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LIBRI E RECENSIONI. PAOLO GIORDANO - TASMANIA

MOVIMENTO DI CRISI


Tasmania, ultimo libro di Paolo Giordano, ha avuto un subitaneo successo di pubblico e critica, fino ad arrivare primo nella Classifica di Qualità di fine anno della Lettura, qualcosa che ovviamente chiama dei conflitti di interesse (Giordano è allo stesso tempo vincitore, collaboratore del supplemento e giurato) e che forse proprio per questo motivo, approfondire, capire, mi ha spinto a leggere per la prima volta un libro dello scrittore torinese.
Tasmania mi è piaciuto, e mi è capitato di chiedermi se la scarsa considerazione di cui gode lo scrittore in cerchie di lettori diciamo "esigenti" sia frutto di ragionevoli pregiudizi oppure se questo sia il suo primo libro riuscito (l'ipotesi prevalente è - mi pare ovvio - che sia una questione di gusto. Eppure.).

Si tratta di un libro al passo coi tempi e in un certo qual modo "furbo": Giordano entra con piedi, corpo e penna nel filone dell'auto-fiction, quella propriamente detta, dove il protagonista si identifica con l'autore ma senza che ne venga esplicitato il nome (così come sono di fantasia quelli degli altri personaggi) e le vicende sono (molto) verosimili senza che ne venga certificata la corrispondenza con la realtà (non è, insomma, Knausgard, evidentemente Giordano non aveva voglia di farsi nemici o affrontare conseguenze legali).

Se la scelta di genere e orizzonte da una parte semplifica le cose (non c'è bisogno di immergersi nel romanzesco ed escogitare trame), dall'altra presenta difficoltà di gestione - la principale riguarda il fatto che quanto vissuto dal protagonista/autore sia interessante anche per il lettore - qui ben superate grazie a una parure di temi moderni e pressanti (uno tra tutti il cambiamento climatico, ma anche la logica di sostituzione del dialogo reale con quello virtuale, i rapporti familiari "franti" e ancora altri) e a quella che mi sembra un'ispirazione sincera. Giordano racconta, tutto sommato, alcuni anni di crisi e crescita, crisi creativa, sentimentale, affettiva, che lo portano a un vagare quasi romantico (nel senso della tensione culturale settecentesca) tra città, persone e idee, con tre "tappe" principali nel rapporto col climatologo Novelli, con la compagna Lorenza e nel tentativo di scrivere un saggio-reportage "sulla bomba" (che, seppur non vada a buon fine, regala alcune delle pagine più felici del libro). Stilisticamente Giordano si accomoda su un registro piano e scorrevole ma non corrivo, in generale se evidentemente il libro è costruito (anche) per colpire un pubblico ampio, non c'è quella liofilizzazione, quell'eliminare qualsiasi asperitá stilistica o strutturale che ho avvertito in parte negli ultimi Missiroli e totalmente in Le otto montagne di Cognetti, per nominare altri due "campioni" letterari di vendite italiani. A riprova di questo posso sottolineare come la maggior parte dei personaggi, compreso il protagonista, sia irrimediabilmente antipatica, escludendo che Giordano conosca solo persone antipatiche, un'ipotesi valida sia che al movimento di crisi rappresentato nel libro corrisponda una visione interiore malmostosa, respingente, riottosa e algida - che investe anche coloro i quali interagiscono con lui. Una scelta alla fine vincente, ai miei occhi, ma certo non la più comoda (penso al "vogliamoci bene" complessivo e al padre-tenerezza nell'ultimo Missiroli, per fare un esempio).

In conclusione, un libro vivace e molto interessante, probabilmente (nelle mie gerarchie) neanche tra i primi quattro o cinque o sette libri dell'anno, ma comunque un buon esempio di opera italiana che prova a giocarsela con i migliori esempi di "letteratura della non-finzione" in giro per il mondo.

Voto: **** / 7+

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Informazioni sul libro
Paolo Giordano - Tasmania
Ed. Einaudi 2022
272 pag.
Attualmente in commercio

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