avvertenza che il libro è costruito su tre voci, ognuna delle quali racconta la "propria" versione della protagonista, per cui la mia indicazione non può qui essere completa.
I paragoni: "vaghi" con Han Kang e Megan Nolan.
Quoziente mio interesse: 6 su 10.
Altro: pubblicato da NN, ha suscitato un certo interesse all'uscita (parliamo d'altra parte di un libro molto recente).
Sophie Mackintosh - La cura dell'acqua (Einaudi, 2023)
Scrittrice gallese che ha iniziato con la poesia per poi passare alla narrativa. Questo è il suo esordio, una storia dai tratti magici, ambientata in un'isola dove una famiglia sembra proteggere se stessa da qualsiasi influenza e pericolo esterni. Ma a un certo punto...
Lo stile: Nonostante i contorni della storia, lo stile sembra essere improntato a un sano e rapido realismo.
I paragoni: lei stessa dice di ispirarsi ad Angela Carter e ai miti gallesi.
Quoziente mio interesse: 6 su 10.
Altro: curiosamente Einaudi ha pubblicato per primo Biglietto blu, in originale successivo a questo.
La cura dell'acqua è stato definito "un'avvincente favola nera" da Margaret Atwood.
Isabella Hammad - Il parigino (Einaudi, 2021)
La Hammad è una scrittrice inglese di origine palestinese, ora attiva tra Inghilterra e Stati Uniti in ambito universitario. Questo è un romanzo storico che vede un giovane palestinese studiare in Francia e trovarvi ispirazione e amore, per poi dover tornare in Palestina per volere paterno.
Lo stile: avvolgente e affabulatorio (non particolarmente "alto") come la storia credo richieda.
I paragoni: Flaubert e Stendhal (lo dice Zadie Smith).
Quoziente mio interesse: 4 su 10.
Altro: Unico romanzo di due a essere stato finora tradotto in italiano. Piuttosto lungo (616 pagine).
Camilla Grudova - Alfabeto di bambola (Il Saggiatore, 2020)
Lei è una scrittrice canadese e questa è una raccolta di racconti: troviamo spunti surreali, mostruosi, grotteschi, in una parola che credo riassuma bene, un alfabeto del weird.
Lo stile: piuttosto fiabesco, come in una "oggettivazione" per contrasto dei temi o delle caratteristiche che ho elencato sopra.
I paragoni: Kafka, Angela Carter, Shirley Jackson, Margaret Atwood...
Quoziente mio interesse:1 su 10.
Altro: tradotto da Andrea Morstabillini (in linea quindi col genere di libro). Anche lei ha scritto altre cose, non (ancora?) tradotte in italiano.
Eleanor Catton - La prova (Fandango, 2014)
Penso che la Catton, anche lei canadese, sia la più nota degli scrittori di questa lista. Commenterò dopo gli altri suoi romanzi, ho messo volutamente il meno noto La prova, di ambientazione universitaria (mi pare ci fossero stati paragoni con la Tartt), per la lungimiranza di Fandango che lo aveva pubblicato già nel 2010 (la scrittrice aveva allora 25 anni, la data sopra si riferisce alla ristampa successiva).
Lo stile: qui piuttosto stringato, con molto dialogato, ma la Catton è scrittrice piuttosto mimetica, anche qui si veda nelle note finali.
I paragoni: tanti e diversi per ogni libro, ho detto della Tartt, poi Dickens e altre suggestioni classiche (ma sospetto solo perché li ha citati in alcune interviste: Joyce, Hemingway).
Quoziente mio interesse: 8 su 10 (questo o l'ultimo).
Altro: I luminari, un romanzo storico di quasi mille pagine, mimetico nello stile e nella costruzione, aveva vinto il Booker Prize del 2013, tradotto in italiano da Fandango, non mi pareva aver incontrato i favori del pubblico. Da poco Einaudi ha pubblicato il più compatto Birnam Wood, con aspetti thriller e il tema portante ecologista.
Sara Baume - L'occhio della montagna (NN, 2022)
Sara Baume è una scrittrice irlandese e un Irlanda rurale e "ritirata dal mondo" è anche l'ambientazione di questo libro, una sorta di risposta europea (o britannica) e innocente al genere neo-western o rurale statunitense.
Lo stile: molto interessante, un mix di moderno neo-minimalismo, inserti postmoderni e fiabesco, pagina spesso anche graficamente connotata (allineamenti e spaziature non convenzionali).
I paragoni: ho letto di Cotzee e McCarthy.
Quoziente mio interesse: 6 su 10 (tutto per lo stile).
Altro: l'esordio Fiore frutto foglia fango (co-protagonista un cane) è stato pure tradotto da NN.
Graeme Armstrong - La gang (Guanda, 2021)
Primo uomo in questa rassegna, Armstrong è scozzese e in questo libro riprende le sue vicende autobiografiche di periferie, droga e violenza.
Lo stile: slangato, veloce, come ti immagini appunto la lingua che deve accompagnare questa storia.
I paragoni: ovvio quello con Irvine Welsh, ma anche Alan Warner e Arancia meccanica.
Quoziente mio interesse: 5 su 10.
Altro: anche qui, unico suo romanzo (di due) finora tradotto in italiano.
Sarah Bernstein - Esercizio di obbedienza (Codice, settembre 2024)
Terza canadese della lista, il libro esplora la paura del diverso e in particolare funziona come una simbologia dell'antisemitismo (la narratrice della storia si trasferisce in una città mai nominata nel Nord e diventa subito oggetto di sospetto e diffidenza da parte degli autoctoni).
Lo stile: mi pare che la scrittrice trovi una voce classica, alta, forbita (vengono spesso usati tecnicismi e parole desuete) per la sua narratrice.
I paragoni: Shirley Jackson, Virginia Woolf.
Quoziente mio interesse: 5 su 10.
Altro: come vedete, questo libro arriverà in traduzione a settembre 2024.
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