LIBRI IN USCITA
Per motivi abbastanza oggettivi (trekking) ho riunito qui le uscite delle ultime due settimane di maggio, ne viene fuori mi pare una lista comunque interessante. Sempre scusandomi per il ritardo.
Nathan Hill - Wellness (Rizzoli, 21 maggio)
Il Nix, massiccio esordio di Nathan Hill, aveva attraversato le varie bolle di lettori come una sorta di segreto ben custodito o dal quale, forse a causa delle dimensioni, fosse difficile far sorgere un vero effetto di passaparola. Quasi 800 pagine di polifonia di personaggi, cultura pop, percorsi nella storia statunitense e occidentale, con paragoni eccellenti (e, a sentire chi lo ha letto, ben giustificati) con scrittori come Chabon e Franzen.
Arriva ora dopo qualche anno Wellness, la cui trama, se ridotta ai suoi elementi base (una storia d'amore vista in due momenti differenti), potrebbe sembrare semplice, ma il cui svolgimento rispecchia il metodo utilizzato da Hill per il precedente: pacchi di idee, riferimenti alti e pop, sguardo (critico) rivolto alla descrizione della vita e della società americane. E, da chi lo ha già letto in inglese, elogi davvero e di nuovo importanti.
Quoziente lista: 10 su 10 (nel frattempo Il Nix si trova su tascabile).
Robert Menasse - L'allargamento (Sellerio, 28 maggio)
Senza che me ne fossi accorto, l'austriaco Menasse sta scrivendo un grande romanzo della stato dell'Unione (europea). Dopo La capitale (vincitore del Deutscher Buchpreis) arriva ora questo secondo capitolo, di dimensioni molto ampie, mentre in area tedesca è appena uscito il terzo "Die Welt von morgen" (il mondo di domani).
Il progetto, tra satira pungente e una sorta di (realistica) fantapolitica, è senza dubbio interessante, sullo svolgimento ho letto pareri contrastanti e certamente approfondirò, magari sfogliando in tedesco.
Quoziente lista: 8 su 10 (iniziando dal primo).
Shelley Jackson - Riddance (Rina editore, data di uscita ufficiale n.d.)
Ho trovato Riddance in una recensione su una rivista, definito come Romanzo Mondo (espressione certamente abusata) e mi sono inevitabilmente incuriosito. La Jackson è scrittrice fortemente sperimentale, che io sappia della sua produzione precedente era arrivato in Italia solo La melancolia del corpo, per Minimum Fax. Ora il piccolo editore romano Rina porta in libreria questo romanzo corposo, con la traduzione di Valentina Maini, un libro che non so se sia "mondo" ma certamente appare multistrato in tutti i sensi possibili.
Consigliato direi a chi non ha paura delle sfide e chi ama il postmoderno. Attenzione alla copertina (mi dicono induca confusione).
Quoziente lista: 10 su 10
Eleanor Catton - Birnam Wood (Einaudi, 27 maggio)
Neanche quarantenne, alla neozelandese Catton non sono mancati i riconoscimenti o i paragoni ingombranti: I luminari (in Italia per Fandango) ha vinto il Man Booker Prize e i riferimenti sono stati quelli di W.Collins e Dickens (!), per La Prova (sempre Fandango) mi pare fosse stato fatto il nome di Donna Tartt, e nel 2023 la scrittrice è finita nella lista dei migliori giovani scrittori britannici compilata dalla rivista Granta.
Birnam Wood arriva con buona critica e una trama interessante, con la presenza del tema ecologista e un miliardario che secondo qualcuno ricorda Elon Musk. Questa volta il paragone è con Sally Rooney, a me la scrittura della Catton pare molto più classica.
Quoziente lista: 6 su 10
Armistead Maupin - Una vera signora (Playground, 31 maggio)
Maupin è uno scrittore americano che dal 1976 ha iniziato a pubblicare sul quotidiano San Francisco Chronicle i suoi Tales of San Francisco, diventati poi una serie Netflix e apprezzati sia per la vivacità (realistica e appunto "cinematografica") dell'ispirazione, sia anche per aver sdoganato all'epoca tematiche queer/LGBT (parliamo, appunto, degli anni '70, poi dell'irrompere dell'AIDS, e non dei nostri tempi). Playground pubblica ora l'ultimo romanzo della serie (il decimo), con l'indicazione che i vari "pezzi" di questa serie possono essere letti separatamente; nel caso si voglia contestualizzare sono ancora disponibili i primi tre per Rizzoli/Bur. Per quanto riguarda gli altri sei, toccherà rassegnarsi o leggerli in originale o magari attendere. Interessante comunque.
Quoziente lista: 6 su 10
Sunjeev Sahota - La stanza delle mogli (Astoria, 21 maggio)
Con una copertina che paga pegno a un certo esotismo kitsch, avrei probabilmente lasciato passare questo libro se non fossi incappato in una recensione che mi ricordava, tra le altre cose, come Sahota sia stato un altro di quei giovani scrittori inseriti da Granta in una delle sue liste di migliori romanzieri britannici.
La storia si svolge tra India e Inghilterra, tra personaggi in qualche modo prigionieri del proprio destino (le ragazze indiane, tre sorelle, date in moglie a tre fratelli negli anni '30) e la forse inevitabile ribellione.
La prosa mi ha ricordato il grande Vikram Seth (potrebbe essere una mia suggestione).
Quoziente lista: 6 su 10
Michele Montani - Il migliore (Transeuropa, 20 maggio)
Un esordio tardivo (54 anni, dopo esperienze di scuola di scrittura creativa con Giulio Mozzi) ma interessante per questo nuovo autore Transeuropa: già il fatto che nel "lancio" venga citato Girard fa molta simpatia, ma pure il tipo di personaggi (uno stuntman, una ex-modella) e l'intreccio che si intuisce mi paiono potenzialmente coinvolgenti.
Quoziente lista: 7 su 10
Jacopo Iannuzzi - White People Rape Dogs (Einaudi, 21 maggio)
Questo libro, un esordio, ha vinto il Premio Calvino 2023 e mi sembra che Einaudi ne stia cercando un lancio che rievoca un po' i (ne)fasti del movimento Pulp, compresa ovviamente la collana Stile Libero in cui il romanzo è inserito. Insomma: violenza, gioventù, fughe, sesso promiscuo, se fossi il personaggio di Tomas Prostata aggiungerei anche "sangue e merda" ma sarei scherzoso o forse irriverente. Stile, come te lo aspetti, ampiamente scandito e paratattico.
Quoziente lista: 3 su 10 (temo di essere fuori tempo massimo per questo tipo di libro)
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