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LIBRI E RECENSIONI. CRISTINA VENNERI - CORPOMATTO

VITE QUASI IN MINORE


Corpomatto, libro di esordio di Cristina Venneri per l'agile collana Quodlibet Storie, ha in effetti alcune caratteristiche da tipico primo libro: il taglio autobiografico, il risuonare di note e toni da romanzo di formazione, una caratteristica dinamica di contrapposizione paese-provincia/realtà (asfittica o comunque sede di rapporti familiari spezzati, disturbati, apparentemente irrecuperabili) e fuga (dai luoghi di provenienza)/viaggio/sogno o aspirazione, con qualche accenno ulteriore di opposizione sud/nord. Di per sé questi elementi non sono sufficienti a fare il romanzo e certamente non sono neppure ostativi: come quasi sempre nella narrativa non di genere, la cosa importante è il come, e Corpomatto è un libro che vince proprio sul piano della lingua e su quello, non meno importante, della visione. La prima presenta un mix plastico di colloquiale e forbito, con un uso davvero parco della punteggiatura che contribuisce a comporre una sorta di ritmato e continuo flusso di coscienza "in minore", una coloritura ironica e disincantata a disinnescare i rischi di compiacimento o magniloquenza; e questo si ripercuote del resto (o interagisce) con la visione, dove (potenziali) drammi ed entusiasmi vengono moderati, declassati ad avvenimenti ritratti con una certa divertita distanza o forse con un sentimento di disillusione che potrebbe nascondere (quindi svelare) il vero dolore (il non poter vivere appieno, il non riuscire a esserci del tutto, l'impossibilità di scegliere, e l'insicurezza anche economica del futuro - non sono queste le tragedie?).

Curiosamente solo a fine lettura mi è venuto in mente un altro romanzo di gioventù e formazione ambientato (in parte) in Puglia: Spatriati di Mario Desiati; al di là di confronti puramente qualitativi (che, tanto per essere chiari, vedrebbero Spatriati nettamente perdente) è interessante vedere come nel libro vincitore dello Strega 2022 vengano sensazionalizzati proprio gli aspetti (alcuni di essi) che in Corpomatto vengono ritratti con quel disincanto "tutto in minore" (ma che non diventa cinismo o disfattismo) che citavo sopra. Questione di esperienze personali, certamente, o forse anche di scelte che si fanno al momento di concepire un libro e poi di confezionarlo. (Esiste comunque un elemento in comune: una scena di threesome in entrambi i romanzi).

Corpomatto di Cristina Venneri è certamente un esordio valido (lo sarebbe anche se non fosse un esordio), la retorica della buona recensione vorrebbe a questo punto che si aggiungesse un "e a questo punto aspettiamo con grande curiosità...", ed è vero, una scrittura di questo tipo suscita aspettative, ma intanto, che si parta dal primo.

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Informazioni sul libro
Cristina Venneri - Corpomatto
Ed. Quodlibet
152 pag.
Attualmente in commercio

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