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LIBRI IN USCITA DAL 5 FEBBRAIO. IN PRIMO PIANO DEBORAH LEVY

I LIBRI IN USCITA

IN PRIMO PIANO
Deborah Levy – Cose che non voglio sapere (NN, 9 febbraio)

Deborah Levy

La Levy è una scrittrice britannica nata in Sudafrica, che ha raggiunto 
un certo successo e riconoscimento con A nuoto verso casa, finalista del Booker Prize 2012 e da noi pubblicato da Garzanti.
Cose che non voglio sapere mi pare essere il libro che l'ha resa un vero caso letterario, il primo di una trilogia autobiografica che potrebbe ricordare alla lontana il lavoro di Rachel Cusk (ma senza gli infingimenti dell’auto-fiction, ovvero con l’accordo esplicito di scrivere di sé). 
Nel lancio si parla di “Memoir femminista” ma penso si tratti soprattutto di una definizione (attraverso i fatti e la propria “crescita”) della propria identità di donna/scrittrice.
Quoziente lista: 8 su 1
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Doppietta di Aldo Nove (Il Saggiatore, 9 febbraio)

Nove esce il Nove, con due libri, il che fa 18.

Scusate: va bene, viene riedito Woobinda, suo esordio dei tempi cannibali, libro molto interessante, direi notevole (ma non so che effetto farebbe riletto ora) e il nuovo Pulsar che suona molto come il “memoir” di Nove.

Quoziente lista: su Pulsar ho interesse ma vorrei capire come è costruito (anche stilisticamente). Woobinda letto ai tempi.

 

Dolores Prato – Scottature (Quodlibet, 7 febbraio)

Quodlibet continua a proporre o riproporre l'opera della Prato, scrittrice importante per vocazione ma non del tutto riconosciuta in vita.

Qui con un racconto lungo autobiografico, in edizione arricchita da alcune lettere, in particolare i “tragici” (nel senso pieno della parola) tentativi della Prato di bussare a porte autorevoli  (per esempio, quella di Ungaretti) per arrivare alla pubblicazione.

Quoziente lista: 6 su 10

 

Guillermo Fadanelli – Hotel DF (Arkadia, 9 febbraio)

Fadanelli è uno scrittore messicano già pubblicato in Italia, anni fa, da Marco Tropea Editore, e questo sarebbe già un motivo di interesse. Ora entra nella collana sudamericana di Arkadia, con una “polifonia” di Città del Messico (e dell'Hotel del titolo) che partendo da premesse quasi da thriller, penso vada a parare in territori molto diversi.

Quoziente lista: 7 su 10

 

Tore Renberg – La mia Ingeborg (Fazi, 6 febbraio)

Ho realizzato in un secondo momento che Tore Renberg è il Tore che appare nell'opera autobiografica di Karl-Ove Knausgard, il suo amico e sodale di scrittura e musica.

Questo già basterebbe a incuriosirmi, ma anche il romanzo lo fa con la storia di una vita “in retrospettiva” (un anziano, la perdita dell’amata moglie, la lontananza dei figli) che a sua volta potrebbe ricordare la poetica di Jon Fosse.

Quoziente lista: 9 su 10.

Lo stile: abbastanza scandito e minimalista, laddove Knausgard è massimalista e qualche volta (appare) prolisso

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