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JONATHAN COE - BOURNVILLE / IO E MR WILDER

SANO ACCONTENTARSI

Coe, Io e Mr Wilder

Tra i miei scrittori del cuore, Jonathan Coe è quello che tra tutti sembra forse essersi evoluto di meno, accontentandosi di un placido assestamento su un registro garbato o garbatamente satirico, che dopo romanzi promettenti e a modo loro ambiziosi come La famiglia Winshaw (una satira quasi swiftiana/dickensiana dell’Inghilterra moderna) e la mini-saga del “Circolo chiuso” (un affresco generazionale di grande intensità e forza rappresentativa), lo vede nel tempo e in sostanza mettere mano a due tipi di libro: quello che a suo modo aspira a rappresentare (nei modi comici e satirici che dicevo, ma con meno incisività) lo stato delle cose nel Regno Unito (vedi Middle England o Numero 11) e quello, che di solito ha dimensioni più brevi, basato su una storia singola e  slegata dalle consuete ambientazioni e polifonie di personaggi dei primi (vedi Expo 11 o anche La pioggia prima che cada e ancora altri). In questo contesto, ho unificato in una “recensione” (o un “pezzo”) Bournville, un romanzo che fa parte (seppure con un metodo differente) della prima genia e Io e Mr Wilder, uno che rappresenta (piuttosto bene) il secondo tipo.
 
Bournville, di dimensioni abbastanza estese, percorre un centinaio di anni di storia inglese tenendo come punto di aggancio (delle storie) la fabbrica di cioccolata della Cadbury (Bournville è la cittadina modello costruita per gli impiegati della stessa) e ci presenta i classici montaggi paralleli di Coe, a loro volta incrociati con gli eventi focali della storia inglese recente (tra gli altri: il matrimonio tra Carlo e Diana, l’avvento del tatcherismo, la prima e unica vittoria mondiale della squadra inglese). Il romanzo è eseguito con mestiere ma anche con una certa avvertibile meccanicità, sembra di leggere una versione “in minore” di altre opere di Coe oppure, a volte, una raccolta di personaggi e aneddoti rimasti fuori dalle medesime. Un libro gradevole, a volte gradevolmente noioso, non molto di più.
 
Più riuscito appare Io e Mr Wilder, forse perché Coe modera lunghezza e ambizioni ed “esalta” il proprio lato cinematografico: la storia di una compositrice inglese si incrocia per qualche settimana con quella del grandissimo regista Billy Wilder (uno dei miti dello scrittore). La ricostruzione di caratteri e ambienti è decisamente riuscita e il ritratto d’epoca vivido e credibile. Non parliamo di un romanzo toccante o imperdibile, ma di una buona e compatta prova d’autore.
 
I due romanzi, coi loro due differenti esiti, ci danno un ritratto a sua volta credibile di quello che è diventato Jonathan Coe nel tempo: uno scrittore ancora riconoscibilmente progressista (l’elemento politico è sempre presente almeno nelle opere “inglesi”) ma meno feroce e arrabbiato di una volta, un autore piuttosto prolifico, e che per continuare a esserlo sacrifica progressivamente originalità e variazioni sul tema (o forse, leggendola in un altro modo, si appiglia, con discreti risultati, a ciò che meglio sa fare) e da cui non ci si possono più aspettare grossi slanci o deviazioni dallo schema. Come dicevo inizialmente, una stagnazione, un assestamento – a cui personalmente, anche io diventato più placido, continuo a volere bene.

Voto per Bournville: ***1/2/ 6.5
Voto per Io e Mr Wilder **** / 7-

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Informazioni sui libri
Jonathan Coe - Bournville
Traduzione di Mariagiulia Castagnone
Ed. Feltrinelli 2022
432 pag.
Attualmente in commercio

Jonathan Coe - Io e Mr Wilder 
Traduzione di Mariagiulia Castagnone
Ed. Einaudi 2021
240 pag.
Attualmente in commercio

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