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RECENSIREPOESIA. RICCARDO BENZINA - SCENARIO

SCENARIO - MONDO


Riccardo Benzina, Scenario

Di Valentina Murrocu

Ciò che tiene insieme i testi di “Scenario” è la consapevolezza della finitezza di ogni atto umano minimo e di ogni luogo terreno, l’incurabilità del gesto feroce, anche il più elementare, che rivolgiamo contro noi stessi, «il seme dell’addio» (p.53) di cui parla l’autore, le parole di cui conosciamo «il calo» (p.46). Non c’è illusione di cura o salute nei testi proposti da Benzina, ma coscienza di collocarsi al limite, di condurre un’esistenza a un passo dalla fine. La ripetizione del mondo, la visione delle forme divise, anch’esse ripetute disegnano uno scenario-mondo in cui ci siamo anche noi, collocati in una dimensione nella quale persino il canto, il sangue non sono preziosi:

«Pezzo a pezzo ho rovinato il limite/le briciole attirano formiche, elementare»; (p. 13); «Ma nulla giunge così lontano./È tutto così assurdo – tutto tace…» (p.15); «Andare senza una missione, non percepiti, percependo,/con un figlio dentro immaginario per la valle/verso la discarica. Un lungo/ponte sopra il cimitero e finisce il sentimento parlato.» (p.34); «Un taglio sulla mano è la sua linea. Il fronte/che è vicino, e però non puoi vedere:/miraggio/di macchie a condensarsi sul soffitto.» (p.36).

L’io appare frammentario e fratturato di continuo come il verso, la sintassi è prevalentemente paratattica, il lessico accoglie il toponimo «Canneto», le apocalissi, il forame, i sorrisi, il silenzio, i codici, lo spettacolo, i salmi, il mondo, giustificato in senso ontologico prima che morale ed estetico. Si inserisce nella parte finale l’immagine dello specchio appannato, sul quale ci puoi disegnare, la bassa tensione della «fine dell’estate» (p.59). Cosa rimane, dunque, cosa può essere percepito? Il limite, il graffio del suono, della lettera, il noi dilatato, la somma di tanti “io” che pascolano in una «geografia confusa» (p.55). Ne deriva la percezione di una partita chiusa, il rimanere del taglio, il delirio delle frasi, «la domanda/a cui gli inverni non rispondono», (p.60), l’abitare lo scenario-mondo per brevi illuminazioni, per parziali apparizioni del senso. 
Sono tutti questi elementi insieme a rendere “Scenario” un buon libro: «Apparire – e tutto/quanto accelera – di braccia/rosse dita un vortice attorno, immenso, di/oggetti più piccoli.» (p.41); «È l’etimo impazzita il seme dell’addio,/le primavere di cui nessuno ha colpa.» (p.53); «Avremo/ luminosi accenni che daranno un attimo/di senso, un piccolo orientarsi/dentro il mondo, cosiddetto lo/scenario.» (p.70).

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Informazioni sul libro
Riccardo Benzina - Scenario
Taut 2022
70 pag.
Attualmente in commercio

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Di seguito due testi tratti dal libro:

Dove comincia il sentimento, è nero.

Dove comincia, non si arriva ancora.

La schiena, tomba di un antico volo
attende che passi il respiro: così.

Ferma e paziente
e forse un ricordo. Quando
stavi lì dove crescevano le bocche di leone, intempestiva
cambiavi le tende come fosse
procedura di liberazione.
 
(p.49)
 
*
Considerate.
 
Vi chiamano animale pianta oggetto,
a pezzi quasi vi fanno e per definirvi
in un fraintendimento, solo:
se
fate il conto
la vita è solo un’oncia. Siete merda
che avvampava. Il giorno
in cui non si sente più o non si parla
più o entrambi. Questa bassa
tensione. Il mare
che rende pensierosi, l’arco-
baleno che rallegra. La fine dell’estate
la passerò a spellarmi. Faticando a distinguere
le voci, le rose dagli incubi.
 
Lo specchio di una decisione
è appannato e ci puoi disegnare.
 
(p.59)

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