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Ero curioso di leggere Mi limitavo ad amare te di Rosella Postorino per motivi piuttosto prosaici e legati al Premio Strega, sul quale mi piace tenermi (un minimo) aggiornato: credo intanto che potrebbe essere proprio il libro vincitore, inoltre per il traino di un bell'articolo/recensione di Gianluigi Simonetti che ne ha illuminato un ruolo esemplare- certamente insieme ad altri titoli - nel mostrare come è costruito un romanzo da Strega.
Simonetti ha detto tutto e molto meglio di come possa riuscire a me: il titolo del pezzo recita "Vittime al cubo" e ben riassume una storia che parte dal conflitto jugoslavo per seguire le vittime - o meglio i sopravvissuti, i rifugiati - in fuga verso l'Italia lungo vent'anni di storia. Potremmo parlare di altre cose al cubo: i buoni sentimenti, le scene-madri, la poesia di grana grossa, e anche gli stereotipi. In effetti quello che di certo non è elevato a potenza é l'evoluzione (anche solo potenziale) dei personaggi, monolitici nel loro passare dall'infanzia all'età adulta rimanendo fondamentalmente dei "tipi" immutabili, primo tra tutti Omar, irriducibile a qualsiasi adattamento, poi Nada (la bambina "strana" dai trasalimenti poetici e capace di inaspettata saggezza), Danilo (l'intellettuale sensibile) e via con gli altri.
Con un'iperbole un po' maligna avevo scritto (o annotato per me stesso) che questo romanzo trasuda tanto patetismo e buoni sentimenti da far sembrare Cuore di De Amicis un romanzo di Palahniuk. Quello che è in discussione non sono i buoni sentimenti di per sé né il fatto, la semplice realtà, che una storia di guerra contenga - debba contenere - continui rovesci della sorte e atrocità, ma a me é parso che l'esecuzione sia qui sostanzialmente ricattatoria nei confronti del lettore (un po' come il Catozzella di Non dirmi che hai paura) e impantanata, involgarita, da strati di melassa, lacrime esibite (e quindi pretese), squarci poetici telefonati (seppur costruiti con una certa perizia) e una diffusa ripetitività di situazioni. Il romanzo é ovviamente confezionato bene, direi con freddo professionismo (i difetti non risiedono certo in una scrittura o un atteggiamento troppo "a caldo", troppo aderente a un tema ad alto contenuto emotivo), e qui, con questo dovuto riconoscimento all'operazione (più che al libro appena letto) si chiude il cerchio "stregato" meglio argomentato da Simonetti.
Sullo stesso tema molto meglio aveva fatto anni fa Marco Magini con Come fossi solo, ma forse in quel caso lo sforzo più grande non era fare del romanzo un libro di successo.
Voto: **1/2 / 5/6
Nota: il voto potrebbe sembrare poco coerente con una recensione severa, ma tiene conto appunto di aspetti puramente tecnici, la scrittura esagera volutamente negli aspetti che sottolineavo, ma assicura una confezione professionale e un certo ritmo, la parte di documentazione/storica è ben giocata. Questo a mio parere non rende Mi limitavo ad amare te un bel libro, né un libro che consiglierei.
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Informazioni sul libro
Rosella Postorino - Mi limitavo ad amare te
Ed. Feltrinelli 2023
352 pg.
Attualmente in commercio
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