VISTO LO ZEITGEIST
Avventure e disavventure
di una casa gialla di Francesco Deotto è un poemetto dall’andamento narrativo
che ha per oggetto nella prima sezione “l’inventario” di blocchi edificati, con
particolare attenzione per collocazione spaziale e qualità estetiche; nella
seconda e terza sezione la disamina verte invece sulle ipotesi di un
bombardamento e sulla descrizione delle palazzine; infine, nell’ultima sezione
lo sguardo si rivolge all’ipotesi di costruzione di un nuovo ospedale. Due
elementi colpiscono il lettore: in primo luogo, la ricorsività e reiterazione di
alcuni sintagmi, oltre ad una vera e propria ossessività descrittiva, specie in
riferimento a luoghi, edifici, armamenti; in secondo luogo, l’introduzione di
variabili testuali e concettuali minime che sembrano spostare il discorso e
contribuiscono a generare nel lettore una sensazione di spaesamento causato
dalla già nominata ossessività per la catalogazione. A questi due elementi se
ne aggiunge un terzo, la priorità dell’elemento percettivo su quello nominativo:
«Cinque grandi
blocchi/accompagnati da delle discrete/(quanto confuse) formazioni/di piccoli
blocchi.»; «Cinque grandi blocchi/disomogenei praticamente/sotto ogni punto di
vista./Per forma, età, disposizione,/stato di conservazione,/aspettative di
sopravvivenza/(e di rilancio), ambizioni, /appetibilità, eccetera»; «In primis,
nel senso più letterale di un’esplosione che (idealmente) va immaginata come il
risultato d’un volo congiunto d’almeno un paio dei 25 Lockheed F-16 Fighting
Falcon in forze alla Força Aérea Portuguesa».
Chi dice io nel testo non appare fratturato o precario come avviene in buona parte della poesia contemporanea, bensì distaccato, distante, quasi osservasse dall’esterno le scene per poi ripiegarsi, accartocciarsi su se stesso, indagando e vagliando le ipotesi sul destino dei blocchi di edifici. La sintassi è prevalentemente ipotattica, come già osservato i testi vanno in direzione della prosa, il lessico accoglie tutti i realia, dai tecnicismi bellici ai toponimi ai «desideri su vasta scala». A rendere “Avventure e disavventure di una casa gialla” un buon libro è infine un quarto elemento, ovvero il tentativo di connessione dei dati percettivi non solo alla storia evenemenziale, ma in senso lato anche ai destini generali: l’inconscio di massa diventa protagonista nel testo, come i traumi, le previsioni, i calcoli probabilistici, la dimensione di terrore mascherato, «la famiglia delle facciate», «lo Zeitgeist»:
«Al boato, in ogni caso,
non potranno sfuggire neanche gli indigeni più impenitenti, i più impermeabili
al brusio del mondo – quelli che […] nel giro di qualche minuto, se non prima,
sono sempre in grado di ritornare alla loro vita d’ogni giorno (quella di
sempre), come se nulla fosse.»; «È la famiglia dei fantasmi, degli spettri/di
una generazione intera d’ufficiali regi/quelli addestrati tra gli anni Trenta e
Quaranta dell’Ottocento),/di ancor più numerosi (e più antichi) seminaristi,/di
generazioni e generazioni di internati,/psichiatrici e ordinari, oltre che di
non pochi/medici e infermieri.»; «Tra tutte, si dovrà ammettere che non si
tratta esattamente di un’ipotesi la cui realizzazione possa risultare tra le
più semplici e probabili, almeno nella sua versione standard (quella pubblica),
almeno visti i tempi, i destini generali, visto lo Zeitgeist».
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Informazioni sul libro
Fabio Deotto - Avventure e disavventure di una casa gialla
L'Arcolaio 2023
50 pag.
Attualmente in commercio
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