QUEL PIENO DI MEMORIA
Innamorato di Marco Drago segna il ritorno alla narrativa di uno scrittore che non ha mai smesso di essere tale (scrive per la radio) ma che mancava da qualche anno in libreria con un nuovo lavoro. Questo è un libro coraggioso, e la mia affermazione potrà sembrare allo stesso tempo paradossale e a sua volta temeraria: ma come, una sorta di memoir che parla di sentimenti e in particolare scava, ausculta, un amore adolescenziale di provincia? Coraggiosa questa italianata da uomo-adulto-nostalgico (dell'adolescenza) forse in crisi di mezza età?
Proprio per questo, dico io. Per il rischio di inflazionare il mercato con un'altra storia di questo tipo, o di sembrare un epigono di Nick Hornby, o uno che per tornare sul mercato editoriale raschia il fondo del barilotto della propria ispirazione, compiendo la scelta più facile: parlare di sé.
Per fare questo, e non per caso, Drago sceglie una struttura agile e ricorsiva che potrebbe lasciare un po'sconcertati a primo acchito, brevi capitoletti dove si va avanti e indietro nel tempo, a volte si fa il punto come a chiudere una fase ma poi si ritorna su un evento o su una serie di eventi, ci si sposta nel presente, si torna indietro, si commenta un episodio due volte (non necessariamente da due punti di vista diversi) prima di riconsegnarlo alla memoria, ci si ripete, si butta lì qualcosa di sconnesso che poi si approfondirà in seguito. Un po' come quando "ci si racconta" in forma orale: solo che l'autore qui lo fa scrivendo, lo fa bene (molto bene) e con grande consapevolezza. Come dire: per scrivere semplice di un'ossessione amorosa bisogna essere bravi, molto bravi. Ovviamente, vista la materia, ne viene fuori comunque un ritratto di provincia tangibile e nostalgica, con i suoi "tipi", i suoi rituali, le sue (quasi tondelliane) "liste", ma mi pare quasi un fattore secondario, un accidente in un libro che io ho letto come un manuale sulla memoria, su come usarla, blandirla, celebrarla e poi lasciarne andare definitivamente alcune parti, forse anche un manuale su come scordare le cose dopo averle ricordate a sufficienza, dopo averci lavorato su. Dopo quest'ultimo forse, lasciatemi sbilanciare: di sicuro è un bel libro sperando - come si dice sempre in questi casi - che Drago non aspetti altri 8,9,10 anni prima di darcene un altro.
Voto: **** / 7+
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