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RECENSIREPOESIA. LUCIANO NERI - AUTOREVERSE

I PRESUPPOSTI DELL'OCCHIO NUDO


Di Valentina Murrocu

Due elementi colpiscono chi si avvicini al testo di Luciano Neri: in primo luogo, la reiterazione della medesima scena, come riproposta da molteplici punti di vista, quasi a voler comunicare al lettore che la percezione del reale non è univoca nè portatrice di una verità stricto sensu; in seconda istanza, l'ossessività con la quale l'autore torna su questa stessa scena, la quale fa implodere non solo l'io o, meglio, la pluralità di io, ma gli stessi quadri sfalsati, in una sorta di flusso di coscienza che si avvita su se stesso, come il «tubo a serpentina con gli oblò senza regolare nitidezza», per citare il testo che apre la prima sezione della raccolta, "landslides": «lo specchio della sua goccia d'acqua somigliante (in persona) dietro a delle sbarre fino ad arretrare al diradarsi della folla, fino alla piazza dell'arretramento che nel frattempo si è svuotata (in persona) senza poterne ancora stabilire con certezza un ordine successivo e/o uno precedente.»; «per memorizzare i moventi delle scene del gioco identiche al sogno liberamente tratti e i punti sgranati delle immagini hanno invaso ogni loro traccia (in persona) fino al diradarsi della folla, indietro fino alla piazza che si stava svuotando».

L'idea di una passeggiata, l'azione di lavare i piatti, i minimi eventi quotidiani o il sogno diventano nella realtà testuale un pretesto mediante il quale l'autore unisce biografia e speculazione filosofica, quel «pensiero che lui pensa e non pensa, osserva e non osserva, immagina e non immagina», facendo del pensiero stesso un evento, analogo al momento percettivo, «in questa cornice di pensiero da sollevare fino in fondo in volere da raggiungere», «con i presupposti dell'occhio nudo e quelli del telescopio». Come si evince da quanto detto sopra, non si può parlare di io nell'accezione comune data al termine dalla lirica tradizionale, bensì di pluralità di io o, meglio, di pluralità di istanze che percepiscono, registrano minuziosamente e ossessivamente i dati, i realia; accanto a queste istanze fisiche, esistono puri pensieri, che in un certo senso agiscono, operano nello stesso contesto, ma sembrano andare oltre il corpo, dopo la fisica, differenziandosi dai concetti e dalle astrazioni in senso stretto, un po' come accade nel ciclo di "Monsieur Teste" di Paul Valèry.

Il libro si presenta allora ben riuscito, per tre motivi: il primo è, come accennato, la commistione di biogafia e tensione all'universale che permea e attraversa i testi della raccolta; la seconda ragione è stilistica e ha a che fare con il come, con il modo in cui una tale riflessione viene declinata nel testo, ovvero mediante il flusso di coscienza e la ricorsività; in ultimo, l'autore riesce a bilanciare il peso del momento gnomico-percettivo e di quello puramente nominativo, prestando uguale attenzione alla percezione della realtà e alla sua restituzione verbale: «solo in questa azione ripetuta in entrambi i sensi dei lati contrari il non pensante ha avvertito il pensiero delle altre volte meno insistente, questa volta meno prevaricante»; «nei termini dell'occhio messo a nudo e del telescopio rispetto all'orologio universale, giusto per una traccia più aderente o, viceversa, meno impressa per tornare indietro fino ai presupposti»; «il bisbiglio di un solo pensiero ormai impresso su ambo i lati dell'accaduto questa volta limitato nell'occhio messo a nudo rispetto a una migliore osservazione».

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Informazioni sul libro
Luciano Neri - Autoreverse
Ed. Tic (collana ChapBooks) 2022
58 pag.
Attualmente in commercio

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Luciano Neri, direttore della collana "Il laboratorio" per l'editrice l'Arcolaio, ha pubblicato testi su Atelier, Nuovi Argomenti, l'Ulisse, Nazione Indiana, l'immaginazione (n.322) e gammm; è autore di "Figure mancanti (Transeuropa, 2014) e "Discorso a due" (L'arcolaio, 2019). Il suo ultimo libro si intitola "Autoreverse" ed è uscito nel 2022 per Tic Edizioni, all'interno della collana ChapBooks, diretta da Michele Zaffarano.


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