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LIBRI E RECENSIONI. JULIAN BARNES - ELIZABETH FINCH

LA NON-UNICA STORIA


Con Elizabeth Finch di Julian Barnes ho inaugurato le letture di libri-novità del 2024, e sono andato avanti nel mio rapporto a volte problematico con lo scrittore inglese che, pur nella importanza del suo ruolo nella letteratura anglofona contemporanea, trovo discontinuo e qualche volta non a fuoco, con alti e bassi nella sua - va detto - prolifica produzione. Posso subito chiarire che ci troviamo qui di fronte a un "alto", non assoluto o al livello di Il senso di una fine (il mio Barnes preferito) ma di sicuro livello, sul registro di quei libri tra romanzo-saggio ed erudizione (in senso buono, portata con garbo) di cui il capostipite è rinvenibile in Il pappagallo di Flaubert.

Elizabeth Finch è un'insegnante di un corso universitario, che stringe un rapporto particolare, e solo intellettuale, con uno dei suoi alunni (colui che racconta la storia); è anche una donna di un'altra epoca o fuori dal mondo terreno, impenetrabile, capace di suscitare passione per il proprio argomento (Cultura e civiltà - praticamente storia, filosofia, letteratura) ma apparentemente non interessata a vivere passioni terrene. Dopo la presentazione del personaggio e lo sviluppo di questa relazione, si innesta nella struttura del libro una seconda parte che è la descrizione di come il nostro narratore, sulla base di scritti e taccuini della Finch, lavora a un saggio sulla figura di Giuliano l'Apostata; finita questa sezione, ci si avvia alla conclusione con un ultimo segmento di narrazione che lo vede andare alla ricerca della verità su Elizabeth Finch parlando con le (altre) persone che le erano state vicine in vita: qui troviamo quello sguardo retroattivo di Barnes tipico di molti suoi romanzi.

Come si nota, la struttura ha aspetti sperimentali e anche coraggiosi: non è scontato partire "per la tangente" (come si suol dire) a metà romanzo e presentare una sorta di saggio in fieri su una figura storica (lo aveva fatto Knausgard nel capitolo finale della sua saga autobiografica, ma in quel caso si trattava di Hitler, ben più fragoroso) ma mi pare che Barnes sappia bene quel che fa e fin dove può spingersi, d'altra parte, questo mix di narrazione e divulgazione culturale abilmente somministrata fanno parte, come dicevo, di molte sue opere felici, così come le biografie eccellenti. Molto interessante come attraverso la figura enigmatica/emblematica della protagonista, lo scrittore ci presenti anche una serie di (per la maggior parte) sue riflessioni e aforismi, come se avesse trovato in questo romanzo la dimensione ideale per fissarli finalmente su carta. Insieme al narratore ci si appassiona e ci si interroga sulla figura della Finch: certamente non è una passione travolgente, è essenzialmente più di cervello che di cuore, e ben presto si sospetta che la maggior parte dei "ragionevoli" (e umani) misteri della carismatica insegnante non verranno svelati. Il libro funziona se si accetta il gioco di Barnes e lo si segue nel suo mondo di filosofia, pensiero e sentimenti un po' sfumati; al contrario chi si aspettasse una storia dai tratti romanzeschi ben delineati e dal ritmo implacabile sarebbe deluso, e in effetti da un punto di vista della tenuta della storia questo libro rimane sotto a opere di Barnes più "tonde" e ritmate e compiute. Ma questo se ci pensiamo è quasi un merito: lo scrittore ha fatto quello che ha voluto, ha rischiato un po', ci ha intrattenuto, istruito e qua e là fatto riflettere con garbo e una certa profondità. È se non altro un buon inizio di 2024.

Voto: ****/ 7+

Informazioni sul libro
Julian Barnes - Elizabeth Finch
Traduzione di Susanna Basso
Ed. Einaudi 2024
184 pag.
Attualmente in commercio


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