IL NON DIMENTICARE
In Le pentite la scrittrice napoletana Francesca G. Marone inscena una storia - appunto - napoletana e sentimentale in senso ampio, un romanzo a incroci e magie che fa segnare un netto progresso rispetto al precedente e pur valido Poche rose, tanti baci: al centro sta l'Ospedale degli Incurabili di Napoli e le sue vicende storiche che si estendono per cinquecento anni fino ai giorni nostri, e in effetti la giustapposizione iniziale di scene e personaggi, con un rapido montaggio parallelo, è di stampo realistico/contemporaneo, ma lentamente e con abilità il libro svela una sua vera natura ben più ibrida e magica, dove la storia passata si mischia a quella presente (o passata prossima) e i personaggi stessi si rivelano diversi, o meglio multipli, rispetto alla loro natura iniziale.
Con le figure di Federica e Maria e il loro rapporto con il fascinoso, terribile, personaggio del Lupo, il loro sviluppo, e ancora con il rievocare le vicende delle "pazze" (e delle pentite del titolo) ricoverate nel complesso nel corso del diciottesimo secolo, vi è una netta componente femminile (la condizione della donna, le contraddizioni, il riscatto voluto e cercato) giocata sulla direttrice narrativa e non su quella teorica, e somministrata in una dimensione magico-incantata che spinge il lettore alla sospensione della incredulità, anche se gli incastri della trama sono ben risolti anche dal punto della pura coerenza narrativa. Peraltro, e questo sventa ogni tentativo di lettura ideologica (quanto sarebbe brutta l'espressione "romanzo al femminile") uno dei protagonisti/eroi del libro è un uomo (forse tre uomini), sul quale non vorrei dire di più per non rovesciare le carte prima che lo faccia l'autrice nei momenti da lei accuratamente selezionati.
In sintesi, un bel libro, vibrante e toccante di passione e arte del racconto, che vale anche come riscoperta di una storia napoletana credo non molto nota, e che consegna al lettore alcune scene e personaggi difficili da dimenticare.
Voto: ****/ 7+
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