IL FALLIMENTO
L'assistente è stato in ordine di tempo il secondo romanzo di Walser, e appartiene alla fase berlinese e maggiormente realistica (se vogliamo tradizionale) dello scrittore svizzero; viene ripubblicato da Adelphi in una lussuriosa traduzione di Cesare De Marchi.
Potremmo definire questo una sorta di romanzo-parabola filosofico, intriso di idee e divagazioni - queste ultime un marchio di fabbrica walseriano - ma appunto tutto sommato fedele a un "dettato" realistico, a una scansione tradizionale del tempo e a un disegno classico dei personaggi. L'assistente è il co-protagonista del romanzo, un giovane ingenuo, passionale, fremente osservatore di tutto ciò che lo circonda e del fluire stesso dei propri pensieri, assunto come aiutante di un'imprenditore/inventore tanto visionario quanto sventato, con una famiglia solo apparentemente "posata" in una forma di pasciuta borghesia tipicamente svizzera.
La storia vive di rallentamenti riflessivi quando la mente del protagonista stesso occupa il campo e prende il sopravvento - in una riflessione incessante, a tratti (volutamente, nelle intenzioni dell'autore) velleitaria, acutamente velleitaria - e accelerazioni fulminanti nello scivolare verso l'inevitabile finale. Tra le pagine migliori quelle dedicate a due personaggi secondari, probabilmente incarnanti lo spirito della "ribellione" o dell'inevitabile sconfitta: il precedente assistente, un alcolista e la figlia minore (in tutti i sensi) Silvi. Un senso di sconfitta, latente impotenza, sfacelo imminente domina in effetti il romanzo, che potrebbe essere letto come apologo pessimista su nuova borghesia e rivoluzione industriale. Ma al di là di aspetti sociali e di letture simboliche, si tratta di un libro di grande e innegabile qualità walseriana, che merita di essere riscoperto o scoperto e si adatta in effetti anche a "introduzione" all'opera dell'autore.
Voto: **** / 7+
237 pg.
Attualmente in commercio
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