CRISI SENZA CRISI
Jean-Philppe Toussaint è uno scrittore belga dalla certa fama europea, soprattutto ma non solo nei paesi francofoni, e mai veramente impostosi in Italia, come in tante altre storie editoriali è passato tra le mani di diversi editori, anche grandi, per poi "accomodarsi" presso un piccolo, in questo caso Amos, che ha il vantaggio e la forza di crederci e di tradurlo con cura e passione (da Roberto Ferrucci, anche amico e sodale dell'autore).
In effetti questo La stanza da bagno, esordio dello scrittore (nel 1986) è un piccolo libro notevole e originale, dove si narra di una "crisi" individuale (ma mai troppo drammatica) nelle piccole cose: il protagonista, giovane ricercatore universitario, è ripreso soprattutto in interni, la stanza da bagno del titolo (nella casa che a Parigi divide con la fidanzata), una camera d'albergo a Venezia, preso dalle proprie elucubrazioni e soprattutto da una sorta di stallo esistenziale che non diventa mai vero dramma. In effetti prevalgono un registro vagamente comico e un forte senso dello spleen, insieme a una presa molto precisa su tipi umani e dettagli ambientali: la descrizione di una Venezia vissuta quasi come l'appendice di un sanatorio, ben poco turistica, quasi dimessa, ne è mi pare una buona prova.
Quando si parla di Toussaint si citano spesso il Nouveau Roman (io forse includerei anche Perec), e suoi compagni di viaggio narrativo e di edizioni come Echenoz e Chevillard: la verità è che la sua voce mi è sembrata appunto molto peculiare e originale, ed è (stato) un peccato che lo scrittore sia così poco considerato da noi. Io di sicuro continuerò a esplorarlo.
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Grazie dell'attenzione al libro di Toussaint.
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